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Quando arrivai in questo strano posto fui accolta da un ragazzo alto con i capelli biondi e gli occhi più blu del mare. Credo che fosse uno dei lavoratori, ma mi sembrava troppo eccitato per lavorare in un manicomio.

"Ciao! Io sono Luke!" Dice camminando verso di me e scuotendomi la mano.

Allungo la mano e presi la sua scuotendola.

"Ciao," dico un pò confusa mentre lui continua a sorridermi.

"Io sarò il tuo psichiatra qui a Briarville. Ogni Lunedì, Mercoledì e Venerdì ci vedremo alle 10.00. Il Venerdì sarai insieme ad altre tre persone dove faremo terapia di gruppo."

"Tu non hai paura di me?" Chiedo confusa. Avevo sentito dire che coloro che lavorano in questi posti di solito hanno paura dei pazienti.

"No! Sembri davvero una brava ragazza anche se hai ucciso tuo patrigno," Dice con una piccola risatina.

"Non è vero! Non sono stata io, è stata mia mamma!" Chiarisco.

"Ammettere di avere un problema è il primo passo per sentirsi meglio. Ma comunque ci arriveremo." Dice Luke mentre mi accompagna alla mia stanza. Alzo gli occhi mentre lui apre la porta della mia 'camera'. Sembra più una gabbia. Una piccola e grigia gabbia con solo un letto.

"Beh, questa è la tua stanza. Ci vediamo domani mattina." Dice Luke, chiudendomi a chiave in camera ed andandosene.

Non posso stare qui. Non appartengo qui. Io non sono pazza, mia madre lo è. Stare rinchiusa in questa piccola stanza ed un letto schifosa mi farà diventare pazza. Devo uscire di qua. Devo.

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"Heather?" Sento da fuori la mia stanza. Guardo su dal letto per vedere una ragazza. E' alta circa 1.65m ed ha capelli marroni scuro messi su in uno chignon. Aveva gli occhi color nocciola ed era bellissima. Troppo bella per lavorare in un posto come questo.

"Cosa?" Scatto.

"Ti dobbiamo fare dei controlli dato che sei nuova in questo posto. Vieni con me. Io sarò la tua infermiera mentre tu starai qua a Briarville." Dice l'infermiera portandomi in una saletta ancora più piccola della mia stanza.

Una volta dentro la stanza mi fa sedere su un lettino e mi fa tutte le normali procedure. "Come mai lavori qui?" Chiedo. Sembra un po' confusa dal momento che le ho parlato.

"Ah beh, qua lavora anche il mio ragazzo e c'era un posto libero di lavoro per un'infermiera ed era uno dei lavori meglio pagati a giro." Mi dice con cautela.

"Qual'è il tuo nome?"

Lei ride "Certo che fai parecchie domande per essere pazza."

"Non sono pazza," Dico alzando la voce, "Io non appartengo qua." Lei mi guarda ed annuisce.

"Chiamami Diamond. Abbiamo finito. L'Ufficiale Bailey ti riporterà alla tua camera." Dice mentre apre la porta che rivela un uomo vestito in uniforme che credo sia l'Ufficiale Bailey. Egli mi prende le mani e mi trascina verso la mia camera.

"Pranzo è tra 3 ore." Mi dice senza emozione, sbatte la porta e la chiude a chiave.

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"Svegliati, Heather" Dice l'Ufficiale Bailey mentre bussa alla porta. Non avevo notato che mi ero addormentata, non so come abbia fatto dato che questo letto è davvero troppo duro.

Mi alzo e cammino verso l'Ufficiale. "Cosa c'è?" Chiedo.

"Vieni con me" Dice con un tono freddo, mi pende il braccio e mi porta con lui.

"Dove andiamo?" Chiedo.

"Il Dr. Hemmings ti vuole vedere."

"Ma oggi non è un giorno previsto nel quale ho terapia. Io non dovrei andare." Dico, cercando di uscire dalla sua presa. Lui non mi risponde ed intanto ci ritroviamo davanti ad una porta argentea. Bussa e Luke apre la porta.

"Heather," proclama, "Fantastico, ce l'hai fatta a venire. Per favore, accomodati, così che possiamo parlare. "

Cammino all'interno della stanza, è piccola, ma in qualche modo confortante. I muri sono di un azzurro chiaro e al centro della stanza c'è una scrivania, alla quale Luke si siede, dal legno scuro con davanti una fila di sedie.

"Perché sono qui?" Chiedo mentre mi metto a sedere.

"Sembra che abbia sbagliato il giorno nel quale hai la terapia di gruppo. Ce l'hai di mercoledì, che è domani, e volevo solo parlare con te ad uno ad uno prima che insieme a te ci fosse un gruppo. È un gruppo davvero piccolo. Ci saranno 3 ragazzi attorno alla tua età." Dice e poi prende un file con sopra il mio nome dal cassetto della sua scrivania.

"Allora, per prima cosa ti volevo fare delle domande semplici per vedere se stai pensando correttamente. Data di nascita?" Chiede. Io alzò gli occhi al cielo e rispondo.

"6 marzo, 1950."

"Bene. Dove vivi?"

"Sydney, Australia."

"Fantastico. Nome dei genitori biologici?"

"Preferisco non rispondere a questa domanda." Dico, mettendo le mani in un pugno al pensiero di mia madre che mi da la colpa su tutto.

"Perché no, Heather? " Luke chiede curiosamente.

"Beh, Dr. Hemmings-"

"Chiamami Luke," Mi interrompe.

"Luke, se tua madre avesse ucciso tuo padre e 10 anni dopo il tuo patrigno, e da la colpa a te, ne vorresti parlare? No, non credo."

"Heather, come ti ho detto prima, il primo passo per sentirsi meglio è ammettere ciò che si è fatto. Io no credo che tua madre lo farebbe se ti vuole veramente bene." Dice appoggiandosi allo schienale della sedia.

"Esattamente! Lei non mi vuole bene! Perché lei è una pazza psicotica che mi vuole vedere marcire qua dentro cosicché lei non va in prigione." Dico alzando la voce.

"Hai problemi di rabbia, Heather?" Luke mi chiede, con un tono così calmo che mi fa arrabbiare ancora di più.

"Stronzata!" Urlo e mi alzo, mettendo le mani sulla sua scrivania. In due secondi anche lui si è già alzato.

"Ti consiglio di calmarti," Dice Luke, i suoi occhi blu che si incontrano con i miei.

"Calmarmi? Calmarmi, veramente?! Tu vuoi che io mi calma mentre sono imprigionata in un manicomio per qualcosa che non ho fatto?! Ok. Mi pare perfetto. Mi calmerò non appena mi farete uscire da questo buco di inferno." Gli urlo in faccia.

Lui mi fissa per quello che sembra un'eternità. I suoi occhi, blu come l'oceano, sembravano che mi fissassero dentro l'anima, come per cercare di comprendermi. Comprendere cosa c'era in me che non andava, quando in realtà, non c'era niente. Il suo sguardo rimane, freddo e forte, mentre io cerco di ammirare ogni aspetto del suo viso. Ha un piercing al labbro che non avevo mai notato prima, mi stupisco che glielo facciano indossare.. le sue labbra sono di un rosa perfetto e i suoi capelli sono bellissimi. Credo che fosse molto popolare a scuola.

"Per oggi basta. Grazie. Adesso l'Ufficiale Bailey ti riporterà nella tua stanza. Ci vediamo domani mattina, Heather." Luke dice mentre si rimette a sedere alla sua scrivania e io vengo portata fuori dall'Ufficiale Bailey.

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Allora, innanzi tutto vi volevo ringraziare per leggere questa storia. Se c'è qualche errore che non ho visto per favore ditemelo, vi volevo dire anche che cercherò di aggiornare almeno una o due volte a settimana. Sinceramente non so come finire questo spazio autore quindi dico solo Ciao.. ahah

Asylum.》 5sos.   (Traduzione italiana)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora