Chiusi gli occhi e presi un bel respiro.
Lui si avvicinó ad un armadietto, lo aprì, e prese un righello da 60 centimetri.
Si avvicinó alla cattedra,si piegó in avanti e mi sussurró all'orecchio "abbassati i jeans e i boxer".
Le mie guance si colorarono subito di rosso e cercando di combattere la vergogna mi abbassai i pantaloni.
Capendo la mia intenzione di non rimanere completamente nudo, con il righello colpí forte la natica destra e, seppur coperta dai boxer, avevo sentito una fitta dolorosissima.Lanciai un urletto.
"Stiles abbassati subito i boxer. Non lo ripeteró una terza volta"
Li abbassai subito, sperando ingenuamente che, se avessi fatto come voleva lui, mi avrebbe risparmiato.Inizió ad accarezzare il mio sedere nudo con il righello. Potevo vedere un luccichio sadico e lussurioso nei suoi occhi. Lo eccitava infliggermi dolore.
"Come ho già detto, hai un culetto davvero niente male, Stiles. Mi piacerà parecchio.", sorrise, pensendo a ció che avrebbe potuto e voluto fare in quel momento.
"Ora, dal momento che hai fatto dieci minuti di ritardo, colpiró dieci volte il tuo bel culetto e tu conterai, chiaro?"
"Si" mormorai
"Si cosa?" urló colpendomi con il righello la natica sinistra.
Trattenni un urlo mordendomi il labbro inferiore "si signore"
"Molto bene, inziamo." Il tono di voce, seppur carico di ira, tornó regolare ma non passarono neppure due secondi che sentii un colpo diretto sul sedere.
Gettai la testa all'indietro per il dolore, sospirai e dissi "UNO"
Un altro colpo arrivó subito dopo leggermente più forte. "DUE"
La mia voce era ferma e decisa , non gli avrei dato la soddisfazione di vedermi debole.
Ogni colpivo seguiva l'altro, fin quando non mi diede l'ultimo colpo, il più forte di tutti.
Urlai dai dolore e mi inginocchiai davanti a lui. Non avrei mai pensato di fare una cosa del genere, ma una cosa era certa: più mi dimostravo umile e sottomesso più la sua ira si sarebbe placata.
Per cui, inginocchiato, con le mani dietro la schiena e la testa china gli dissi " La prego, signore, ho capito di aver sbagliato, mi perdoni e smetta di colpirmi, la prego".Sorrise compiaciuto. Del resto, aveva vinto lui. Mi aveva sottomesso, ma non sarebbe stato sempre cosí, mi sarei riscattato in qualche modo.
Dopo un paio di secondi, giusto per bearsi della visione di me inginocchiato, docile e remissivo mi accarezzó la testa come si fa con un cagnolino e disse " Vedo che stai inziando a capire, Stiles. Sei il mio cagnolino, il mio sottomesso, la mia troia. Sei MIO. Domani, visto che è sabato, verrai da me alle quattro e discuteremo riguardo un paio di cose. Ora vestiti e vattene."
Smise di accarezzarmi i capelli per strattonarli e tirarli verso l'alto in modo che mi alzassi. Indossai i boxer e i patoloni e mi avvicinai alla porta.
Prima di uscire mi disse "Puntuale Stiles"Fremetti e senza guardarlo me ne andai.
Non appena uscii mi resi conto che nulla era cambiato. Nessuno aveva sentito le mie urla soffocate, come se quello che era appena successo non fosse successo dentro la scuola popolata da oltre duecento ragazzi, anzi, sembrava come esser entrato in un altro mondo. Eppure io non riuscivo a prender contatto con il mondo reale, sentivo ancora il rumore del righello contro la mia pelle.Lo so, avevo promesso che avrei aggiornato più frequentemente ma in effetti l'estate si è rivelata tutt'altro che tranquilla. Sono contenta che molte di voi mi abbiano fatto pressione per l'aggiornamento perchè questo mi fa capire quanto stia piacendo e quanto apprezziate la storia. So che questo capitolo è più corte dei precedenti ma ho voluto tagliare delle parti superflue. Fatemi sapere se vi piace, cosa apprezzate e/o cosa vorreste che cambiassi. Un bacio e..a presto.
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The master and his slave
AléatoireStiles Stilinsky, all'ultimo anno di liceo, dovrà fare i conti con Derek Hale, giovane professore di matematica che,maniaco del controllo, mette in soggezione chiunque con i suoi occhi blu. Stiles, seppur intenzionato a resistere e a sfidare il prof...