22.00 - Zona VII - 12 gennaio 1993 - Quartier Generali Temporali

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Mi feci presentare dalla guardia all'ingresso, e raggiunsi il mio ufficio, con l'intenzione di dormire per una settimana. Stappai la bottiglia che ci eravamo scommessi (dopotutto, l'avevo vinta io) e bevvi un drink prima di iniziare a scrivere il rapporto. Sapeva di uno strano sapore, e mi chiesi perché mai mi piacesse il Vecchia Mutanda. Ma era meglio di niente, non mi piace essere sobrio, penso troppo. Ma non avevo nemmeno finito la bottiglia, le altre persone avevano i serpenti, io avevo le persone.
Digitai il mio rapporto, quaranta reclute tutte accettate dal reparto psichiatrico, quelle che sapevo essere idonee. Ero lì, no? Quindi feci richiesta di assegnarmi un'operazione, ero stanco di reclutare. Li lasciai entrambi sulla scrivania e mi diressi al letto. I miei occhi caddero sulle 'Leggi del Tempo', sul mio letto:
• Mai fare ieri quello che può essere fatto domani.
• Se alla fine ci riesci, non riprovarci.
• Un salto nel tempo ne salva nove miliardi.
• Un paradosso può essere paraggiustato.
• È più presto quando pensi.
• Gli antenati sono solo persone.
• Anche Dio si riposa.
Queste frasi non mi ispirano più come quando ero solo una recluta, trent'anni di salti nel tempo ti svestono. Mi svestii, poi mi guardai la pancia. Un cesareo lascia una grande cicatrice, ma ormai sono così peloso che non la noto finché non mi soffermo a cercarla.
Quindi sorrisi guardando l'anello al mio dito.
Il Serpente che si mangia la coda, per sempre. Io so da dove vengo, ma tutti voi zombie da dove venite?
Sentii che stava per venirmi un mal di testa, ma l'aspirina non la prendo più. Lo feci una volta sola, e tutto andò a puttane.
Quindi mi allungai a letto e spensi la luce.
Tu non sei veramente lì, dopotutto. Non c'è nessun altro qui oltre me, Jane, qui sola nel buio.
Mi manchi tanto!

Tutti voi zombie - di Robert A. HeinleinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora