5 Carpe Noctem

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Erano le 23:50 e noi stavamo ancora finendo di vestirci, Jane mise un abito corto e attillato di un intenso rosso fuoco con scollatura a V e delle scarpe nere lucide tacco 15, mentre io indossai un vestito senza spalline con la scollatura a cuore stretto in vita e in morbidi veli sulle gambe che lasciava scoperte ai lati, di uno scuro blu notte perfetto per il mio angioletto, avevo appena finito di piastrare i capelli, che ora mi accarezzavano appena le cosce.

Dopo poco suonarono al citofono, Jane mi precedette alla porta accogliendo Alex e Gabriel -siete arrivati insieme?- chiesi al mio angelo mentre Jane salutó con un bacio passionale il suo accompagnatore dai capelli corvini, la pelle olivastra e gli occhi castani.

-No, ci siamo incontrati mentre venivamo- rispose Gabriel dandomi un casto, un po' troppo casto, bacio -bene, possiamo andare allora- presi le chiavi dell'auto -noi vi seguiamo in moto- affermò Alex prima di sparire con la demone.

Arrivammo tutti al locale e poco dopo esserci seduti al bancone Jane e la sua nuova conquista iniziarono a limonare tanto che la demone quasi quasi se lo scopava lì. -prendetevi una camera voi due- dissi ridacchiando tranquilla e Jane mi sorrise a sua volta -a me basta un bagno- disse prima di andare verso la pista con Alex e trascinare lì anche me seguita dall'angelo con cui iniziai a ballare sensuale.

-Esco a fare un tiro, vieni con me- dissi prendendo Gabriel per mano e portandolo sul tetto, lui mi seguí senza dire nulla, pareva curioso.

In un paio di secondi avevo fumato due sigarette, mi bastava aspirare una volta per accendere e due per finire una sigaretta, l'aria nei miei polmoni diveniva incandescente come fosse di fuoco. Notando lo sguardo attento del biondo su di me mi voltai verso di lui porgendogli il pacchetto -vuoi?- chiesi divertita -no grazie, non fumo- disse veloce lui -non ti piace?- chiesi atona riducendo in cenere la terza sigaretta -No. Non lo so, non l'ho mai fatto- affermó lui facendomi ridacchiare -perché mai? Fumare non è mica un peccato- ero stupita, possibile che questo ragazzo non avesse mai fatto nulla di divertente in quasi ventisette anni di vita? -no, ma... è complicato, okay?- sospiró piano evitando il mio sguardo e facendomi sbuffare, mi avvicinai e gli porsi una quarta sigaretta -devi aspirare, non troppo forte, e poi espirare, nulla di piú semplice. Tieni, prova- lui eseguí bene, non tossí neppure -Allora? Non male eh- gli sorrisi prendendo un tiro -é buona- rispose facendomi sorridere, mi sembrava di avere a che fare con un bambino, gli passai un'altra sigaretta.

Mi accorsi della mancanza degli altri solo quando mi arrivó un SMS da Jane:

Io e Alex andiamo da lui cosí tu e il biondino potete darvi da fare. Poi voglio tutti i dettagli!

Mi aveva mollata qui senza neanche salutare, la stronza! Sospirai per poi lanciare uno sguardo rapido all'angelo.

Eri cosí occupata a ficcare la lingua in gola a quell'idiota da non salutarmi nemmeno? Domani non ti dirò un bel niente!

-che succede?- chiese un Gabriel dall'aria stanca, c'eravamo fumati altre tre sigarette e lo avevo trascinato ancora in pista, non doveva essere abituato a fare le ore piccole, o a bere e fumare. Sorrisi, era cosí tenero.

-niente, Jane ed Alex sono andati... se vuoi andiamo anche noi, mi sembri stanco- sorrisi prima di sentire un boato e subito dopo qualche goccia così provai ad aprire la porta ma si era incastrata la maledetta ed iniziava a diluviare.

Non c'era nessuno cosí saltammo dal tetto atterrando leggeri nel parcheggio buio senza il minimo rumore, raggiungemmo di corsa l'auto e vi salimmo. Riscaldai la mia pelle e in pochi minuti ero asciutta a differenza di Gabriel, non stacca i gli occhi dalla strada -tutto okay?- lui annuí nonostante lo senti sei tremare quasi dal freddo.

Accesi il riscaldamento e guidai veloce fino a casa parcheggiando direttamente nel garage. Gabriel scese e fece per uscire alché sospirai -Hei angioletto- lo chiamai, lui si voltò fermandosi -non puoi volare con questa tempesta, resta. Così puoi anche asciugarti- proposi.

Entrammo ed io presi dei vestiti di mio fratello da una delle stanze degli ospiti -tieni, il bagno è sopra a destra- dissi indicando le scale e porgendogli i vestiti -grazie- sussurró con un sorriso  nervoso.

Poco dopo Gabriel ritornó in soggiorno dopo essersi cambiato ma con i capelli ancora umidi e si sedette vicino a me sul grande divano davanti alla televisione, notai che guardava costantemente fuori dalla finestra la tempesta che imperversava. Inizialmente pensai che probabilmente aveva fretta di tornare poi peró mi accorsi che il suo turbamento non era legato alla mia prolungata vicinanza poiché mi si era ulteriormente avvicinato ed ora eravamo poggiati l'uno all'altra.

Mi corrucciai osservandolo, non era da me preoccuparmi per qualcuno, soprattutto un pennuto, ma mi stavo abituando a Gabriel e mi stranii un po' nel vederlo così, senza pensarci gli passai una mano tra i capelli dorati facendolo voltare di scatto -forse dovresti riposare- dissi piano, lui mi guardó senza dire nulla poi poggiò la testa sul mii grembo accoccolandosi quasi, poco dopo dormiva tranquillo.

Odiavo in modo assoluto essere toccata, se non si trattava di sesso almeno, ma lo lasciai fare sia perché avevo il forte sentore che stesse male sia perché, stranamente, non ero infastidita, era una strana sensazione sí, ma non fastidio.

Dopo un po' mi venne sete così spostai delicatamente l'angelo e andai in cucina per bere una bottiglietta d'acqua, che portai poi in soggiorno dove trovai Gabriel che sbadigliava stropicciandosi gli occhi, mi fece sorridere. Sembrava proprio un bambino.

-dov'eri?- chiese con voce un po' roca -in cucina, avevo sete- risposi porgendogli lavoro bottiglietta -grazie-  -credo che sia meglio andare a dormire, tu ne hai di certo bisogno ed anch'io sono stanca.- affermai spegnendo la televisione, lui annuí ancora assonnato ed io l'accompagnai nella camera degli ospiti, stavo per andarmene quando mi chiamò -Eris- mi voltai -è solo che...- si morse il labbro, su cui cadde subito il mio sguardo, e guardó fuori verso il cielo illuminato da lampi e fulmini.

Il temporale era sempre piú intenso e tuoni e lampi erano davvero tanti -ecco io...- la voce del angelo attiró di nuovo la mia attenzione, evitava accuratamente il mio sguardo -proprio non amo i temporali ecco, non è che potresti... restare insomma?- chiese tenendo lo sguardo ben lontano dal mio -solo per un po'- aggiunse veloce con un sorriso imbarazzato che mi fece sorridere a mia volta.

-va bene- dissi togliendomi scarpe e vestito rimanendo così solo in intimo, mi infilai sotto le coperte e Gabriel mi strinse come fossi un peluche, ad ogni tuono mi sembrava stringesse la presa ma non mi dava fastidio, dopo molto ci addormentammo così.

Sarai MioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora