Capitolo uno.

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"Muovi quel culo ci aspettano in spiaggia." Mi urla Joseph dalla sua macchina.

"Arrivo non rompere." Gli rispondo dalla finestra. Scendo giù e saluto mamma con un leggero bacio sulla guancia. "Fai attenzione tesoro"dice mia madre in modo dolce.

"Tranquilla mamma." gli rispondo. Esco chiudendo la porta alle mie spalle e trovo quel cretino del mio migliore amico a fumare una delle sue solite sigarette. "Sai non ti fa bene fumare, potresti esaurire l'ultimo neurone che ti rimane." gli dico schernendolo. "Stà zitto Andrew, ci metti una vita a scendere ogni volta neanche fossi una ragazza." preme l'acelletatore e fa partire la macchina. Arriviamo in spiaggia e scendiamo dall'auto. Noto che è piuttosto silenzioso, caratteristica che è di solito mia. "Amico tutto bene? " gli domando preoccupato.

"Si tutto bene perché? " mi domanda, facendo finta di essere indifferente. Joseph non riesce mai ad esprimere le sue emozioni e quando raramente lo fa, significa che c'è qualcosa sotto. Tutti lo credono un ragazzo insensibile che usa le donne per il sesso, ma non tutti sanno ciò che ha dovuto affrontare, ecco perché indossa la sua maschera d'indifferenza. Ci conosciamo dai tempi dell'elementari e siamo sempre stati buoni amici, uno sa tutto dell'altro. C'è sempre quando ho bisogno di lui.

"Sei strano. " gli dico appoggiandomi nella macchina. "Cosa ti turba?" gli domando, sperando in un suo sfogo.

"Oggi mio padre ha chiamato mia madre, vuole il divorzio." mi risponde freddo. I suoi genitori si sono lasciati quattro anni fa, sua madre tradiva suo padre ed Andrew lo scoprì. Andò subito a dirlo a suo padre e così successe il tutti. In quei giorni Joseph si sentiva in colpa, pensava che se non glielo avesse raccontato magari starebbero ancora insieme. Ma Joseph non potè accettare un tale tradimento da parte di sua madre, e da allora non hanno più rapporti, nonostante lei lo cercasse sempre. Gli dó una pacca sulla spalla, so che le parole non servirebbero a niente. Cerco di far cadere il discorso nell'aria e cambio argomento. "Hai sentito Ben in questi giorni?" gli domando. "Si mi ha chiamando pochi giorni fa, stà ancora a Barcellona con Hanna." Mi risponde. Camminammo lungo la spiaggia e ci sediamo nel solito punto. Mentre osservo Joseph assumere la sua solita maschera da menefreghista che ci prova con tutte, la mia attenzione viene attirata da una figura. Esce dall'acqua con una leggiadria innaturale, come se solo lei avesse il potere di rimanere leggera anche quando cammina dentro l'acqua. I capelli bagnati, fanno cadere delle gocce che le incorniciano il corpo. Un corpo davvero troppo bello, quasi da essere ritenuto stranamente innaturale. Di solito non mi fisso a guardare le belle ragazze in modo insistente, ma non riesco a toglierle gli occhi di dosso. Si tampona il corpo bagnato e proprio mentre la osservo, si gira e mi sorride. Un sorriso che mi spiazza. I suoi denti bianchi spiccano in contrasto alla pelle un pò scura per via dell'abbronzatura, quasi mulatta potrei dire. Cerco di distoglie lo sguardo ma i miei occhi cercano sempre quella figura ignota. Joseph si accorge della mia distrazione e mi riporta alla realtà. "Amico sei imbambolato che guardi?"

"Conosci quella ragazza?" gli domando indicandola con la testa. Lui segue il mio campo visivo e annuisce. "Si, si chiama Stefanie, è arrivata qui da New York da qualche mese." , "Mai vista." dico continuando a guardarla.

"Stai sempre con il naso tra i libri ecco perché non l'hai mai vista. Qui in città la conoscono tutti ormai, è davvero forte!" esclama Joseph.

Cerco di volgere l'attenzione su altro, e di tanto in tanto la osservo di sottecchi.

Passiamo il pomeriggio a bere birra sulla spiaggia e a giocare a racchettoni. Colpisco la pallina con la palla, ma Joseph sembra interessato ad altro. "Joseph smettila di sbavare ad ogni ragazza che vedi passare." gli dico buttandogli la pallina. Lui me la rimanda. "Vedi quella bionda, si chiama Dana ed una delle poche ragazze che non mi sono ancora fatto." mi dice, osservandola. Volgo lo sguardo verso di lei e noto che è una bellissima ragazza, il solito prototipo che piace a Joseph. "Fammi gli auguri amico." dice toccandomi la spalla e lasciandomi solo. Raccolgo le racchette e torno a sedermi. Mentre fissavo le persone in acqua, vedo che qualcuno mi si avvicina. All'inizio non riesco a scorgere la figura, per via del sole, ma una volta davanti a me la riconosco. Lei si siede sulla tovaglia di Joseph, accanto a me. "Ehi ciao, piacere sono Stefanie." dice porgendomi la mano. Gliela stringo e mi presento. "Andrew."

"Ho notato che mi guardavi prima." dice appoggiando la testa sulle sue ginocchia. Io arrossisco violentemente, forse l'ho guardata troppo intensamente. Cerco di riprendermi e tornare al mio colorito naturale."Scusa se ti ho imbarazzato, è solo che non ti avevo mai visto." le dico. Lei mi guarda sbattendo quelle sue foltissime ciglia e gli occhi di cui prima non riuscivo a scorgerne il colore, sono verdi, d'un verde cristallino. È come se le sue pupille fossero state dipinte con un'acquerello da un pittore. "Tranquillo eri piuttosto dolce nel farlo. " dice sorridendomi.

"Devo esserti sembrato un pervertito." gli dico abbondando un sorriso. Lei mi sorride ancora. "No affatto, più che altro mi guardavi come se volessi imprimermi nella mente."

"Infatti è così." gli dico sincero. Sono sempre stato diretto con tutti. Mi piace essere sincero, odio dover fingere di essere quello che non sono. Lei sembra essere sorpresa dalla mia affermazione. "E come mai." mi domanda. "Non lo so mi incuriosisci." gli rispondo. Volge lo sguardo al mare e dopo qualche attimo di silenzio si gira e mi guarda. "Sei di qui?" mi domanda.

"Si sono nato e cresciuto qui. Tu sei di New York giusto? " gli dico guardandola. "Si mi sono trasferita qui da quattro mesi. Ma tu come sai che vengo da New York?" mi domanda curiosa.

"Me lo ha detto il mio amico Joseph." dico indicandolo. Lei si gira in sua direzione. Si dà da fare con Dana. Dopo si rigira e torna a guardarmi. "Non sapevo fossi amico di Joseph." esclama. "Da quando avevamo sei anni." gli racconto.

"Allora perché non ti ho mai visto prima?" mi domanda fissando i miei occhi.

"Non sono il tipo che va alle feste come fa Joseph, di solito sono impegnato a studiare." gli dico.

Lei si inumidisce le labbra. I suoi gesti sono così seducenti e raffinati al punto giusto. È impossibile non notarla. Si alza dalla tovaglia."Ora vado è stato un piacere conoscerti." dice spostandosi una ciocca di cappelli dietro l'orecchio.Mi alzo anch'io e gli porgo di nuovo la mano. "Anche per me." Lei me la stringe.

Si allontana di qualche passo e io resto lì a guardarla. Successivamente si gira. "Mi piacerebbe rivederti." dice con una punta di imbarazzo. Io le sorrido. "Anche a me." Mi sorride a sua volta, lasciandomi lì ad osservarla mentre si allontana con tutto il suo fascino.

Nota Autrice.
Salve ragazze questa è la mia seconda storia. Vorrei candidarla al whattys 2015, quindi fatemi sapere che ne pensate. Non è una ff quindi è molto diversa dalla precedente. Fatemi sapere i vostri pareri commentando e votando. Al prossimo capitolo. ♥

L'estate che cambiò tutto. [#Whattys2015]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora