Non riesco a trattenere le lacrime.. Ho sempre considerato me stessa una persona forte. Non piango mai davanti agli altri, e non mostro mai le mie debolezze. Ma non fraintendete quello che sto dicendo. Non vedo il pianto come una debolezza. Per me é come uno sfogo con il quale oltre a liberare le lacrime, libero una parte dei miei problemi. Una piccola percentuale se ne va, e si tratta di quella percentuale che mi permette di sorridere l'indomani, e di dare la colpa delle occhiaie alla notte insonne a causa del ciclo. Non mi piace piangere davanti agli altri, perché significa mostrarsi vulnerabili e alcuni, o almeno quelli che conosco io, ne approfittano per ferirti ulteriormente. Piango, perché so quello che mi aspetta oggi. Non una festa, non dei regali, non la felicità che si dovrebbe provare questo giorno.. mi aspetta solo la costatazione di non essere importante per delle persone che lo sono per me, mi aspetta la delusione nello scoprire che nessuno si ricorda che giorno é oggi. Sdraiata sul letto, allungo la mano verso il comodino e prendo le cuffie azzurre che mi sono state regalate da mio zio. Ne rompo un paio al giorno e ogni volta é lui a comprarne delle altre. Vengo cullata dalla dolce melodia della canzone "Lucy" degli SKILLET, uno dei miei gruppi preferiti, ed é così che finalmente riesco a calmarmi e a prendere sonno. Il mattino seguente vengo svegliata da un messaggio. Prendo il telefono, che é stato in carica tutta la notte, e alzo inconsapevolmente gli occhi al cielo quando mi rendo conto di chi é il mittente.É di Riccardo, un ragazzo che ho conosciuto nei corridoi a scuola. Ha 3 anni in più di me e, stupido com'é, é riuscito addirittura ad arrivare in quinto e a fare gli esami di maturità.
"Tanti auguri bea. Stai morendo dalla voglia di stare con me?"
"Grazie porco- si, sono sempre amorevole- in realtà sto morendo di sonno, e questo é solo per colpa tua visto che mi hai svegliata!"
"Sisi, stai proprio morendo dalla voglia di stare con me. Hai casa libera oggi?"La mia bocca in questo momento ha preso le sembianze di un grosso "o".
"Ma cosa ti salta in mente, meretrice che non sei altro!?"
"Lo prendo come un si. Allora ci vediamo dopo.. ;)"Beh, se qualcuno mi avesse scritto "ci vediamo dopo" non mi sarei preoccupata più di tanto. Ma Watson, qui abbiamo un problema. Io non vivo in una città, ma in un paesino vicino a tanti altri. Per andare a scuola,che si trova in un piccolo centro abitato a metà strada tra il mio borgo e il suo, devo farmi 20 minuti di pullman e per lui é lo stesso. Ergo, secondo i calcoli dell'Einstein che é in me, per lui sono circa 45 minuti di macchina per raggiungermi. E lui non ha una macchina. Quindi.. mi sta prendendo per il culo. BENE. Sbuffo e decido di alzarmi per fare colazione. Mentre cammino per raggiungere il piano terra, mi soffermo vicino alla grande finestra che illumina la rampa di scale che sto percorrendo, e mi accorgo di essere nel bel mezzo di un temporale estivo. Semplicemente amo questi temporali, perché arrivano improvvisamente e altrettanto improvvisamemte vanno via.. un po' come la felicità. Nella mia testa si susseguono le immagini della sera precedente e, con addosso un sorriso e il mio pigiama rosa confetto, decido di non farmi rovinare questa giornata dagli altri. Così continuo a camminare verso la cucina , questa volta con passo più spedito, perché é li che troverò i miei genitori e non voglio rinunciare ai loro abbracci e ai loro sguardi amorevoli. Giungo finalmente nella grande stanza con le pareti gialle e.. non trovo nessuno né a farmi gli auguri né a darmi il buongiorno. MOLTO BENE.
Buon complaenno a me.

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RomanceUltimamente avevo iniziato ad apprezzare la stupida cassapanca posta sotto la finestra. Era lì che passavo le giornate, perché se fossi tornato da me dalla finestra ti avrei subito visto. Era lì che pensavo a tutte le volte che la mia testa aveva to...