Biografia

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Mi chiamo Allen C. Kupfer. Ora ho 50 anni. Sono professore d'inglese all'università statale di Long Island, dove insegno ormai da oltre 20 anni. Ho scritto e pubblicato qualche racconto irrilevante e ho scritto un romanzo - un western, pensate un po' - diversi anni fa. I miei gusti hanno sempre gravitato intorno all'insolito, diciamo così, il lato più oscuro dell'esistenza mi ha sempre attratto. Mi ricordo che il primo racconto che ho cercato di leggere da bambino fu Il cuore rivelatore di Poe. Benché non l'avessi capito del tutto, mi aveva conquistato. Lessi altri racconti di Poe, continuando a tenere nascosta la cosa ai miei genitori che, con mia grande sorpresa, quando scoprirono che avevo attinto a quei loro Poe della pagine ingiallite rilegate in tela, m'incoraggiarono a leggere di più. Ero fissato anche con i fumetti, però non ero attratto dai soliti Superman o Batman. Preferivo quelli in cui l'eroe aveva poteri limitati o nessuno. Personaggi normali che affrontavano strane minacce sovrannaturali o aliene, in luoghi del tutto inaspettati. Durante i miei viaggi in quei mondi fantastici, i miei genitori - specialmente mia madre, che aveva uno spirito artistico - mi sollecitarono a leggere qualsiasi cosa volessi senza timore di rimproveri o critiche. Un'altra delle mie più grandi passioni adolescenziali negli anni'60 era passare il sabato pomeriggio al cinema con i miei amici. E ciò valeva soprattutto se il programma annunciava la proiezione di due film horror, come succedeva quasi sempre a Brooklyn. Mi perdevo nelle delizie da incubo in bianco e nero di La maschera del demonio di Mario Brava; ero in estasi quando il film con Christopher Lee o Peter Cushing arrivava dall'Inghilterra e ridacchiavo di gioia colpevole quando un lucertolone gigante distruggeva Tokyo o se Maciste liberava cittadini romani dalle grinfie di un tiranno incantatore. Sì, come le ragazze, il rock and roll e il baseball, quei fantastici spettacoli del sabato avevano un posto di primo piano nella mia giovane esistenza...e in seguito, con grande sorpresa di tutti, divennero parte integrante della mia educazione e carriera professionale. Perché, potreste chiedere, vi sto annoiando con questi dettagli autobiografici? Ci sto arrivando: vorrei farvi capire che non sono pazzo ne paranoico sebbene sia stato accusato proprio di questo da persone di mia conoscenza e da altre che si ostinano a rendermi la vita insopportabile. Ho trovato un libro.
Tutto qui.

Il diario del Professor Abraham Van HelsingDove le storie prendono vita. Scoprilo ora