Settimo foglio. 29 luglio 1886

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Sono sconvolto. Però ormai mi sono ricomposto cercherò di mettere sulla carta e terrificante tragici eventi degli ultimi giorni. Sono successe così tante cose.. così tante che non riesco a crederci...ma devo, perché sono stato testimone di tutto. Il dottor Borescu tornò a casa più tardi di quanto previsto. Con padre Dobra accanto, mi presentò le sue scuse che, gli assicurai, erano superflue. Ci sedemmo davanti a una cena ancor più magnifica di quella sera prima. Dopo, com un bicchiere di brandy in mano, andammo nella biblioteca in cui avevo passato tutto il giorno. 《Spero che non vi siate annoiato troppo.》disse Borescu. 《 Oggi spostarsi è stato difficile. Per qualche motivo le strade presentavano più ostacoli del solito.》
《 E i vostri pazienti?》 mi informai.
《 Il solito. Tranne per una donna che avrà bisogno di un'altra visita tra due giorni. Soffre di problemi cardiaci ed è piuttosto anziana.》
Padre Dobra disse qualcosa e Borescu tradusse. 《 Il padre afferma che ieri notte il suo orto, dietro la canonica, è stato distrutto dai vandali. Non è rimasta integra una sola rapa.》
《 Forse un servo affamato...Magari due cervi affamati》, scherzai.
Il dottore riferi' la mia osservazione al sacerdote. Padre Dobra scosse la testa e parlo di nuovo. Porse un oggetto al dottore che lo prese e lo studiò attentamente. Io non potevo vederlo bene ma a giudicare dall'odore capii di cosa si trattava. 《 solo l'aglio non è stato distrutto.》mi informo' Borescu con una smorfia.
《 crash a un'estremità dell'orto, il lato più vicino alla canonica.》 E mi passò una testa d'aglio. 《Aglio》,ripetei. 《 Secondo l'interessantissimo libro che padre Dobra vi ha affidato in custodia, i vostri vampiri non possono sopportare l'aglio. Li repelle.》Borescu sorrise 《I miei vampiri? Allora prego che rimangano i miei vampiri, dottore, sebbene, come voi già sapete grazie alle nostre discussioni precedenti, temo che la loro diffusione mi renderai vampiri di molte persone. 》 Di nuovo provai un certo imbarazzo. 《 Dottore, vi prego di perdonare la mia mancanza di finezza linguistica. Non intendevo...》
《 Sto solo scherzando.》Borescu sorrise si voltò verso padre Dobra, che decise di sorridere a sua volta, benché sono certo che non capisse il motivo di tanta allegria. Dobra disse qualcosa di nuovo il dottore resr le sue parole comprensibili. 《 Il padre vuole sapere perché sorridiamo, dato che stiamo parlando di aglio e vampiri.》 Allora noi due medici ritengo di cuore per la natura assolutamente ridicola di quella conversazione. Poi sorseggiai l'eccellente brandy ambrato, imitato dai miei due anfitrioni. 《 Allora, che cosa avete pensato del libro, dottore?》mi chiese Borescu.
《 Era molto interessante.》 Risposi con sincerità. 《Alcune teorie le avevo già sentite, sebbene non necessariamente collegate ai vampiri propriamente detti. Sono sempre meravigliato da come il folklore delle varie regioni della terra presenti così tante militudini, e così tanti temi e persino figure che in parte - qual è il termine? - coincidono》.
《Ah, si》, convenne Borescu. 《 e questo non mi suggerisce forse che ci possa essere almeno qualche granello di verità, in questi miti? Oppure, come qualcuno ha suggerito, sono mere personificazioni di ansie profondamente sentite, profondamente interiorizzate? Di certo voi ne sapete più di me, dottore, dato che vostri studi sul cervello umano sono molto più estesi dei miei.》 Sorseggio' di nuovo il suo brandy, poi chiese: 《 Quale teoria prediligete?》 Quel giorno mentre leggevo avevo riflettuto su quelle stesse questioni. Così risposi senza esitare: 《 Io credo che ci sia del vero in entrambe. Ma, più probabilmente, nella seconda.》
《 Sono più riflessi delle ansie delle paure umane che pericoli reali?》
《 Credo di sì.》
《 Persino dopo ciò che avete vissuto ieri sera?》
《 Sì, lo credo ancora.》
Forse stavo facendo un po' l'avvocato del diavolo, perché realtà non sapevo più cosa pensare. Gli eventi della sera prima erano notevoli, forse sembravano persino sovrannaturali. Ma, come uomo di scienza, per quanto aperto a idee strane ai canoni accademici e alla medicina moderna, sentivo che ci sarebbe voluto ben più di un evento inspiegabile per convincermi di.. che cosa?... Forse dell fatto che vampiri, i demoni, e le streghe esistevano veramente?
《 Mi dispiace, Dottor Borescu, ma...》
《 Vi prego amico mio, vi prego》, m' interruppe.
《 Vi ho già detto che all'inizio io ero forse persino più scettico di quanto lo siete voi adesso. Non scusatevi se avete difficoltà a credere a quanto ho stabilito essere i fenomeni reali...è una vera minaccia. Alla fine vi convincerete, oppure no. In entrambi i casi, voi siete un dottore stimato e rimarrete sempre mio amico. Quindi eliminiamo le scuse.》
《Vi ringrazio》risposi, toccato dai suoi commenti cordiali e amichevoli. 《Ovviamente, sono più che desideroso di discutere la possibilità di casi di vampirismo e della malattia che si è diffusa nel vostro Paese.》
《Ne sono lieto.》
《Ditemi...》ripresi 《Quale pensate siano la natura e l'origine della malattia?》
Borescu terminò le ultime gocce di brandy e appoggiò il bicchiere su un tavolino di legno. 《Ho qualche teoria a proposito. 》
《E sarebbe...?》
Borescu fece un cenno al sacerdote che, dopo aver vuotato il suo bicchiere bombato, lo stava riempiendo di nuovo di brandy. 《Padre Dobra sembra privilegiare la teoria secondo la quale l'origine della malattia è dovuta a una maledizione. 》
《 Una maledizione?》ripetei. 《Da parte di chi? Contro di chi?》
《 Da parte dei nostri nemici durante il Santo Flagello, secoli fa.》
《 Vi riferite alle Crociate, nevvero?》
《Sì》, confermo' Borescu 《 Ho letto alcuni resoconti piuttosto antichi. E secondo le informazioni che ho raccolto da altri medici e sacerdoti - il nostro padre Dobra è un pozzo di informazioni - , i primi casi cominciarono poco dopo la fine di quelle guerre. Così buon padre qui presente convinto che sia stata lanciata una maledizione contro i soldati, durante o dopo i combattimenti. 》
《 Da parte del nemico?》
《Da qualcosa o qualcuno. Non credo che le altre fedi abbiano un potere superiore o inferiore a quello del Cristianesimo. In ogni caso, questa malattia, prima di allora, qui era sconosciuta》
《 E voi prestate credito alla teoria del vostro amico?》
《 Dottore, diciamo che di questi tempi sono poche le cose che mi sento di escludere. Ho visto troppi eventi che non possono essere spiegati razionalmente. Tuttavia, sebbene io credo che in qualche modo questa epidemia si è collegata alla Guerre Sante, sono convinto che sia più probabile che siano stati i saldati, entrati in contatto col morbo durante combattimenti, a portarla a casa con loro. Non sarebbe la prima volta che una regione del mondo porta la malattia in un'altra regione.》
《Certamente》, convenni. 《Infatti, la settimana scorsa, ho letto un articolo sulle malattie propagate tra la popolazione indigene delle Americhe dai primi coloni europei. Estremamente interessante. Ma sto divagando. Continuate, vi prego.》
Padre Dobra, che aveva terminato il suo brandy, riempi di nuovo il bicchiere con il liquido ambrato e disse qualcosa. Borescu annui', poi si volto nuovamente verso di me.
《 Il mio amico mi ricorda che, secondo a maggior parte degli ecclesiastici e degli abitanti del villaggio, all'epoca la maledizione venne lanciata contro un despota locale, un certo Vlad Tepes, un eroe di guerra, ma anche un sovrano tirannico e brutale, al suo ritorno nella terra natia.》
Il sacerdote inghiottì un sorso di brandy e disse; 《Vlad Tepes...nosferatu!》Poi si fece il segno della croce.
《Nosferatu》, ripeté Borescu. 《Un vampiro. Un demone. Il dannato. Il morto che cammina.》
《 Credete che questo Vlad Tepes sia in qualche modo collegato alla maledizione e alla malattia?》
Borescu si strinse nelle spalle. 《Ciò spiegherebbe perché quell'uomo sia diventato carnefice della sua stessa gente e le altre atrocità che ha commesso. Ma non esistono prove conclusive, quindi sono solo tutte congetture.》
《 Questo Vlad Tepes... La sua famiglia esiste ancora?》
《 Non aveva figli, né eredi di cui qualcuno si ricordi o abbia notizia. Ma qualcuno abita nel suo castello, che non è poi molto lontano da qui.》
《 qualcuno si è mai informato sui suoi abitanti?》
Borescu sorrise. 《 No, Dottore. Nessuno si avvicinerebbe al castello. E, mi vergogno a dirlo, io mi includo in tal novero. C'è qualcosa in quella zona. Persino la vegetazione è malata e l'aria stessa su quelle montagne è umida e irrespirabile. Ringrazio Dio tutti i giorni di non essere mai stato chiamato a visitare nessuno in quel castello maledetto.》
Stavo per replicare, quando sentimmo un trambusto fuori dalla casa. Alcune voci umane gridavano, sovrastando il nitrito dei cavalli. Ci alzammo tutti e tre e ci dirigiamo alla porta. Caren era già li, con la mano sul chiavistello. All'esterno, una voce disperata chiamò il dottore. Lui si avvicinò una finestra della facciata, scosto' le tende, sbircio' fuori e disse a Caren: 《 Aprite la porta》.
Lei tirò il chiavistello e spalancò l'uscio. Fuori, nell'oscurità, un uomo, un contadino a giudicare dall'aspetto, sorreggeva tra le braccia una donna. Borescu gli fece cenno di portarla dentro. L'uomo, poveramente vestito, fece sedere la donna sulla sedia più vicina e disse qualcosa a Borescu, che, alle sue parole, spalancò gli occhi. Notai pure che padre Dobra aveva scoperto il grande crocifisso che portava infilato sotto la tunica. 《Dottore... a quanto pare, ora potrete osservare con i vostri occhi i sintomi dell' epidemia》, mi disse Borescu.
Mi avvicinai alla donna 《 Che cosa intendete?》
《 Intendo...questo
Scosto' il colletto della camicetta che copriva il collo della donna, sotto l'orecchio sinistro. Apparve il segno di due fori da cui stillava il sangue. Dopo essersi fatto il segno della croce, Padre Dobra cominciò a pregare. L'uomo che aveva portato la donna ferita fece un passo indietro, allontanandosi da lei e dal resto di noi. Sembrava sul punto di svenire, così lo aiutai a sedersi su una sedia. Borescu disse qualcosa a Caren, che si ritirò in cucina. La paziente cominciò ad avere le convulsioni. Il torace si sollevava si abbassava affannosamente, mentre dalla bocca uscivano sangue e muco. Borescu e il sacerdote la trattenevano a forza sulla sedia. Poi Borescu sì volto verso di me. 《 Dottore, vi prego!》disse , agitato. 《 mi dispiacerebbe andare a prendere la borsa con i miei strumenti in camera mia? La troverete in cima al cassettone.》
《 Certamente》, risposte mi diressi in fretta verso le scale. Una volta nella stanza di Borescu, individuai la borsa da medico. Afferrai la borsa e stavo per lasciare la stanza quando sentì un grido e alcuni colpi alla finestra. Con mia grande sorpresa, appollaiato sul davanzale, vidi un bambino che non poteva avere più di 5 anni. Stava bussando alla finestra e piangeva a dirotto. Gli occhi erano colmi di terrore. Dato il modo in cui continuava a guardare verso il basso, pensai che fosse in equilibrio precario sul davanzale e che rischiasse di cadere. I miei sintomi medico e di padre riemersero . Appoggiare sul letto la borsa del dottore e corsi alla finestra, aprendola con cautela, in modo che il bambino non venisse spinto giù dal davanzale. Quando la finestra aperta afferrai il bambino intorno alla vita. Poi venni colto da una strana sensazione. C'era una mano sopra il mio braccio, dietro il ragazzino. Mi tirava il braccio verso l'esterno, come per liberare il bimbo dalla mia presa salvatrice. Mentre allentavo la presa, il bambino comincia a sorridere, poi a ridere malignamente a pochi centrimetri dei miei occhi. Fu allora che notai grandi canini che gli ornavano la bocca. Sibilo' contro di me nel terribile dei modi - che un suono così malvagio potesse provenire da un bambino, un'anima innocente, mi colpiva nel profondo - e poi scivolò dove non potei più vederlo, fuori dal mio abbraccio allentato, chissà dove, l'ha sotto, senza più rumore. Adesso potevo vedere e sentire la mano che mi aveva afferrato il braccio. Sembrava esserci solo quella, una mano fredda ma decisamente femminile, perché era liscia e le dita apparivano sottili e adorne di unghie lunghe. Però non sarà un corpo visibile attaccato a quella mano. Era impossibile! Ma, prima che potessi usare ulteriormente i miei sensi, la mano si stringe intorno al mio polso e, con una spinta in avanti ferma e incredibilmente energica, mi respinse all'interno della stanza con tale rapidità e forza che barcollare all'indietro per diversi passi e caddi sopra il comodino, rovesciandolo. Sbattei la testa contro una colonnina del letto e mi sentii la testa completamente annebbiata. Ero anche spaventato...Chi non lo sarebbe stato? E il mio allarme crebbe quando vidi la donna, che ora sedeva sul davanzale, dondolando una gamba nuda e rivelando il corpo voluttuoso in tutta la sua magnificenza. D'un tratto non vedi nient'altro, non pensai a nient'altro. Mi misi a sedere sul pavimento, con la schiena contro la porta chiusa, e fissai la donna alla finestra. I suoi occhi erano color nocciola con alcune pagliuzze rossastre. Sembravano molto evocativi, eppure vuoti, privi di emozione. Mi fissavano intensamente. La donna sollevò la gamba, che prima dondolava senza toccare il pavimento della stanza, e appoggiò la pianta del piede sul davanzale. Mi offrì la vista completa della curva sontuosa della sua coscia, dei muscoli scultorei del polpaccio e della caviglia delicata. Le linee della schiena delle natiche erano seducenti oltre ogni dire, e lei doveva saperlo, perché, inarcò la schiena, mentre la fissavo, sollevò la testa con uno scatto e si lecco' le labbra, senza staccarmi di dosso quel suo sguardo ammaliante. Il cuore mi batteva forte, il desiderio cresceva dentro di me. E io, come un maledetto idiota, le feci cenno di entrare. La donna appoggio' i piedi sul pavimento, ma rimase con le natiche sul davanzale, come se stesse aspettando il momento giusto per entrare completamente. Ormai avevo la visione completa. I suoi seni - Dio perdoni la mia debolezza e la propensione alla concupiscenza - erano pieni e rotondi e, mentre lei ci passava in mezzo alla punta delle dita della mano destra, lentamente, sentii i genitali fremere e gonfiarsi e la mia mente venne invasa da pensieri lascivi. Lei mosse la testa e i lunghi capelli scuri ondeggiarono intorno al capo e ricaddero sulla fronte, incorniciandole il viso e il busto. Ma persino attraverso quei capelli di seta, i suoi occhi - quei due fuochi tentatori - mi chiamavano, promettendo le delizie dei sensi. Ero suo schiavo. Non posso pretendere di ricordare le mie parole alla lettera - e non ho intenzione di farlo -, pero' la implorai di entrare in camera. In quello che sembrò un unico movimento fluido, scivolò a sedere sul letto, facendo cenno di avvicinarmi a lei. Cammina carponi per pochi metri che mi separavano dalla finestra del letto e sollevai lo sguardo verso di lei. la donna stava cullando delicatamente seni tra le mani, come se mi stesse offrendo in dono squisita frutta esotica. Le sue labbra non si muovevano, eppure sentii - avvertii - le sue parole : 《Sono Malia. Vieni da Malia.》Mi misi a sedere sul letto e le si avvicinò, strisciando sulle ginocchia. Mentre si chinava sopra di me, le sue labbra mi sfiorarono la guancia il collo, leggera come una piuma. Fece scivolare la mano sinistra dietro la mia testa e rimase così, a sostenermi il capo con delicatezza. le lunghe unghia dell'altra mano graffiarono lo sparato della mia camicia, poi ripeterono il gesto sulla mia coscia sinistra. Nei più profondi recessi della mia mente, nella mia anima, sospetto che volesse appellarmi a Dio perché mi impedisse di commettere un atto peccaminoso con quella donna tentatrice. Non ho dubbi: ritengo che quello stato eccitato aspettativa fosse tanto più intenso proprio perché sapevo che quell'atto era peccaminoso. Ormai sentivo i suoi seni pieni contro il mio petto, sentivo l'onda dei tuoi capelli ricadermi sulla spalla, sentivo il suo respiro contro il mio orecchio, sentivo la punta della sua lingua sulla pelle sensibile del collo, sotto l'orecchio. Le mie braccia le circondarono la schiena e io la attirai a me. Il suo respiro si fece più profondo, ma più breve. sentii le sue labbra schiudersi sulla pelle del mio collo. non potevo resistere. Sentivo che dovevo possedere quella donna. non c'era più nessuna possibilità di tornare indietro.
Nessuna!
Improvvisamente la porta si spalancò con violenza e apparve padre Dobra e il dottor Borescu. Dobra entrò per primo nella stanza, il filo una mano nella tonaca e ne estrasse il grande crocifisso. Quando la donna vide il sacro oggetto, la sua carne, ancora stretta contro di me, divenne fredda. Sì staccò e, con un movimento che posso solo definire strisciante, scivolò via dal letto e si avvicinò alla finestra. Padre Dobra mi respinse sul letto, credo per impedirmi di seguirla, invocò diverse volte il nome del Salvatore. Non potei vedere come lei stesse reagendo. Ma, dato che ero voltato verso la porta, vidi il dottor Borescu estrarre di tasca una revolver e puntarlo contro la donna. Tuttavia, prima che potesse sparare, una figura sfreccio' verso la porta e, da dietro, circindo' Borescu con le braccia, facendogli mancare la mira. La pallottola si conficcò nel pavimento. In quel momento , riconobbi il contadino che aveva portato al medico la paziente solo qualche momento prima. Però, in qualche modo non era lo stesso uomo. La pelle era diventata grigio cenere e, mentre stringeva a se Borescu, notai che i suoi canini erano sporgenti e appuntiti come quelli di un serpente velenoso. Borescu l'ottava per liberarsi. nel frattempo la donna era sparita fuori dalla finestra. Papere Dobra mi lasciò andare, rivolto per affrontare i due uomini che lottavano, e vide quello che eviti io: il contadino fondò le zanne nel collo di Borescu e cominciò a succhiare con forte avidità. Il sangue scorreva lungo il collo del dottore, raccogliendosi sulla bocca e sul mento del contadino. Dobra lanciò un urlo e scagliò il crocifisso contro l'aggressore e lo colpì piatto in cima alla testa di cui, dato che la bocca dell'uomo era ancora attaccata al collo del dottore, avevamo piena visione. Sorprendentemente, quando il crocifisso si abbatté sulla testa dell'uomo, vi rimase attaccato come se fosse stato incollato. L'uomo gemette di dolore, lasciò andare Borescu e tornò incespicando verso la porta. cercava disperatamente di staccare la croce scuotendo con violenza il capo e tirandola con le mani. Ma invano. la stanza venne invasa da uno sgradevole odore di capelli bruciati e in un attimo la pelle sulla testa dell'uomo si sciolse e poi prese fuoco. Lui ruggi' di dolore cominciò a indietreggiare verso il muro; il crocifisso affondò bruciando nella carne come farebbe un ferro incandescente troppo allungo applicato a una mucca sventurata. la carne in cima alla testa continuava a bruciare in pochi secondi quella bruciatura si era fatta strada nelle ossa e nelle cartilagini del viso. Un liquido denso e ribollente presa a colorare sulla bocca e sul mento dell'uomo mischiandosi al sangue di Borescu. Poi l'uomo crollo' a sedere e si accasciò di lato. Un odore di putrefazione in base alla camera. Tirai fuori il fazzoletto dalla tasca della giacca e lo premetti contro il collo di Borescu, era pallido ovviamente, sconvolto. Il suo corpo ondeggiava come se fosse sul punto di cadere. Disse qualcosa a padre Dobra, che si sedette al mio posto continuando a premere il fazzoletto sulla ferita del dottore. Poi Borescu mi disse flebile : 《Controllate che se ne sia andata. Ma state attento, per amor del cielo. Prendete il mio revolver. 》Recuperai la pistola e guardai fuori dalla finestra. Un albero bloccava parzialmente la vista, ma, a sinistra della grande quercia, potevo vedere bene. Comunque non scorsi nessuno. Poi qualcosa sembrò lampeggiare in lontananza, sulla collina a diverse centinaia di metri dalla casa del dottore. Il fenomeno si ripeté. Aguzzai la vista e vidi non uno, non due, ma bensì quattro occhi rossastri che ricambiavano il mio sguardo. Mentre i miei occhi si abituavano all'oscurità, potei distinguere la sagoma della donna, Malia. Però, accanto lei, c'era un uomo. Almeno credo che fosse un uomo, perché era più alto di lei di una trentina di centimetri. Qualcosa si agitava intorno a lui. Dopo un istante, mi resi conto che era avvolto da uno scialle di qualche sorta. Distolsi brevemente lo sguardo ,temendo di venire soggiogato un'altra volta . Quando guardai di nuovo...erano spariti entrambi.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 14, 2015 ⏰

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