STRANI AVVENIMENTI

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Ero avvolta in un vestito di seta rossa e avevo i riccioli biondi legati in un'acconciatura con una grande spilla a forma di farfalla. Ero completamente diversa dalla solita ragazza che studia e legge sempre. Ero elegante ma non riuscivo a comprenderne il perché. Stavo scendendo da una scalinata di marmo in una bellissima villa, era una casa stupenda soprattutto perché era piena di libri e librerie. Non capivo come ci fossi finita in quel posto ma sapevo di non volermene più andare. Camminavo stranamente disinvolta sui tacchi sfiorando il corrimano della scalinata quando ad un tratto fui travolta dalla presa stretta di un ragazzo che mi trasportò fino alla fine dei gradini. Dal tetto sopra le scale si scorgeva una crepa dalla quale gocciolava una sostanza dorata. Il ragazzo che mi aveva trascinata per non farmi bagnare dal liquido era scomparso, ero riuscita solo a scorgere due occhi grigi come la tempesta e una chioma di capelli biondi e folti.

Guardai verso le porte ma non vidi nessuno, i portoni erano chiusi; sul pavimento di fronte a me era rimasta solo una sottile collana d'argento con un ciondolo a forma di libro aperto (strano oggetto da trovare in una casa che è piena di libri!). Misi la collana al collo e fissai le gocce dorate che cadevano sugli scalini ma non arrivai in tempo a vedere cosa causassero perché tutto si fece confuso e offuscato.

Aprii gli occhi e sentii mia madre parlare. Avete presente quella sensazione quando vostra madre cerca di svegliarvi in tutti modi ma non ci riesce e quindi deve ricorrere alle misure drastiche come aprire le finestre e far entrare tutta la luce e accecarti? Ecco, mi capita ogni giorno. Anche nei week-end perché mia madre non vuole che io dorma troppo(ovviamente). Cercai di alzarmi dal letto, anche se stavo ancora ripensando al sogno, e come ogni giorno il mio cane mi saltò addosso. Adoro il mio cane ma quando la mattina viene a travolgermi e inizia a leccarmi a volte mi infastidisce.

-Argo! Giù!- ordinai e lui trotterellò verso le scale un po' offeso.Mia madre mi chiamò dalla cucina per dirmi che la colazione era pronta quindi io e mio fratello maggiore Cameron ci incamminammo. Arrivai in cucina e come al solito vidi mia madre tutta spumeggiante che preparava la colazione e quando ci vide ci accolse con un gran -Buongiorno dormiglioni!- e ci diede la colazione.Ora, è bello iniziare la giornata con una bella e sana colazione ma definire "sana colazione" nella mia casa significa che se non fai un pasto completo, inclusi frutta e dessert, alle sette del mattino la giornata andrà storta.Il destino vuole che questa cosiddetta "tradizione" si fosse avverata quella mattina stessa (o almeno così pensavo) perché saltai la parte della giornata che richiedeva di rimpinzarsi di cibo e (ovviamente) la giornata andò leggermente a rotoli. Così salii di sopra a lavarmi e vestirmi e quando finii guardai l'orologio e quasi mi venne un colpo. Era tardissimo. Mi misi a correre per la casa, rovesciai un vaso di fiori (al quale, per la cronaca, mia madre teneva molto), spostai una sedia che intralciava la mia corsa che finì precisamente sopra mio fratello Cameron. Uscii dalla porta sentendo le urla dei miei contro di me e del mio caos. Corsi più che potei e finalmente arrivai a scuola, inciampai sui gradini bagnati visto che, giusto per colmare la mia immensa fortuna, erano stati scolati dalla pioggia degli ultimi tempi in tutta New York (sì, anche d'estate). Raggiunsi la classe e notai felice che il professore non era ancora arrivato. Vado al mio posto e finalmente mi siedo.

-Buongiorno ritardataria. Come va?- disse Joe, il mio migliore amico nonché compagno di banco e di avventure. -Bene tu?

-Ti ricordi di Janice?

-JANICE?- spalancai gli occhi. 

- Beh si... alta, bionda, carina- devo ammettere che quel "carina" non mi piacque affatto.
L'oca bionda, è un comune esemplare selvaggio che si aggira per le scuole ad attirare ragazzi. Niente in contrario alle bionde, sia chiaro, lo sono anch'io. Bionda e riccia (Sì,  come Annabeth Chase? !)
-Ah si...beh...carina...

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