15 agosto (parte 2)

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Lei sorride timida, chinando la testa, e i capelli le nascondono il viso.
Odio quando fa così, sa benissimo che è fidanzato e che se dovesse succedere qualcosa sarebbe solo per stanotte, eppure sembra cascarci ugualmente.
"E Helena, dove l'hai lasciata?"
Chiedo in tono maligno, stupendomi della mia sfrontatezza, insomma, rivolgermi così a un senior!
"È a casa, non si sentiva tanto bene, in più dice di dover organizzare il nuovo anno scolastico", mi risponde innocentemente.
Che faccia tosta, penso, e li guardo allontanarsi, con una sensazione sgradevole alla bocca dello stomaco.
Sono sola, completamente sola a una festa dove non conosco nessuno, se non si conta quell'odiosa di Courtney... Ora cosa faccio?
Mi guardo intorno disperata, ma per fortuna non lontano da me trovo posto su un asciugamano.
La gente che mi circonda appare tranquilla, e soprattutto sembra non badare troppo a me, quindi mi rilasso, aspettando l'arrivo dei fuochi d'artificio.
Purtroppo, questo idilliaco momento è rovinato dall'arrivo di Preston, giocatore di baseball basso e decisamente non il mio tipo.
"Ciao", mi saluta con un sorriso "sei da sola?"
"Si, e vorrei rimanerlo." Non sarei dovuta essere così scortese, ma che mi prende stasera?
Preston non sembra però demordere, quindi, per rendere ancora più chiaro il messaggio, mi volto completamente verso la ragazza al mio fianco, in modo da dargli le spalle.
"Ti capisco, quando non afferrano l'antifona è incredibilmente frustrante", mi sorride lei, che a quanto pare è abbastanza sobria da comprendere la situazione.
Le sorrido di rimando e mi concentro sul mio cocktail analcolico, mi sembra essere la mossa più sicura da fare.
Improvvisamente uno scoppio, e poi un turbinio di colori: i fuochi sono iniziati!
Le coppiette si avvicinano tra di loro e iniziano a guardare romanticamente il cielo, e ahimè tra di loro scorgo Ari e Riley, baciarsi.
Sapevo ci sarebbe cascata, d'altronde gli muore dietro da due anni, ma sinceramente non la facevo così cieca.
Terminato lo spettacolo, in aria è rimasto un lieve odore di polvere, ma non è sgradevole... Ciò che è veramente sgradevole sono io, ancora sola, e non posso nemmeno lamentarmene, visto che chiunque provi ad avvicinarmisi viene trattato a pesci in faccia.
Ciononostante, spero comunque che qualcuno mi rivolga la parola, altrimenti rischio di morire di noia.
Mentre mi volto a scrutare la folla, colgo un bagliore dorato, e ne riconosco la provenienza: è Michael Ferguson, il quaterback della nostra squadra di football, i Lyons.
Indossa un Panama hat, i capelli biondi sono pettinati all'indietro, camicia di lino azzurra, e una barba incolta che gli dona molto.
È il più popolare della scuola, e ammetto di non essere proprio estranea ai sentimenti nei suoi confronti, ma purtroppo ha una reputazione da playboy spietato e senza cuore, mentre quando si tratta della famiglia, dei suoi amici o della squadra sa essere molto protettivo.
Sospiro, sposto i capelli biondi dietro le orecchie e sistemo meglio il top.
Purtroppo, quando mi giro noto che il posto sull'asciugamano mi è stato rubato, e l'unico libero è quello su una barca rovesciata, proprio accanto a Michael, che sta chiacchierando con una bella ragazza mora.
Mi siedo, cercando di non farmi notare, e inizio subito a frugare nella borsa alla ricerca del cellulare, tanto per avere qualcosa da fare.
"Hey", troppo tardi.
Un sorriso a mille watt mi colpisce, facendomi dimenticare anche come mi chiamo e provocandomi un probabile danno permanente al sistema nervoso centrale.
Mi guardo intorno, ma starà parlando proprio con me?
Quando poso di nuovo gli occhi su di lui, mi sta guardando con un sorriso divertito.

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