15.

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"No, non devi per forza allontanarti."
"Finirei per fare qualcosa di sbagliato, e non voglio, sbagliare." Dissi.
"Se ti piace non fai niente di sbagliato."
"Lo so, ma appunto per questo non voglio fare passi sbagliati, non voglio passare per una di quelle che fa di tutto per portarselo a letto, a me non interessa questo."
"Lo so, e sa anche lui come sei fatta. Capirà che non è quello che vuoi." Rispose, gesticolando con le mani.

Aveva ragione, completamente ragione, sapeva com'ero, e lui stesso mi aveva detto di essere diversa dalle altre ragazze, ma basterebbe solo un piccolo passo per fargli ripensare a ció che ha detto.

"Comunque ti ripeto, aspetta a parlargli, se vedi che ti tratta in modo speciale affronti la situazione."
"Non mi tratterà in modo speciale." Dissi.
"Tu mi avevi detto che è venuto a prenderti alle tre di notte a casa di Ryan?vero?" Mi chiese, annuì. "Credi che se fosse stato indifferente l'avrebbe fatto?" Scossi la testa. "Ti sei risposta da sola." Disse.
"Ma vuole comunque ad arrivare a un obbiettivo. Lui non è così con le ragazze, le usa e poi non le cerca più."
"Puoi essere la prima a fargli perdere la testa."
"Dopo Mariel ha deciso di non impegnarsi più." Risposi.
"Appunto, potresti essere l'eccezione!" Esclamó.

Due ragazzi ci chiesero se potevamo alzarci, così che potevano spostare i tavoli per fare spazio a una pista di ballo, ci alzammo e prendemmo posto sugli sgabelli al bancone.
Vidi un ragazzo seduto accanto a me che continuava a fissarmi, mi sentivo talmente osservata che mi salì il nervoso.
"Ho qualcosa in faccia?" Chiesi.
"No, ti sto guardando da quando sei entrata."
"Ho notato."
"Sei bellissima." Disse, e io feci una faccia interrogativa.
"Ci conosciamo?"
"No, ma potremmo."
"Non sono interessata." Dissi sorridendo falsamente.
"Eddai, un ballo."
"Vai Angy, io sto qui un pó." Disse Tay, la fulminai con lo sguardo per poi alzarmi.
Non sapevo neanche perché ci stavo andando, insomma, io e quel ragazzo non ci conoscevamo, era una situazione strana.

Ci dirigemmo verso il centro del locale e iniziammo a ballare, le sue mani si posarono sui miei fianchi e i miei polpastrelli toccavano le sue spalle.
"Ti chiami Angeline, vero?"
"Come lo sai?" Chiesi.
"Non ha importanza."
"Si che ce l'ha, ho uno stalker che mi controlla?" Chiesi ironica, fece una sonora risata.
"No, solo, ho le mie conoscenze." Rispose.

'Ho le mie conoscenze.'

Questa frase me l'aveva detta Ryan la prima volta che mi invió un messaggio, e io non avevo idea di dove avesse trovato il mio numero.

"Capisco." Dissi. "Tu come ti chiami?"
"Cody, ho vissuto ad Amsterdam ma mio papà ha trovato lavoro qui e ci siamo trasferiti."
"Wow, Amsterdam!"
"Tu sei sempre stata qui?"
"Si." Risposi. "Mi piacerebbe andare in Italia."
"In Italia? Come mai?" Chiese.
"Ci vive mio fratello."
"Perché lui lì e voi qui?" Mi sentì in difficoltà, cosa gli dicevo? 'Mio padre è un alcolista, non lavora e quindi mio fratello è obbligato a farsi il culo per noi?'
"Ha trovato un lavoro lì, mi piacerebbe raggiungerlo, non lo vedo da tre anni." Risposi.
"Wow, tre anni? Sono tanti." Annuì. "Ti hanno mai detto che sei bellissima?"
"Non in molti."
"Beh, posso fare per mille." Mi misi a ridere.
"Hai una risata meravigliosa." Disse, mi stavo imbarazzando. "Al tuo ragazzo non dispiacerà se faccio questo, vero?" Si avvicinò al collo e mi diede un piccolo bacio, mi spostai lentamente.
"Io non ho un ragazzo." Dissi.
"Come fa una ragazza perfetta come te a non esser fidanzata?"
"Beh, mi sono lasciata da poco."
"Beato chi ti ha baciata." Rispose.
"Non sei un pó affrettato?"
"No, per niente. Diciamo che è stato amore a prima vista." Disse emettendo una lieve risatina, la mia faccia era tra lo sbalordito e il sorpreso, mi misi a ridere pensando che fosse fuori di testa. "Perché ridi?"
"Stai ridendo pure tu." Dissi, ridendo ancora più forte.
"Credi davvero che io sia affrettato?" Annuì, sorridendo. "Beh, se non ti è dispiaciuto sentirti dire tutti quei compimenti, allora non ti dispiacerà nemmeno questo." Prese la mia faccia tra le sue mani e si fiondó violemente sulle mie labbra, dimenai il viso cercando di scostarmi ma non c'era niente da fare, leccava le mie labbra mentre le mie erano ferme, impassibili, non sapevo che fare, mi teneva la faccia talmente stretta che mi faceva addirittura male.

Un amore disastroso.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora