18.

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Stavo camminando con Amanda verso la nostra aula, ma una mano mi prese il braccio, mi girai e vidi Travis.
In quell'istante mi guardai attorno per vedere se ci fosse Agatha, non mi andava che mi vedesse con lui dopo la nostra litigata.
"Non qui, Travis." Dissi a bassa voce, Amanda si fermó e mi stava aspettando.
"Voglio solo parlare, da quando la reputazione importa più a te che a me?"
"Ti raggiungo." Dissi alla mia amica che mi annuì. "Dimmi."
"Vieni con me." Mi prese per mano e mi fece strada. Arrivammo in un piccolo ripostiglio e mi lasció la presa. "Agatha è venuta a sapere di quello che è successo con me? È per questo che litigavate in mensa?"
Annuii. "Si."
"Come ha fatto?" Ero intrappolata, non potevo dirgli che avevo raccontato tutto ad Amanda, si sarebbe arrabbiato, o forse no.
"Ci ha visti parlare stamattina, mi faceva domande e io stavo zitta. Da lì ha sospettato." Mentii. "Mi ha chiesto più volte se tra me e te ci fosse qualcosa, e io ho sempre smentito. Questa volta non ce l'ho fatta, è mia amica e le piaci. Mentirle faceva stare male anche me." Mi fissava ma non emetteva alcun suono. "Perdonami, ma prova a capirmi. È mia amica."
"Devo chiarirmi con lei." Disse, ero felicissima, al settimo cielo, anche se non sapevo cosa volesse dirle.
"Cosa le dirai?"
"Che le mie intenzioni con lei non sono quelle che crede che siano." Sorrisi e annuii debolmente. "Invece, le mie intenzioni con te sono più concrete." Disse, che cosa voleva dire? Mi mancava il fiato e non riuscivo a parlare.
In quello stanzino c'eravamo noi e nessun altro, avevo voglia di sbatterlo contro il muro e baciarlo con foga, ma doveva essere una sua mossa, quindi aspettai.
La campanella suonó e io stavo per uscire dal ripostiglio ma lui mi fermó. "Aspetta."
"Dobbiamo andare." Dissi.
"Un solo minuto, non ci siamo dati nemmeno un bacio stamattina."
"Non è obbligatorio, non stiamo insieme, siamo amici. No?" Chiesi, sperando mi dicesse che tra noi ci fosse un qualcosa in più.
"Si, ma ho comunque voglia di baciarti. Tu no?" Non risposi, ma la mia faccia diceva tutto, sorrise e mi mise la mano sinistra sul fianco, mentre la destra sulla mia guancia, accarezzandomi lo zigomo con il pollice.
Appoggiai le mani sui suoi addominali ricoperti dalla maglietta che aveva indossato per me e lo avvicinai, appoggiando le mie labbra sulle sue.
Premetti così forte che sentì la sua dentatura attraverso il labbro superiore, la socchiusi e feci scontrare la mia lingua con la sua, nelle nostre bocche non c'era altro che dolci intrecci e scontri.
Le labbra gonfie a causa dei due minuti di bacio, le bocche avide e i nostri respiri affannati.
Mi leccai le labbra assaporando ancora una volta il suo sapore, un sapore fresco e dolce, un sapore che toglieva il fiato.
"Penserai che abbia detto questa frase a tutte, ma non ho mai desiderato tanto un bacio in vita mia, oltre a Mariel." Ammise, avevo il cuore a mille. Sentivo le guancia andare a fuoco e sorrisi imbarazzata.
"Anche io." Dissi, ed era vero. In passato mi ero presa qualche cottarella passeggera, ricordo che quando avevo dodici anni sbavavo dietro a un ragazzo, sono andata avanti per un anno e mezzo, ma lui mi calcolava poco.
Beh, comunque, la cotta che avevo per Travis non aveva niente a che fare con le cottarelle del passato, per Travis provavo qualcosa che non sapevo spiegare.
"Dobbiamo andare." Dissi, erano già passati più di cinque minuti.
"Si, andiamo."

Aprii la porta e uscii per prima, bussai alla porta già chiusa e appena la professoressa ci diede l'ok entrammo.
Tutti gli sguardi dei nostri compagni di classe erano puntati su di noi, stupiti, colpiti e alcune delle ragazze ferite.
"Cosa facevate in giro per la scuola voi due?" Chiese la professoressa.
"Stavo andando in bagno e non mi sono sentita bene, Travis stava entrando in classe ma appena mi ha vista seduta a terra è venuto ad aiutarmi." Dissi quelle parole con talmente tanta sicurezza che non sembrava stessi mentendo.
"Adesso come ti senti?"
"Meglio, grazie."
"Bene, andate ai vostri posti." Disse, e noi annuimmo.
I posti erano gli stessi della mattina, ero vicina ad Agatha, e mi stava guardando con uno sguardo deluso, come se lei avesse capito che la mia era solamente una bugia, ed era ovvio che lo pensasse, cosa mi aspettavo?
Dio, non mi toglieva gli occhi di dosso, mi squadrava con una smorfia disgustata e mi faceva salire i nervi.
Insomma, io ho sbagliato, ma lei poteva comunque rivolgersi a me in modo diverso, sembrava comportarsi come una bambina, era tale e quale e la cosa stava incominciando a innervosirmi.
Guardai la professoressa e ascoltai le parole che diceva, prendendo appunti su un quaderno.
Mi piaceva scrivere, anche per scuola, si, ma amavo scrivere.
Lasciare che la penna scivoli sul pezzo di carta tracciando una qualsiasi riga, insomma, mi rilassava, lo so, è da idiote, ma a me piaceva.
"Bacia bene?" Sentii sussurrare.
"Come?" Volevo assicurarmi di aver sentito bene.
"Bacia bene?"
"Non fare la bambina." Dissi.
"Non voglio litigare qui."
"Nemmeno io." Risposi, anche se litigare con lei di nuovo forse mi sarebbe servito, scacciare via la rabbia con le parole, dicendole tutto quello che pensavo, e forse potevo essere dalla parte del torto, cosa le dicevo? 'Smettila di accusarmi per aver flirtato con il tuo ragazzo?', insomma.. È da stupide, non è una sua colpa, ma mia.
L'unica cosa che mi ha dato fastidio è che ha parlato di me come se fossi una delle puttane di Travis, dicendo cose assolutamente non vere.
Conunque di certo non avrei sfogato la rabbia in quel momento, lì, a scuola, davanti a tutti e davanti alla professoressa, saremmo andate dirette in presidenza, e non avevo molta voglia di passare i prossimi giorni in punizione.
Guardai velocemente Travis, mi stava fissando con il suo sguardo seducente, stava sorridendo e io mi imbarazzai parecchio.

Un amore disastroso.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora