Lalabay si avvicinò ad Honolulu che era seduta su una panchina, pensierosa, da diversi minuti.
"Ehi, qualcosa ti turba? Il popolo è entusiasta." Le disse sorridendo dolcemente.
Honolulu sbattè le palpebre.
"Oh, sì tutto a posto."
"Quando hai intenzione di iniziare il torneo?"
"Beh...il prima possibile."
"Hai già pensato a come organizzarlo?"
"Beh...siamo tredici, ma io non parteciperò quindi siamo pari. Per i turni direi di far organizzare tutto a Rufus."
"Dove si svolgerà?"
"All'aperto, ovviamente."
"Te la cavi egregiamente, sai?"
Honolulu accennò un sorriso.
"Se lo dici tu..."
"Vado a chiamare Rufus allora."
"Ti ringrazio."Lalabay si allontanò e si avvicinò ad una casetta in pietra, circondata di edera e bussò.
"Rufus, sei in casa?"
Un ragazzo mediamente alto, dai capelli mossi, ambrati e lunghi quasi fino alle spalle, aprì la porta. Aveva gli occhi color cioccolato e la pelle abbronzata.
"Oh, Lalabay, qual buon vento?"
"Honolulu mi ha chiesto di domandarti se potevi organizzare la tabella per il torneo."
"Oh ci stavo già lavorando a dirla tutta, forza, entra!"L'interno della casa era rivestito in legno ed era pieno di librerie. Rufus era molto ordinato e aveva anche buon gusto nell'arredamento. Al centro della stanza c'era un tavolo in ebano su cui erano sparsi vari fogli.
Rufus fece cenno a Lalabay di sedersi. Sull'altro del tavolo una ragazza dai capelli lunghi, indaco e dorati, tirati da un lato, stava scrivendo qualcosa, completamente esternata dal mondo.
"Tengoku?" Disse Rufus rivolgendosi a lei.
Lei scosse la testa.
"Eh? Ah? Lalabay! Ciao!" Esclamò imbarazzata.
Lei ridacchiò.
"Tranquilla, continua quello che stavi facendo."
La ragazza si aggiustò gli occhiali carmini e tornò a lavorare.
"Tornando a noi." Aggiunse Rufus. "Ho preparato le coppie iniziali estraendole a sorte. Honolulu non gareggia, giusto?"
"Giusto."
"Perfetto, tieni." Disse porgendole un cartellone.
"Ti ringrazio, vado ad appenderlo in bacheca!" Gli sorrise e, detto ciò uscì.Si avviò al centro della piazza e appese il cartellone su una grande bacheca.
Nel giro di pochi istanti tutti i cittadini si radunarono lì davanti.
"Uh, Artù, sarai il primo!"
Il ragazzo dai capelli scuri e gli occhi color ghiaccio (visto nel precedente capitolo) si avvicinò.
"A quanto pare sfiderò mio cugino Rufus.." disse lui.
Una ragazza dai capelli lilla simili a una nuvola domandò: "Quando inizia il torneo?"
"Oggi pomeriggio."
"Cavolo, quanti turni faranno?"
Chiese un'altra ragazza dai brillanti occhi blu, preoccupata.
"Dipende quanto tempo impiegano."Un ragazzo dai capelli neri e i brillanti occhi verdi si avvicinò alla ragazza dagli occhi blu ghignando.
"Tesa, contadinella?"
"Non cantare vittoria troppo presto Vega..." borbottò lei, poco convinta.
Lui ridacchiò e se ne andò, compiaciuto.
"Non ascoltarlo Hirokuchi." Disse una ragazza dai folti capelli rosa e con un gran sorriso.
"Grazie Emi..." rispose un po' rincuorata.
Lei ridacchiò."Tu contro chi sei?" Disse Hirokuchi staccandosi dalla folla.
"Axel...ma non sono per niente preoccupata!"
"Beata t..weee!" Strillò inciampando.
Emi scoppiò in una fragrante risata.
"Non è divertente...." disse Hiro rialzandosi e asciugandosi le lacrime.
"SEI UNO S P A S S O!"
Esclamò continuando a ridere.
Hirokuchi dapprima mise il broncio ma poi si unì alla sua risata contagiosa e parte della sua ansia scivolò via.