Capitolo 16
Draco arrivò trafelato alla sala comune, e non appena vi entrò fu grato e sollevato nel trovarvi Tiger, Goyle e Zabini, che stavano chiacchierando sul divano.
<< Sbrigatevi, dobbiamo andare >> annunciò Draco con la gola secca.
Gli altri lo osservarono stupiti.
<< Come?- fece Blaise confuso- non intenderai... >>
Dal suo sguardo Draco capì subito a cosa si riferisse.
<< Sì, e c'è poco tempo. Andiamo, muovetevi >> sbottò secco, e riprese a correre verso la stanza, sentendo dietro di sé gli altri che lo seguivano.
Ne approfittò per trafficare ancora un attimo con la moneta stregata, avvertendo Madama Rosmerta di dare il via al piano, e in pochi secondi si trovarono di fronte alla Stanza delle Necessità.
Più agitato di quanto non fosse mai stato, Draco non riuscì subito a far apparire la porta magica, ma dovette fare tre tentativi. Era impossibile concentrarsi su qualcosa, in un momento come quello.
Una volta che la porta fu apparsa, guidò gli altri nella stanza delle Cose Nascoste, con il cuore di piombo.
Lanciò un'occhiata all'Armadio, che era ancora chiuso, e rimase immobile, cercando di respirare più lentamente, senza far trasparire il suo stato di agitazione.
Gli altri si erano bloccati, e dopo essersi guardati un po' intorno presero posto su alcuni cumuli di oggetti. Sembravano eccitati e un po' intimoriti. Draco sentì di poterli capire.
Sostenevano Voldemort, la Magia Nera e tutto il resto, ma dava comunque una certa ansia il fatto che da lì a pochi secondi avrebbero incontrato i Mangiamorte più spietati e crudeli dei tempi attuali.
La paura per i Mangiamorte e per le loro idee malsane e contorte fece dimenticare a Draco per un attimo Hermione, a cui decise di dedicare meno pensieri possibili al momento, almeno finché non l'avesse rivista tra qualche ora. Per l'ultima volta... se fosse riuscita ad arrivare fino al cancello.
Improvvisamente, il forte rumore di due ante sbattute echeggiò nella vasta stanza, facendolo risvegliare dai suoi pensieri, e la densità della situazione gli piombò addosso come acqua ghiacciata.
Tutti si voltarono sorpresi e intimoriti verso l'Armadio Svanitore, da cui ne uscì una fila indiana di Mangiamorte che, Draco scoprì non appena se li trovò davanti, nessuno era poi così contento di vedere. Draco li guardò impassibile, chiedendosi cosa diavolo avesse dovuto fare.
Amycus Carrow gli si avvicinò velocemente e gli diede una pacca sulla spalla.
<< Ben fatto, Draco, sei riuscito ad aggiustare l'Armadio! L'Oscuro Signore ne sarà molto lieto... >>
<< Grazie >> borbottò Draco, senza sorridere. Scoprì di non riuscirci.
Guardò Amycus allontanarsi per fare la conoscenza degli amici di Draco, probabilmente prossimi a diventare Mangiamorte, quando gli andò vicino qualcun altro, che inizialmente non aveva riconosciuto.
<< Draco, ragazzo... >>
<< Buonasera, Avery >>.
E sentì un po' della paura scivolare via, all'improvviso. Fu una sensazione strana, ma la vista di così tanta gente, i fratelli Carrow, Avery, Yaxley, Greyback e Gibbon, che erano venuti lì per aiutarlo e facilitargli il compito, lo fece sentire un po' confortato e per una volta si disse che, forse, non era solo.
Fenrir Greyback guardò gli amici di Draco con una strana espressione che al ragazzo non piacque affatto, un misto di golosità e indecisione, poi lo vide scrollare le spalle, un po' immusonito, e volgere gli occhi sul resto della Stanza.
Yaxley, intanto, aveva levato la bacchetta e fatto apparire qualche bottiglia di rum, idromrele, vino elfico, gin e whisky.
<< Allora!- fece, con una risata gioviale- che ne dite, brindiamo alla salute del nostro Draco, senza il quale il piano non avrebbe mai potuto avere inizio? >>
<< Meglio andarci piano con quella roba- sbottò Alecto, decisa- dopotutto entreremo in azione solo tra poco. Allora, Draco, cos'è questa stanza? >> aggiunse, guardandosi intorno interessata.
<< Si chiama Stanza delle Necessità- rispose Draco, sentendosi un po' più sicuro di sé- è una stanza che si apre solo se ne si ha veramente bisogno. Qui dentro ho trovato un sacco di roba utile... come la Polvere Buiopesto e altre cose ... >>
<< Davvero? >> fece Amycus interessato, e tutti si radunarono attorno a lui, che, un po' confortato dal fatto che lo stessero distraendo, perse un po' di tempo mostrando loro tutti i trucchetti che aveva a disposizione.
<< Bene, bravo Draco!- fece poi Gibbon, esaltato- fregheremo gli Auror di sicuro, stanotte! >>
<< E non solo lui!- raspò Greyback maligno- un brindisi a Draco e al Signore Oscuro! >> declamò poi, dando un calice a tutti, che li levarono esplodendo in una fragorosa risata alla faccia di quell'idiota di Silente.
Poi, all'improvviso, la porta si socchiuse. Tutti esitarono, voltandosi interdetti, cessando immediatamente di ridere.
<< Chi è là? >> gridò una voce che Draco identificò subito come quella della Cooman. Con una fitta di irritazione e senza indugi, prese il vasetto che conteneva la Polvere Buiopesto e ne gettò un pizzico in aria.
La stanza si fece buia all'istante, e tutti gli altri scoppiarono di nuovo a ridere, tutti tranne Draco, che aveva afferrato la Mano della Gloria e si era mosso verso la professoressa.
Non poteva permettere che rovinasse tutto. No, non poteva. Dio, ci stava lavorando da mesi, non si poteva sciupare tutto in un unico momento!
La spinse nel corridoio con forza, facendola inciampare e rotolare via tutte le bottiglie che quella svampita aveva tra le braccia.
<< Come osi.... Aaaargh! >>
Richiuse la porta di scatto, pronunciando l'incantesimo per eliminare l'effetto della polvere, un po' meno teso.
Infatti essa svanì, poco a poco, finché l'ambiente non fu di nuovo luminoso e limpido.
<< C'è mancato poco >> disse amaramente, sedendosi su una scatola rovesciata. Cavoli... come diavolo sarebbe finita tutta quella storia?
<< Dobbiamo decidere quando agire, Draco >> disse Yaxley con voce sicura.
Lui esitò, guardando un galeone falso che portava sempre in tasca. Le cifre che vi erano scolpite sopra non erano cambiate.
<< Appena Silente esce dalla scuola, Madama Rosmerta mi avviserà. Di solito lascia l'edificio intorno alle dieci e mezza, e non manca molto. Se decidesse di restare nel castello... lo attaccheremo di sorpresa >> aggiunse deglutendo.
Io, lo attaccherò di sorpresa, pensò Draco avvilito, mentre Alecto parlava.
<< Ma verranno aggiunte protezioni extra nella scuola, suppongo. Non metterà gli Auror, no? >>
<< Non sarà un problema- disse Greyback leccandosi le labbra- più siamo, meglio è >>.
Draco si sentì formicolare la nuca, e represse un brivido. Poi si schiarì la voce.
<< Non appena mi arriverà il segnale usciremo tutti dalla stanza. Tiger, Goyle e Blaise, voi tornerete nella sala Comune, chiaro? Non fate uscire nessuno di Serpeverde, se ce la fate >>.
<< Però..- disse Yaxley meditabondo- il Signore Oscuro non ci ha dato ordini riguardo ai ragazzi delle altre case >>.
Draco esitò.
<< Fate cosa volete. Non mi importa di chi torturate... >>
Ma poi si bloccò. Hermione.
Non le aveva detto di stare al sicuro. Non le aveva detto di non muoversi dalla sua Sala Comune... anzi, l'avrebbe indotta a uscire dal castello mentre la battaglia sarebbe stata appena agli inizi, rischiando quindi di venire travolta. Dio... che stupido!
Dannazione! Urlò dentro di sé, decisamente arrabbiato. Perché non gli era venuto in mente? Perché?
Si prese la testa tra le mani, dolorante.
Non poteva pensare a lei in quel momento. Non poteva permettersi distrazioni. E non doveva neanche permettere al suo viso di riaffiorare nella sua mente, con quell'espressione così dolorosa e mesta da averlo fatto vergognare tante volte.
Perché solo ripensando a lei, solo ricordandosi delle sue parole... sarebbe stato un suicidio.
Perché Draco sapeva di non stare facendo la cosa giusta. L'aveva sempre saputo, in fondo.
Non era facile come sembrava. No... uccidere una persona non era semplice. E lui... non sapeva se se la sentiva di farlo, a dir la verità.
Scosse il capo e chiuse gli occhi, respirando profondamente, imponendosi di non vomitare. No, quello non era il momento per essere debole.
Ma gli altri non se ne accorsero.
I Mangiamorte presero a bere dai loro calici, brindando a questo e a quello; i suoi amici, invece, erano appoggiati al muro e li stavano fissando un po' intimoriti.
Forse neanche loro volevano essere lì. Forse se ne erano già pentiti.
Ma almeno loro non dovevano commettere un omicidio, comunque. Almeno loro...
Poi si alzò di scatto, rovesciando la scatola, facendo voltare tutti gli altri. La sua moneta stava bruciando.