Prendo in braccio Caitlyn cullandola fra le braccia, sta piangendo da mezz'ora e non riesco a capire perché.
"Shhh, shh che succede piccola che succede?"
Ero disperata non sapevo cosa fare, era stata una giornata pesante fra spesa, pappette, latte, pannolini e continui pianti.
Certo Caitlyn era di certo la cosa migliore della mia vita, ma a volte mi faceva prorio dannare.
Volevo solo tornarmene a letto e chiudere gli occhi.
"Caitlyn, ma che succede che cosa ti prende?"
Non aveva mai pianto così tanto, la stringo a me facendo su e giù con le braccia.
Le avevo provate tutte, allattarla, cambiarla, massaggiarle il pancino, ma niente di niente.
Forse si era spaventata per il forte temporale, dalle tende viola si potevano vedere le obre delle goccie di pioggia sul vetro della grande finestra.
Sono sull'orlo delle lacrime.
"Basta, ti prego basta Caitlyn..."
Avevo iniziato a piangere dal primo basta, non era per quella situazione, era un po' per tutto, per lo stress che provavo da un po' di tempo, mi faceva male vederla stare male senza capire, mi faceva sentire una pessima madre, e non c'è cosa peggiore, si sono giovane, ho solo diciotto anni, ma lei è voluta, non è stato un errore, ma ora la mia autostima e pari a zero, sono una pessima madre.
"Tesoro tutto bene?"
Mi giro verso l'entrata della stanza e lo vedo, ha dei boxer neri ed una canotta che risaltano il suo fisico perfetto.
Ha l'aria assonnata e due profonde occhiaie, non dormiamo molto da quando è nata Caytlin.
È il miglior padre che Caitlyn abbia potuto avere, è fantastico, è sempre presente e mi ha sempre aiutata.
"Hey hey hey che succede?"
Nota le mie lacrime e si avvicina subito.
"N-non l-lo so continua a p-piangere e non so più cosa f-fare.."
Provo a dire fra i forti singhiozzi.
"M-mi sento così stupida.."
Mi guarda con un espressione ferita.
Mi prende il viso fra le sue calde mani, e mi sento già meglio.
"Kaira, tu sei la migliore madre del mondo, te lo giuro, è normale a tutti è capitato di non capire, ora rilassati, si sarà spaventata per i tuoni, tranquilla tesoro mio va tutto bene"
I singhiozzi cessano e con loro anche la mia voglia di piangere, gli sorrido e accarezzo la sua mano sulla mia guancia.
Mi asciuga delicatamente le lacrime con il pollice e mi sorride dolcemente.
Mi lascia un leggero bacio sulle labbra e sposta lo sguardo sul fagottino rosa che tengo fra le braccia, che a differenza mia non si è calmata nemmeno un po'.
"Vieni da papà piccola mia.."
La solleva e la prende delicatamente in braccio, se la culla dolcemente fra le braccia mentre le lascia baci sulla fronte e le sussurra cose dolci che probabilmente non capisce.
Inizia a calmarsi, e sento una strana gelosia, ora capisco come si sentiva mia madre quando preferivo mio padre a lei..scaccio via quel pensiero e mi concentro su mia figlia.
"Ha smesso di piangere.."
Tiro su col naso, per poi passarmi nervosamente una mano fra i capelli.
Ora ha gli occhi aperti, gli stessi smeraldi verdi del padre.
"Sei solo un po' stressata Kiara, vedrai andrà tutto bene, devi solo provare a rilassarti"
Annuisco anche se non condivido pienamente quello che aveva detto, non mi andava prorio di discutere.
"Papà ora ti mette nel lettino e fai tanti sogni belli ok?"
Sorrido e chiudo gli occhi per qualche secondo.
Riposa la piccola nella culla ormai addormentata, e la copre con le coperte fino alle spalle.
Le lascia un bacio sulla fronte sporgendosi un po' troppo sulla culla, rischiando di perdere l'equilibrio e di distruggere in pochi secondi tutto il lavoro che aveva fatto.
Si ritira su senza fare danni e si appoggia sul bordo della culla.
"È così bella..."
Sussurra mentre le accarezza il viso con una delle sue mani calde.
"Già, e l'abbiamo fatta noi"
Sussurro guardandolo, sposta lo sguardo su di me, è uno sguardo pieno di amore e dolcezza, quegli sguardi che riserva solo per me, mi prende la mano fra le sue e l'accarezza dolcemente mentre continua a fissare Caitlyn.
"Sei maledettamente fredda"
Addosso avevo solo una camicia da notte bianca che mi copriva a malapena le cosce, avevo la pelle d'oca su tutto il corpo, ma non ci avevo fatto caso prima.
Si alza dalla culla e mi stringe fra le sue braccia forti, e un enorme calore si espande in me, amo le sue braccia, e amo il suo profumo.
Che però non è il suo..
Scaccio velocemente quello stupido pensiero dalla testa e mi accuccio ancora di più sul suo petto.
Questa azione lo fa ridacchiare.
"Dove vuoi scomparire?"
Ridacchio anchio e mi stacco delicatamente dalle sue braccia.
"Andiamo a dormire piccola"
Annuisco anche se quello significava solo una cosa, incubi.
Mi prende per mano, lancio un ultimo sguardo alla mia bambina e poi mi lascio trasportare dalla sua mano fino alla camera da letto.
Mi butto pesantemente sul letto lasciando uno sbuffo.
Sento il materasso abbassarsi delicatamente e dopo pochi secondi due braccia forti mi stringono la vita, mi sistemo stretta al suo petto e lui ci copre con il piumino dal dolce profumo di lavanda.
"Notte tesoro"
Mi lascia un leggero bacio sulle labbra e dopo pochi secondi mi addormento.
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"Kiara? Kiara? Svegliati"
Sento una voce lontana nell'oscurità della stanza dove mi trovavo.
Il mio braccio viene stretto da qualcosa che inizia a scossarmi duramente.
Riapro gli occhi e mi siedo di scatto.
Mi tocco il viso, avevo pianto di nuovo, avevo fatto di nuovo uno dei miei incubi.
"Tutto bene?"
"Cosa ho fatto?"
"Piangevi e urlavi..."
Una lacrima silenziosa attraversa il mio viso, che però asciugo subito.
"Cait?"
"Dorme, non l'hai svegliata.."
Faccio un sospiro, mi accorgo solo ora che avevo trattenuto il fiato per tutto quel tempo.
Poggio la schiena sulla testata del letto, mi giro verso di lui.
Ha lo sguardo preoccupato, è tantissimo tempo che vado avanti così.
"Hey.." gli accarezzo la guancia "sto bene, era solo un incubo" gli lascio un bacio sulle labbra.
"È che ti vedo così stressata, mi preoccupa questa situazione"
"Sto bene"
Ripeto più a me stessa che a lui.
"Ok.."
Sussurra piano, ci guardiamo negli occhi per qualche istante per poi rimetterci a dormire.
Non sarebbe mai stato facile superarlo, neanche con l'aiuto delle persone più care, forse perché lì ci avevo perso una parte del mio cuore, forse la parte più importante.