Dopo aver piovuto, quel pomeriggio di metà Agosto, l'aria era più fresca del solito. Il vento che mi accarezzava il volto mi fece rabbrividire.
Dopo tanti giorni di intenso caldo, mi ritrovai sul balcone di casa mia a guardare il paesaggio con una felpa di lana, usata solitamente durante l'inverno.
Di fronte a me, vedevo l'enorme bosco che segnava il confine del mio piccolo paese, Dark Falls. Questo, è circondato interamente da alberi. Cosa ci fosse al di là nessuno lo sapeva. Nessuno aveva mai osato oltrepassarlo, tutti si facevano condizionare dalle molteplici leggende del posto, compresa me.
Quelle poche persone che invece ebbero il coraggio di andarci, non tornarono mai indietro.
Mio nonno, ad esempio, fu uno di quelli.
Tante volte, anche da piccola, mi fermavo continuamente a pensare cosa ci fosse là fuori, cosa ci stavamo perdendo noi tutti. Con la mia immaginazione, riuscivo a vedere fantastici luoghi: palazzi altissimi che riempivano intere città, prati immensi, delle spiagge popolate da altri essere umani come noi e, chi più ne ha, più ne metta!
Ma ogni volta che ne parlavo con i grandi, sentivo dirmi: "Ma tesoro, non dire sciocchezze. Queste cose non esistono. Noi siamo nati qui e qui moriremo. Non possiamo attraversare il bosco, lo sai."
Mi facevano praticamente crollare il mondo addosso.
Crescendo, non parlai più a nessuno delle mie immaginazioni, tenendomele solo per me.
Ciò che mi spingeva a voler andare via da quel posto, oltre alla voglia di scoprire nuove cose, era l'odio che provavo per gli abitanti di Dark Falls.
Purtroppo non avevo una vita sociale come le altre ragazzine, dalle quali venivo reciprocamente odiata. Qui, tutti ti giudicano per qualunque cosa fai e tutti sanno quello che ti succede.
Dato che il paese è piccolo, le voci girano in fretta.Anche quel giorno avevo lo sguardo perso nel vuoto e, come al solito, mi limitavo ad immaginare.
Tutto ciò fu rovinato dalla vibrazione del cellulare che avevo in tasca e che mi fece lievemente sobbalzare. Appena vidi di chi era la chiamata mi apparve sul viso un lieve sorrisetto.
L'unica persona con cui andavo d'accordo, al di fuori della mia famiglia, era il mio migliore amico, Louis.
Lui, al contrario mio, era amato e rispettato da tutti. A scuola era uno dei più apprezzati per la sua simpatia e per la sua positività.Dopo aver attaccato la chiamata, diedi un ultimo sguardo al bosco prima di scendere giù per andare ad aprirlo. Come sempre, c'eravamo dati un appuntamento per fare un giro e poter parlare in tranquillità.
La mia allegria sparì quando, aprendo il portone, non vidi nessuno. Rimasi in silenzio fin quando qualcuno alla mia destra (probabilmente nascosto dietro a qualche pianta), mi si buttò addosso urlando, facendo urlare anche me di conseguenza."Stronzo come al solito", sputai dopo aver ripreso fiato.
"Krystal, ma lo sai che da me puoi aspettarti di tutto!", riuscì a parlare a malapena dalle troppe risate.
"Adesso dovrai farti perdonare!", incrociai le braccia facendo la finta arrabbiata.
"Sei fortunata perché, dato che oggi è una giornata soleggiata e mi sento più allegro del solito, ti offrirò io qualcosa da bere!"
"Genio, poco fa ha piovuto. Dove lo vedi il sole?", indicai la sua maglia a maniche corte, "E non hai freddo con quella roba addosso?"
"Nah, sei tu che sei troppo esagerata. Adesso camminiamo però, se sto fermo inizierò a sentire freddo anch'io!"
Risi con lui, dopodiché ci dirigemmo al bar, poco distante da casa mia, per prendere qualcosa da mangiare e da bere insieme.Appena entrammo in quel locale, rimanemmo entrambi sbalorditi dal caos che lo dominava. Vedevamo tutti indaffarati, come se avessero una fretta inspiegabile.
Louis si avvicinò preoccupato al barista principale, proprietario del negozio, che osservava con uno sguardo annoiato e assonnato gli altri baristi che, a momenti, correvano per sistemare il locale e per servire i clienti."Cosa sta succedendo qui?", chiese con sguardo meravigliato Louis.
"Non lo sai? Oggi chiudiamo prima", sbadigliò.
A momenti, sembrava che si addormentava sul bancone.
Io e il mio amico ci guardammo in faccia senza dire nulla."Ah, questi ragazzi", sbruffò, "Oggi c'è la luna blu. E sapete cosa dice la leggenda quando c'è la luna blu?", sbadigliò nuovamente.
Louis mi guardò, dopodiché rispose alla domanda prima che lo facessi io.
"I lupi mannari e le creature che sono rinchiuse nel bosco di Dark Falls vengono a trovarci in paese dal momento in cui appare la luna fino all'alba del giorno dopo. Sì, già la sappiamo la solita storiella.""Ah, per fortuna al giorno d'oggi ci sono ancora dei ragazzini che ricordano a memoria le leggende", si voltò con lentezza verso l'orologio, che segnava le 19:45, "Mi dispiace ragazzi, ma se volete qualcosa dovete venire domani. Stiamo per chiudere. Fate spazio alla gente che deve pagare."
Senza dire una parola, Louis mi trascinò fuori. Andammo entrambi in direzione di casa mia.
"Mi dispiace per la promessa che ti avevo fatto, ti prometto che domani ti pagherò da bere. Non mi dimentico le promesse che faccio, soprattutto se le faccio a te", abbassò lo sguardo dispiaciuto.
"Non preoccuparti, abbiamo tutto il tempo a disposizione", feci silenzio.
"Oggi non abbiamo parlato per niente... strano, ma vero!", mi guardò con i suoi occhioni blu, sorridendo per qualche secondo.
"Già. Purtroppo oggi non ho nessuna cosa da dirti. Tu, invece?", ricambiai il sorriso.
"Solite cose. Oggi Baylee si è di nuovo dichiarata a me."
"Lou, è una delle ragazze più popolari della scuola. Come hai fatto a non accettare?"
"Non mi è mai interessata, sinceramente. Potrebbe anche essere la ragazza più bella di Dark Falls, ma il mio cuore appartiene a...", rise, "...a te!"
"Idiota, per un momento avevo creduto che fossi serio! Mi hai tenuta sulle spine!", alzai lo sguardo e notai che eravamo arrivati a casa.
"Grazie per l'idiota, mi fai commuovere con tutti i tuoi complimenti. Adesso entra, così torno a casa anch'io. Non vorrei essere in pericolo."
"Vai, non perdere tempo. Ci vediamo domani, Lou."
"A domani, Krys", mi fece l'occhiolino, per poi voltarsi di spalle ed andarsene.
Appena bussai alla porta, mia madre mi tirò dentro con velocità e mi fece uno sguardo preoccupato. Stava già chiudendo le finestre e sigillando tutte le entrate. Non ci pensai più di due volte ad andare sul divano e ad accendere la mia adorata tv, aspettando che mamma finisse per poter cenare.
Quella doveva essere una serata tranquilla, quando, all'improvviso...
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obscurity.
FanfictionEveryone's got a dark side, can you love mine? (Louis Tomlinson's fanfiction.)