obscurity.

CAPITOLO 5

"Lottie, hanno trovato il corpo o no?"

"No", si mise una mano sulla fronte, "non hanno trovato né resti del corpo di mio fratello, né resti dei suoi indumenti. Niente di niente."

"Quindi potrebbe essere ancora vivo? E se stesse cercando aiuto? E se in questo momento sta soffrendo e vuole che qualcuno lo salvi?"

"Krys, anch'io sono speranzosa quanto te, ma la polizia ha setacciato gran parte del bosco e non ha trovato nulla. Poi il maresciallo già ci ha dato la sua versione, forse quella più credibile... se si fosse salvato, sarebbe morto ugualmente."

Non risposi. Intanto, sentii la mano di mamma appoggiarsi sulla mia spalla sinistra.

"Non possiamo farci niente... anch'io vorrei che mio fratello, in questo momento, fosse vivo", delle lacrime iniziarono a rigarle le guance, "Ma questa è la vita, siamo condannati a questo, purtroppo. Potrebbe capitare a qualsiasi cittadino di Dark Falls una cosa del genere."

"Ha ragione Charlotte", mio padre intervenne dopo che iniziammo a camminare in direzione della Chiesa, che si trovava a pochi passi da casa mia, "Ma ancora mi chiedo quale sia il motivo per il quale Louis è entrato nel bosco. Non possono averlo trascinato fin lì."

"Signore, non ne ho la minima idea. So solo che la mia sorellina Phoebe ieri, appena mamma le ha raccontato dell'accaduto, è scappata via piangendo e urlando: 'E' stata colpa mia, ho fatto morire mio fratello!'. Vani sono stati i tentativi di farci spiegare cosa intendeva con quelle parole."

Ci fu il silenzio.

"Povera piccola", disse mamma, "Dev'essere brutto perdere un fratello a quell'età."

"Lo so, purtroppo. Era come impazzita, non riusciva a controllarsi"

"Ci teneva molto a Lou", risposi distrattamente mentre entravo all'interno della Chiesa.

"Sì, è vero", rispose entrando anche lei dopo di me, "Adesso se non vi dispiace vado da mia madre e dalle mie sorelle..."

"Figurati", dissi per poi sedermi accanto ai miei genitori.

Dopodiché, il funerale iniziò.
Non c'era molta gente come immaginavo. La piccola stanza in cui ci trovavamo, completamente abbellita da dipinti sul soffitto, decorazioni dorate e statue di tutti i tipi, a momenti era vuota. Rimasi completamente disgustata: tutti avevano finto di essergli amici e adesso che lui non c'era più erano scomparsi.
Io glielo avevo sempre detto che doveva stare attento alla gente di Dark Falls, ma lui probabilmente era troppo buono per poter capire che in realtà non aveva neanche un vero amico, se non me.
A distogliermi dai miei pensieri fu il rumore della porta che si aprì alle mie spalle.
A entrare nella Chiesa furono Baylee e le sue due migliori amiche che, dopo aver fatto una sottospecie di sfilata, si sedettero di fronte a me.

"Povero... forse avrei dovuto concedergli la possibilità di stare insieme a me", disse sottovoce Baylee guardandosi lo smalto rosso appena messo sulle unghie.

"Solo adesso ci stai dicendo che Louis Tomlinson ti voleva?", rispose una ragazza biondina di piccola statura, all'apparenza stupida, alla sua destra.

"Sì ma... io non l'ho mai voluto, non pensate ad altro", ridacchiò.

Una strana sensazione mi fece venire l'istinto di vomitare. Ho da sempre saputo che lei era una ragazza falsa e cattiva, ma non avrei mai immaginato che sarebbe arrivata a questo punto.
Con quale coraggio stava inventando tutte quelle bugie?

"Fratelli e sorelle", il prete fece zittire all'istante tutti, "Prima di iniziare la celebrazione, la madre del defunto e la sua piccola sorellina Phoebe vogliono fare dei discorsi."

La prima a salire sull'altare per poter parlare fu sua sorella.
"Io non dovrei fare un discorso, in realtà, ma dovrei raccontare come sono andate le cose.
Scusa mamma, scusate sorelle se ieri non ho voluto raccontarvi tutto, ma preferivo farlo qui, davanti a tutti. La causa della morte di mio fratello sono io", iniziò a piangere disperatamente, "E' solo colpa mia."

"Cosa è successo, piccolina?", il prete la guardò con aria molto dispiaciuta.

"Il fatto è che... il mio gattino ieri sera era scappato... ed io ho iniziato a piangere perché sicuramente sarebbe morto. Louis si è dispiaciuto per me e subito è uscito fuori per portarlo a casa. Purtroppo a ritornare è stato solo il gatto. Mio fratello non c'era con lui. Se solo non avessi pianto non sarebbe successo tutto questo, io..."

"Non è  stata colpa tua, figliola. Sei piccola, non soffrire per una tua azione involontaria. Tutti nella vita abbiamo pianto per la scomparsa di qualche animale a noi caro, non sei l'unica ad averlo fatto."

Phoebe non rispose, ma andò a sedersi per lasciare il posto a Johannah, che iniziò subito a parlare.

"Non ho un gran discorso da fare. Posso solo dire che Louis era bravo, solare ed educato. Insomma, era il figlio che tutte le mamme vorrebbero avere. Purtroppo la sua è stata un'ingiustizia, gli è stata strappata la vita che lui amava tanto. Ma sapendo com'era lui, sono sicura che apprezzerà molto le parole che sto per dire ora. Volevo ringraziare tutte le persone presenti, che nonostante tutto adesso sono qui con noi a celebrare questo funerale. Ma un grazie speciale va ad una persona che mio figlio adorava tanto, ed è qui, in mezzo a noi."

Tutti iniziarono a guardarsi tra di loro.

"Krystal, sei tu", sobbalzai quando sentii nominare il mio nome, "So quanto bene provavi e tutt'ora provi per mio figlio. Lui era legatissimo a te, per lui eri la persona più importante che si trovava al centro del suo piccolo mondo. Per questo ti ringrazio io al posto suo. Grazie per non averlo fatto mai sentire solo, grazie per esserci sempre stata... detto questo, padre potete iniziare."

"Ti ringrazio", sospirò, "Carissimi, siamo qui riuniti per celebrare il funerale di un giovane scomparso ieri, Louis. Voi non dovete vivere questo giorno con tristezza. Dovete pensare che adesso lui è accanto al signore ed è felice. Non avrà più sofferen..."

"FERMI!"

La porta alle nostre spalle si spalancò violentemente, richiamando l'attenzione di tutti. 
Un ragazzo occhialuto, grassottello e basso (poteva avere circa 19 anni), affaticato per aver corso, irruppe nella stanza.

"IO SO LA VERITA'!"

Mi alzai di scatto. Cosa voleva dire con quelle parole?