CAPITOLO 2

294 102 21
                                    

All'improvviso, sentimmo bussare alla porta.
Mia madre impallidì, facendosi scappare dalle mani la pentola con la nostra ormai immangiabile cena.
Mio padre, invece, si alzò di colpo dalla comoda poltrona sulla quale stava leggendo il suo giornale quotidiano, per poi avvicinarsi con cautela al portone.

"Oh mio Dio!", urlò mamma, prendendo la prima pentola che le capitò a tiro, sicuramente da usare come arma, "Cosa vogliono da noi?!"

Io rimasi impietrita ed in silenzio, mentre osservavo mio padre che infilava lentamente la chiave nella serratura.
Durante i miei sedici anni di vita, non era mai capitato che, durante le notti di luna blu, qualcuno venisse a bussare a casa nostra.
Appena aprirono la porta, però, vidi gli sguardi impauriti dei miei genitori trasformarsi in sguardi di stupore. Spalancai la bocca anch'io quando vidi che il presunto "mostro" era, in realtà, la mamma di Louis.

"Johannah, sei impazzita?!", mia madre la prese per il braccio e la trascinò dentro casa, "Come ti viene di andare in giro stasera?!"

"Sai benissimo che ci sono i lupi mannari e i mostri. Passerai la notte qui", fu rapido l'intervento di mio padre.

"Vi ringrazio infinitamente, non vorrei rischiare di essere sbranata da qualcuno. Se solo mio figlio rispondesse a telefono...", mi guardò sorridendo, "Lou è in bagno, vero?"

Iniziai a tremare.

"Ma... Louis... non è qui...", risposi a fatica.

Johanna, senza distaccare il suo sguardo dal mio, si sedette lentamente su una sedia. Forse, non riusciva a stare in piedi dopo quello che aveva sentito.

"Tesoro, questo è uno scherzo di cattivissimo gusto. C'avevo addirittura creduto!", scoppiò a ridere con nervosismo, "Louis, esci fuori! Tanto lo so che sei qui!"

"Johannah...", mamma si portò entrambe le mani sulla bocca, "Louis davvero non è qui."

Dopo queste parole, tutti rimasero in silenzio.

"Cosa aspettiamo ad andare a denunciare la scomparsa?!", urlai, "C'è in gioco la vita di Louis, si deve fare una ricerca immediata!"

"Ma stasera...", Johannah mi interruppe.

"Non m'interessa, non possiamo permettere che Louis muoia!"

Dopo quelle parole, scoppiai a piangere. Non volevo neanche immaginarlo. Come sarebbe stata la mia vita senza Louis? Cosa avrei fatto senza il mio migliore amico? Chi mi avrebbe difesa quando gli altri mi prendevano in giro o mi andavano contro? A chi avrei raccontato le mie monotone giornate? Chi mi avrebbe fatta ridere come mi faceva ridere lui?
Tutto questo non poteva finire, faceva troppo male anche solo immaginarlo.

 "Ha ragione Krystal. Dobbiamo andare", disse in fretta mio padre, uscendo fuori di casa e invitandoci a seguirlo.

Fortunatamente la caserma era poco distante da casa e, appena arrivammo, tutti si misero subito a disposizione.
Muniti di armi, i poliziotti setacciarono tutta la città, ma senza ottenere alcun successo. Louis non si trovava da nessuna parte, neanche nei nascondigli più introvabili. L'unico luogo rimasto inesplorato fino a quel momento era il bosco.
Dopo averglielo fatto notare alla polizia e, dopo che i poliziotti (terrorizzati quanto noi) decisero di andarci, iniziammo a correre in quella direzione. Come se non bastasse, iniziò a piovere a dirotto.
Inzuppata come non lo ero mai stata, fui la prima ad arrivare e la prima a buttarsi a terra. Non urlai, ma le mie gambe cedettero.
Ciò che vidi, mi fece piangere come non avevo mai fatto in tutta la mia vita...






obscurity.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora