Mi alzai di scatto. Cosa voleva dire con quelle parole?
"Oh cielo", disse il parroco, "Stiamo facendo un funerale, non una festa! Abbi un minimo di rispetto!"
"Lo so, è per questo che sono venuto qui!"
"Si può sapere cosa diamine succede?!", disse Johannah, alzandosi di colpo e urlando con violenza e rabbia contro "l'intruso".
"Lasciatemi spiegare, è una cosa seria! Louis potrebbe essere ancora vivo!", nella stanza ci fu il completo silenzio. Capì che poteva parlare senza interruzioni.
"Dovete sapere che io, nella mia vita, ho sempre amato studiare le leggende del posto, i particolari di tutte le creature che vi abitano e così via. Per me è diventato come un lavoro, più che altro, una passione. Non pensate che io sia pazzo, ma stamattina appena ho saputo la notizia ho seguito i poliziotti per poter controllare la situazione autonomamente e, appena se ne sono andati, mi sono avvicinato al luogo dove il ragazzo è stato aggredito."Ormai tutti, con gli sguardi meravigliati rivolti verso di lui, ascoltavano con attenzione le sue parole.
"E con ciò?", il prete incrociò le braccia. Stava iniziando a perdere la pazienza.
"Esaminando gli indumenti, ho trovato incastrato nella maglia un piccolo frammento di dente che ho gelosamente custodito, portandolo a casa per esaminarlo. Dopo accurate ricerche e dopo aver studiato la consistenza, il materiale e il colorito, ho scoperto che quel piccolo ma importantissimo oggetto potrebbe essere una piccola parte del dente di un vampiro."
Il prete scoppiò in una grossa risata che, di conseguenza, fece girare tutti nella sua direzione.
"Figliolo, pensi per caso che noi siamo sciocchi? Chiunque, qui, sa che i vampiri sono scomparsi da quando i primi abitanti di Dark Falls li sconfissero durante la Grande Battaglia. Sei solo un ragazzino che gioca a fare lo scienziato. Torna da dove sei venuto e lasciaci finire il funerale!"
"Ma io non sto mentendo, studio queste cose da quando ero un bambino! I vampiri non si sono estinti del tutto. Ne ho le prove!", mi guardò.
Io, ancora in piedi, ero l'unica che sembrava davvero interessata alle sue parole. Dal suo sguardo e dal tono della sua voce, riuscivo a percepire che non stava mentendo come il parroco pensava.
Mi sentii confusa. Avrei tanto voluto credere del tutto quel ragazzo, che mi ispirava sincerità e voglia di scoprire ciò che veramente si cela dietro al mistero della scomparsa di Louis, ma ciò che mi bloccava erano le parole del prete che, a sua volta, erano piene di verità.
La storia della Grande Battaglia, la più importante tra tutte le leggende, viene tramandata dal periodo della nascita del nostro popolo.
Si dice che Dark Falls, alle sue origini, non fosse circondato interamente da alberi e che fosse collegato al mondo esterno tramite un lungo viale, che con il passare del tempo è stato misteriosamente sommerso dalle piante. Ogni creatura viveva pacificamente e per conto suo, in poche parole tutti andavano d'amore e d'accordo.
Un giorno, però, dei vampiri assetati di sangue aggredirono dei contadini mentre attraversavano il viale per poter andare nel paese accanto, sicuramente a barattare o a portare la propria merce al mercato.
Da lì iniziò una forte disputa tra vampiri e umani. Morirono un sacco di persone e, di conseguenza, gli stregoni della città fecero un maleficio così potente da far sparire tutti i vampiri presenti a Dark Falls e nel suo bosco. Da quel momento, infatti, non si sono più visti."In nome di Dio, ti ordino di abbandonare questa Chiesa all'istante!", il prete strinse in mano la croce che portava al collo come se davanti a lui, anziché di un semplice ragazzo, si trovasse una persona indemoniata.
"Credetemi!", si portò entrambe le mani nei capelli, forse per la disperazione.
"Fuori! E non farti più vedere!"
Dopo queste parole il ragazzo corse subito fuori, senza esitare. Aveva sicuramente capito che nessuno lo avrebbe creduto.
Rimasi in piedi, ancora pensierosa per l'accaduto, fino a quando mia madre non mi tirò per la maglia facendomi cenno di sedermi.
Fortunatamente non ci furono altre interruzioni e il funerale continuò regolarmente. Alla fine, decisi di voler tornare subito a casa mentre i miei genitori rimasero a parlare con la famiglia di Johannah.Appena entrai nella mia abitazione e dopo aver posato le mie chiavi su uno scaffale di legno scuro antico, salii nella mia stanza al piano superiore. Con lentezza mi sdraiai sul mio letto, fissando il soffitto bianco che mi avrebbe sicuramente fatto compagnia per i restanti giorni. Senza accorgermene, iniziai a piangere di nuovo.
E' così che ci si sente, quando si perde la parte migliore della nostra vita?
Un dolore lancinante mi colpì al petto, per poi trasferirsi nelle altre parti del mio corpo. Non riuscivo a non sentire il dolore che mi stava divorando lentamente. Come se non bastasse, ebbi l'impressione di essere sparata da qualcuno nella parte centrale della testa.
Mi toccai all'istante nella zona dolorante, ma dopo aver controllato la mano vidi che non c'era nemmeno una macchia di sangue. La sofferenza era fortissima, inimmaginabile, qualcosa che non si può spiegare.
Me lo sentivo, stavo per impazzire.Lo stesso si ripeté il giorno dopo e l'altro ancora. Da quel momento passarono esattamente 2 anni.
Restai settimane e mesi interi dentro casa, affogandomi nella depressione e trovando rifugio nella mia cameretta. Dalla morte di Louis avevo anche abbandonato la scuola ed ormai ero diventata una diciottenne. Tutti mi volevano invogliare per farmi uscire fuori di casa e per farmi conoscere il mondo esterno (che, a momenti, non ricordavo neanche più), ma fallivano completamente.La mia monotona vita, però, fu scombussolata da uno strano evento che si verificò durante una calda mattinata di Giugno.
Mi trovavo seduta sul mio letto a rileggere per l'ennesima volta lo stesso libro, quando improvvisamente...

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obscurity.
FanfictionEveryone's got a dark side, can you love mine? (Louis Tomlinson's fanfiction.)