Capitolo quindici : una lunga notte insonne

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I rintocchi del pendolo di casa Canciello risuonarono in tutti i locali della casa, ed Anne si accorse che era già mezzanotte e ancora non riusciva a dormire, e l'indomani che era domenica sarebbe arrivata Chiara a trovarla, e lei attribuì la sua insonnia all'eccitazione della bellissima giornata che stava per trascorrere... Ma lei si sentiva cosi anche per il suo vicino... In fondo i ragazzi avevano abbandonato Manuel a morire da solo, senza neanche pensarci su.

Cercando di scacciare questi pensieri si affacciò al balcone, credendo che visto che era tardi, nessuno l'avrebbe vista con la camicia da notte.

Invece vide Manuel, che si era arrampicato sull'albero e stava sfregando qualcosa.

Aguzzando la vista, Anne vide che stava affilando un coltello a serramanico e sembrava totalmente assorto fino a quando non lanció il coltello nella finestra aperta che dava sulla sua camera ed esclamó :

"Quelli sono già morti maledizione! Non servirá a nulla sto coltello! Ma quando si decidono Mike e gli altri a darmi informazioni?"

Alla fine il ragazzo si giró e notó Anne, lei giró la testa per non guardarlo negli occhi, ma lui si rigirò completamente disinteressato e Anne notó che Manuel in quei tempi era davvero inquietante ed era assolutamente lontano dall'idea che si era fatta di lui, ma poi ricordó di essere lei insieme agli altri la causa del suo cambiamento

Alla fine Manuel saltò dal ramo alla vicina finestra della camera, vi entró e chiuse le persiane.

Anne restó fuori un altro po' a riflettere e infine rientró e si rimise a letto.

Il display del cellulare di Manuel segnó l'arrivo di una chiamata.

"Che vuoi Victoria?" Chiese Manuel freddamente

"Mi preoccupavo per te.... Mi piacerebbe sapere come stai e se per caso hai trovato un altra ragazza...

"Sto come mi avete lasciato, e in quanto alla ragazza credo che non siano affari tuoi"

"Ah... Capisco.... Sai, ci manchi tanto...."

"Vi mancheró di più quando saró morto"

"Non dire cosii..." Disse Victoria quasi piangendo

"Mi dispiace, comunque mi ha fatto piacere sapere che almeno tu non ti sia dimenticata di me"

"Non lo faró mai Manu promesso, buonanotte"

"Anche a te piccola" disse Manuel riattaccando

Allora accese il pc e inizió a cercare qualche modo per liberare la scuola delle presenze, e anche evitare che lui vada all'altro mondo, ma più andava avanti, più la scuola sembrava invincibile e difficile da affrontare

Il giorno dopo

"Ciao Anne, disturbo?"

"Non ti preoccupare Victoria, sto aspettando una mia amica, se aspetti la conoscerai"

"Okay comunque ascoltami,ho fatto un incubo"

"Il solito stupratore attratto dalle tue forme generose?" Disse Anne ridacchiando

"No" ribattè Victoria storcendo il naso "ho sognato che ero in un luogo oscuro, non oscuro che non si vedeva niente, ma perché li vi regnavano le tenebre, e c'erano delle torce sul terreno con un fuoco azzurro"

"Eh? Intendi il fuoco fatuo "

"Sisi proprio quello, comunque vicino a me c'era una sorta di banchina che conduceva a un fiume dove c'era una piccola barca e c'erano delle persone che stavano percorrendo quel tratto"

"Oh mio dio, l'ingresso per il mondo dei morti... Victoria dimmi, hai riconosciuto qualcuno?"

"Si... Nel gruppo c'era anche Manuel..."

E la ragazza inizió a piangere a dirotto

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