Capitolo 3

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Appoggio la testa sul sedile dell'auto e cerco di dormire un pò , è stata una lunga nottata...

Dopo un pò mi accorgo di essere poggiata su qualcosa di caldo e morbido , ha lo stesso odore del misterioso ragazzo.

Riapro gli occhi per un istante e guardo ciò che sto stringendo: è la felpa di Michael! Che stupida mi sono dimenticata di restituirgliela.

Guardo dentro le tasche, sono vuote. Quando decido di appoggiarla di nuovo al sedile ed usarla come cuscino dalla tasca destra esce un pezzo di carta a cui non avevo fatto caso poco prima.

È accartocciato a mo' di pallina , pian piano facendo attenzione a non strapparlo lo srotolo ed appaiono delle scritte.

Sono degli orari, non so a cosa si riferiscano, lo guardo meglio:

7.30 - 13.30

Lo giro dall'altra parte. Non ci sono altre informazioni . Mi sento in colpa magari quegli orari erano importanti.

Rimetto il piccolo foglietto nella tasca destra della felpa e chiudo la zip assicurandomi che non possa perdersi.

"E che mi dici di quel ragazzo?" Chiede mia madre con voce civettuola.

"Quale lo stupratore o il tizio tatuato?" Rispondo seccata, sono le 2.00 di notte , ho sonno. Lei mi lancia un'occhiataccia.

"Senti mamma ne parliamo domani , è stata una giornata davvero pesante "
Rispondo con aria sconvolta.

"Tesoro auguri , volevo aspettare fino a domani ma comunque ormai sono le 2.00 è già il tuo compleanno " dice mia madre cercando di alleggerire la tensione.

"Il compleanno più bello della mia vita !" Dico con tono sarcastico.

"Tuo padre ed io abbiamo deciso di rimanere altri 2 giorni a Roma per quello che è successo oggi, hai bisogno di riposare" dice mia madre con tono autoritario, ma io ne sono felice , dopo tutto quello che è successo davvero non me la sento di andare a Pescara.

Sono più di due ore di viaggio , ma il lato positivo è che non sono poi così lontana da tutto e da tutti, anche Pescara è una città abbastanza affollata, ma molto più piccola e meno inquinata di Roma.

Rispondo a mia madre facendo un cenno con la testa e lei mi sorride. Adoro questa caratteristica di mia madre , è come Greta, sempre col sorriso sulle labbra.

"E quella felpa di chi è ?" Domanda lei curiosa. Io le lancio un occhiata e rispondo : "è del ragazzo tatuato, mi sono dimenticata di restituirgliela"

"Perché quando te ne sei accorta non me lo hai detto? Potevamo tornare indietro per dargliela" chiede mia madre.

"Non lo avremo trovato lì. Non credi che dopo un quarto d'ora di viaggio se ne sia già andato?" Le rispondo sincera.

"Hai ragione." Inizia mia madre annuendo. "Ma non ti ha lasciato qualche recapito per rintracciarlo?"continua.

"Non c'è stato il tempo" dico sembrando quasi affranta mia madre si limita ad annuire.

Il mio sguardo è rivolto verso la morbida felpa nera della Obey.

In torno a me c'è il silenzio , si sente solo il motore dell'auto che echeggia nell'oscurità.

"Ale..." sento la voce di mia madre chiamarmi ed io subito apro gli occhi, devo essermi appisolata un momento.

"Siamo arrivate a casa " finalmente mia madre annuncia le parole che avrei più voluto sentire in questo momento.

Mi precipito fuori dalla macchina con addosso la felpa e mi dirigo verso la porta di casa quando vedo mio padre seduto sulla panchina, decido di sedermi accanto a lui.

"Papà" lo chiamo e lui si gira verso di me.

"Ale , stai bene?" Chiede preoccupato.

"Sì tranquillo papà grazie a Dio non è successo niente" rispondo, lo sento tirare un sospiro di soglievo.

Stiamo in silenzio per qualche secondo.

"Perché hai la guancia tutta gonfia e rossa?" Mi domanda ed io la tocco con la mano.

"Niente quel maniaco mi ma dato uno schiaffo , se tocco quel punto ancora fa male..." rispondo.

"Parlerete domani, ora andate a letto che è tardi" dice mia madre aprendo la porta di casa.

Saliamo tutti insieme e mi dirigo in camera mia . Appena entrata decido di togliermi la felpa, ripiegarla ed adagiarla in un cassetto del mio comò.

Mi tolgo i tacchi e andando in bagno passo davanti allo specchio di camera mia e mi cade l'occhio sulla guancia dolorante, è quasi violacea. Ad un certo punto mi ritorna in mente ogni scena di quel terribile momento.

Inizio a piangere ed a dimenarmi mi sembra quasi di rivivere tutto ciò .

"Ale! Cosa succede!" Esclama mia madre avvicinandosi a me.

"Ale basta!" dice abbracciandomi.

"Lasciami in pace , lasciami!" Urlo piangendo e dimenandomi con maggior forza.

"Lasciami..." dico con un fil di voce fino a vedere tutto buio attorno a me.

-

Terzo capitolo completato fatemi sapere se la storia vi piace , aggiornerò al più presto
Ps.: forse le foto che metto ad inizio capitolo non c'entrano niente, ma sono troppo fighe :')

~Steify☆

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