Capitolo 4

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-Che cosa?!-esclamiamo in coro.
-Già...-dice sbuffando.
-Ma chi é veramente?-chiede Layla.
-Conoscete Loki di Thor?-chiede.
-Sì, é il mio personaggio preferito...ASPETTA UN ATTIMO, IL PROF É LOKI!-esclama Andrew.
-Ehm..non proprio.- riprende il prof -Sono un attore e sono il cantante dei Thirty Seconds to Mars.-
-Wooow!-esclamiamo in coro.
-IO CONOSCO QUEL GRUPPO!-esclama Robert -ma non sapevo come si chiamavano i membri.
-Ma.. ora come ci insegnerà scienze se non ne sa niente?-chiedo.
-Tranquilli, imparerete qualcosa di sicuro.-risponde.
Il prof si guarda intorno, pensieroso, e poi sorride.
-Vi faró viaggiare e vi faró sentire veramente felici, peró non dovrete dire nulla a nessuno di ció che é appena successo.- dice.
-Sì, ha la nostra parola! -esclamiamo in coro.
Passiamo la giornata a farci le foto con altri cosplayer e a chiaccherare. É da tanto che non andavo a una fiera di cosplay.
Verso le 17 arriva il nostro pullman per riportarci a casa e stavolta il prof viaggia con noi. Non riesco a guardarlo truccato in quel modo: é davvero inquietante. Arrivata a casa vado direttamente verso la mia stanza barcollando e sdraiandomi sul letto, esausta. Mia madre entra in camera e mi porta da mangiare: molto probabilmente ha notato che ero stanchissima. Posa il piatto di pasta sulla mia scrivania ed esce, naturalmente, come é solita fare, non chiudendo la porta di camera mia.
-MAMMAAAAA.-urlai.
-Che cosa c'é? -chiede affacciandosi alla porta.
-La porta...-borbotto indicando pigramente col dito la porta aperta.
-Oh, mi scusi tanto, signorina!- ribatte con tono ironico mia madre, chiudendo la porta.
Sospiro.
Mi alzo per andare a prendere il pigiama in armadio e mi ributto sul letto a faccia in giù.
-Dai, Amy, ce la puoi fare...-dico tra me e me, alzandomi e cambiandomi. Butto la parrucca, il vestito e tutta la roba a terra. Cammino verso il bagno come uno zombie e infatti... sbatto il mignolo del piede nel comodino in corridoio.
-MA VAFFANCULO!-urlo tenendomi il piede.
Entro in bagno e mi sciaquo la faccia, togliendo quel trucco dal colore pallido. Ritorno in camera e mangio la pasta, per fortuna ancora leggermente calda. Porto il piatto in cucina e lo appoggio sul tavolo, poi vado a lavarmi i denti. Corro in camera e mi sdraio sul letto, coprendomi con il lenzuolo fresco. Credo di essermi addormentata quasi subito, perché ho sognato un lama che ballava la breakdance poco tempo dopo. La mattina dopo apro gli occhi grazie ai raggi del sole che entravano dagli spazi che c'erano da una tenda e l'altra. Mi alzo di scatto, guardando l'orologio posizionato sul comodino alla destra del mio letto: erano le 8:00 e io ero in ritardo. Mi alzo e indosso l'uniforme, saltellando e correndo qua e là. Mi pettino i capelli il più velocemente che posso ed esco di casa con la cartella in spalla. Corro come se fossi una di quelle campionesse di atletica leggera, ma finisco per inciampare e cadere di faccia nel cortile, ormai vuoto, della scuola.
-Oh, professore, é arrivata anche lei!- urla la voce di Andrew dalla finestra della nostra classe. Gli lancio un'occhiata ed entro nell'edificio scolastico massaggiandomi la faccia.
Apro la porta della mia classe con rabbia e mi dirigo verso il mio banco con passi pesanti.
-Ops, qualcuno non é di buon umore oggi.-dice con tono ironico il prof.
-Già.-borbotto sedendomi al mio posto.
-Allora,- inizia il prof -pensavo di portarvi in America con me, dato che devo fare un concerto con la mia band.-
-OH WOOOOW!-esclama Andrew saltando in piedi.
-Chiederó alla preside. Le diró, peró, che sarà un'uscita didattica di 5 giorni.-conclude.
L'ora passa velocemente mentre parliamo del nostro "camposcuola" e la campanella suona. L'ora dopo é noiosissima: matematica. Per fortuna, io che sono all'ultimo banco e la prof che non vede un accidente, ho potuto fare il mio solito pisolino. Mi sveglio quando suona la campanella della ricreazione. Frugo nella mia cartella ma non trovo niente da mangiare.
-Cavolo, mi sono dimenticata.-borbotto tra me e me, mettendo le braccia conserte e appoggiando la faccia sul banco.
-Ehi.-disse la voce di Robert.
Alzai lo sguardo e vidi che teneva una metà del suo panino nella mano tesa verso di me. Stava anche sorridendo.
Arrossii leggermente.
-G-grazie mille...-
Presi goffamente la metà dalla sua mano e mangiai come se non ci fosse un domani.

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