Capitolo 6

331 16 26
                                    

Di solito non mi arrabbio quasi mai. Sono una persona tranquilla e sorridente. Oggi ho provato rabbia, ma non era così forte come é adesso. Sento che devo fare qualcosa, DEVO entrare e vedere se mia madre sta bene. Stringo i pugni e corro verso la porta di casa, la quale é appena stata sfondata dalla polizia. Un poliziotto mi prende per il polso cercando di fermarmi, ma mi libero ed entro in casa prima di loro. Guardo in cucina, in salotto, in camera mia: niente. Vado qualche metro più avanti e mi fermo davanti alla porta della camera dei miei genitori. Faccio un profondo respiro ed apro la porta: un uomo mi punta la pistola addosso. Cerco di restare tranquilla e di non tremare. Alzo le mani e resto in silenzio.
Sembra che il tempo si sia fermato. Ecco peró che recupero un po' di coraggio e gli tiro un calcio. Penso sia stata la stupidaggine più grande che abbia fatto in tutta la mia vita, perché ecco che si sente lo sparo e il sangue che mi colora il collo di rosso. Ma il dolore non mi ferma: gli calpesto la mano che tiene la pistola, la prendo e la punto verso di lui.
-Abbi pietà.- dice con voce tremolante.
Per sua fortuna arrivano dei poliziotti che mi fermano e uno di loro chiama l'ambulanza per la ferita che ho al collo. Esco e fuori casa trovo mio padre.
-Amy stai bene?-chiede preoccupato.
-Sì, sì. É solo un graffio.-rispondo, coprendomi la ferita con la mano.
Mio padre corse dentro casa e dopo 10 minuti la polizia esce, entrando nella macchina con il ladro. In questo preciso istante arriva l'ambulanza.
Una dottoressa scende e mi viene incontro.
-Sei tu la ragazza ferita?-chiede.
-S-sì.-rispondo, togliendo la mano, ormai insanguinata, dal collo.
La dottoressa apre la valigietta e inizia a esaminare la ferita.
-Per fortuna il proiettile ti ha solo sfiorato. Ti rimarrà una cicatrice, ma non credo sia un problema.-dice disinfettando la ferita e bendandomi il collo.
-Grazie mille.-rispondo.
Lei sorride e sale sull'ambulanza, la quale in un batter d'occhio parte e se ne va. Faccio un sospiro di sollievo ed entro in casa, trovando mia madre e mio padre parlare.
-Stai bene?- chiedo, guardando mia madre con sguardo serio.
-Sì. Mi sono solo spaventata e sono scappata in cantina prima che il ladro mi raggiunga. Piuttosto, credo che sia io quella che deve chiedere se stai bene.- ribatte indicando le bende al collo.
-Sto bene.-rispondo.
Chiudo la porta d'ingresso a chiave e mi dirigo verso camera mia.
-Non ho fame.-dico.
Mia madre annuisce con sguardo preoccupato.
Mi cambio e vado a letto, addormentandomi subito. La mattina dopo apro gli occhi con il suono della sveglia. Mi alzo e inizio a prepararmi per scuola. Dopo 40 minuti prendo la cartella e vado verso scuola. Nel cortile il gruppo della nostra classe mi aspetta.
-Amy! Stai bene?-mi corre incontro Andrew.
Faccio finta di non averlo sentito e lui ci rimane piuttosto male.
-Le bende al collo...-dice Layla.
-Ah, già. Non é niente di grave, tranquilla.-rispondo sorridendo.
-Sei sicura?-chiede Robert.
-Massì!-ribatto.
Suona la campanella e noi entriamo in classe, non vedendo l'ora di ricevere notizie dal prof Leto sul nostro camposcuola.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 30, 2016 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

Perfect TeacherDove le storie prendono vita. Scoprilo ora