(capitolo uno)

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Brad's point of view

06:00 AM

Oggi dobbiamo svegliarci presto, finalmente partiamo per il Brasile in quel viaggio benefico di una settimana di cui parliamo ormai da mesi. Sono davvero felice di andare lì ad aiutare quante più persone possibile, è una cosa che ho sempre voluto fare, ed ora che ne ho la possibilità sono contento di poter fare questa esperienza.

<<Brad muoviti, siamo in ritardo, poi sto morendo di fame!>> la voce di James mi riporta alla realtà mentre sono ancora sotto la doccia, così mi asciugo, mi vesto ed esco dal bagno per raggiungere i ragazzi che erano già scesi senza aspettarmi, grazie mille James.

Ci incamminiamo verso il pullman e dopo una mezz'oretta di viaggio arriviamo all'aeroporto.

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Riusciamo ad imbarcarci in orario e così prendiamo posto sull'aereo, io mi metto vicino a Tristan, mentre Connor e James sono nei sedili subito dietro di noi.

<<Ehi fungo, ti vedo agitato, ti è tornata la paura di volare?>> mi chiede Tristan toccandomi il braccio.

<<No no tranquillo, sono solo molto felice di fare questo viaggio, ho sempre voluto farlo e ora sono al settimo cielo!>> gli rispondo sorridendo.

<<Capisco amico, bene io ora dormo, svegliami quando arriviamo okay?>>

<<Va bene Tris, dormi pure.>> dopo avermi scompigliato i capelli ed essersi messo comodo, si addormenta subito.

Decido di documentarmi un po' su questa favela che visiteremo, visto che devo far passare il tempo...

"La favela di Vidigal è una delle più famose di Rio de Janeiro. Si arrampica in bella vista sul Morro Dois Irmaos, la bellissima montagna alla fine della spiaggia di Leblon..."

Ho visto qualche foto e wow, è davvero un paesaggio bellissimo e molto romantico, soprattutto di notte. Il modo in cui la luce del tramonto incontra la montagna è meraviglioso, e poi tutte le luci dei piccoli paesini sono incantevoli.

Senza nemmeno accorgermene, mi addormento sulla spalla di Tris, che se la dormiva da quasi un'ora e mezza...

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<<BRAAAAAD SIAMO ARRIVAAAATI! SVEGLIA BELL'ADDORMENTATO!>> la delicatezza di Connor Ball gente.

<<Mmh, sto arrivando>> mormoro mentre mi stiracchio e per poco non tiro un pugno a Tristan che si stava alzando.

Usciamo dall'aeroporto e un pulmino ci viene a prendere, così dopo un po' di tempo in cui mi sono perso a guardare fuori dal finestrino quei paesaggi meravigliosi, riconosco Vidigal dalle foto che ho visto prima, e non vedo davvero l'ora di andare a visitare quella favela, mi affascina così tanto.

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Dopo aver posato le valigie in hotel, andiamo subito a Vidigal, e dopo un po' di camminata, riesco a intravedere le prime baracche, e i primi bambini che correvano lì fuori a piedi nudi.

Continuando a salire, arriviamo nel cuore della favela, e qui si può benissimo vedere la gravità della situazione, le baracche dove vivono non sono altro che tendoni tenuti su da delle aste, o per i più fortunati, ci sono delle costruzioni che ricordano i bungalow, fatti di legno, però pieni di muffa e con mille spiragli.

Di servizi igienici non c'è ombra, né tantomeno di lavandini o docce, è tutto molto diverso dal tipo di città nel quale sono sempre stato abituato a vivere, c'è un sacco di povertà in tutti i sensi.

Nonostante questo, c'è veramente un sacco di gente, e quello che più mi ha colpito, è che non trovi una persona che non abbia il sorriso. Si conoscono tutti tra di loro e si salutano calorosamente come se fossero un'unica grande famiglia, adoro questa cosa. A Birmingham è già tanto se camminando qualcuno ti fa un cenno per salutarti.

Ci sono un sacco di bambini che giocano a calcio, mentre le femmine stanno sedute insieme a farsi le treccine o a cantare in cerchio battendo le mani. Seduti sui muretti si vedono qua e là dei ragazzi che con un tamburo si divertono come i bambini col pallone.

E' incredibile, tutto qui è musica.

Il chiacchiericcio delle donne che fanno la spesa, il coro delle bambine, il tonfo dei palloni quando toccano terra, sembra vadano a tempo con il battere dei tamburi.

Questo posto mi dà un'adrenalina unica.

Ogni volta che ci fermiamo a parlare con qualcuno, per quanto riusciamo a parlare il portoghese, ci trattano come se fossimo di famiglia, le bambine sorridono e sono gentilissime, mi hanno pure fatto una treccina colorata di rosso dietro la testa!

Ci siamo anche cimentati in un partitone di calcio con un sacco di bambini, è stato divertente, ma anche molto stancante...quei bambini corrono veloce davvero!

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Dopo aver giocato ancora un po' con i bambini, decidiamo di salire ancora e di cantare qualcosa, così ci sediamo su degli scalini accanto ad una baracca e tiriamo fuori le chitarre, iniziamo a cantare Oh Cecilia tutti insieme, intanto un po' di gente si avvicina e batte le mani a ritmo ballando.

Cecilia, you're braking my heart, you're shaking my confidence daily.

Put your hands up, your surrounded

The whole love thing, I clowned it

Than who's the joker?

I guess I'm it

'Cause I let it right go when I found it

Time has never been my best suit

Now I've got everything except you

You moved out of my heart, still got the bruise

I'd give it all back to be next to you

I turn my radio up and it's just my luck

Why y y y y y me?

I turn my tv on it's the same old song

Why are you following me?

It's like a 'missing you' sign

Is written on my face

Why y y y y y why eh?

It's like everybody knows

'Cause everywhere I go

The whole world is singing to me

Cecilia, you're breaking my heart

You're shaking my confidence daily

Oh Cecilia, I'm down on my knees,

I'm begging you p-......

Il mio sguardo si incontra con quello di una ragazza, uscita dalla baracca accanto a noi, mentre la canzone continua e la mia voce con lei, ma sembra che il mondo si sia fermato, quegli occhi verde scuro sono come una calamita per i miei, sono così profondi... Poi la carnagione un po' scura li risalta ancora di più rendendoli meravigliosi.

E non mi sono ancora soffermato sul sorriso, Dio, è così radioso, d'istinto sorrido anch'io mentre continuo a cantare, e noto che sta accennando un piccolo ballo, facendo ondeggiare i lunghi capelli scuri che le incorniciano quel viso a dir poco perfetto.

La canzone finisce, e io continuo a fissarla con un sorriso da ebete, finchè noto che l'ho messa in imbarazzo, così decido di andare a parlarci per conoscerla un po'.

Mentre le vado incontro, noto che indossa dei pantaloncini sgualciti e una maglietta semplice e un po' sporca, chissà da quanto tempo ha questi vestiti addosso...

Cerco di accantonare i miei pensieri mentre la raggiungo e sorridente le porgo la mano.

<<Ehi ciao, io sono Bradley>> dico con il mio fantastico portoghese

<<Piacere, Isabel>> mi stringe la mano sorridendo e mi meraviglio del fatto che mi ha parlato in inglese.

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Salve a tutti, questa è la mia prima fanfiction, ma ho sempre amato scrivere, quindi spero che venga abbastanza bene, comunque scusate per gli eventuali errori.


Vidigal. /Bradley Will Simpson.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora