Ne vale la pena.

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Avevo sempre avuto il vizio di guardarmi i piedi mentre camminavo, a volte alzavo la testa ma praticamente solo per controllare dove andavo.
Stavo camminando su un marciapiede e tornavo a casa dopo una giornata di scuola, piuttosto soddisfatta.
Mi aggiusto la borsa sulla spalla e attraverso la strada, quando mi scontro con un ragazzo che era dietro di me che andava di fretta e che sicuramente avrebbe potuto prestare più attenzione dato che mi aveva vista.
L'ho guardato e con la mente ho scattato un'immagine di lui che ho ancora nella testa. Alto, occhi blu e capelli castani mossi, piuttosto lunghi.
Indossava una felpa nera e aveva un borsone azzurro molto grande sulla spalla, probabilmente andava ad allenarsi.
Mi ha lanciato uno sguardo talmente veloce che a parer mio non ha nemmeno capito fossi una ragazza.
Non voglio giudicarlo dato che nemmeno lo conosco ma mi è sembrato poco interessato al fatto che mi aveva appena spinta 'casualmente'. Lo trovavo poco carino da parte sua neanche degnarmi di uno sguardo, ma l'ho disprezzato talmente tanto che non ci ho fatto caso e ho continuato a camminare, superandolo.
Avevo rimesso al suo posto la cuffietta destra caduta dopo l'incidente di percorso e mancava poco al mio arrivo a casa, quando mi sento toccare da dietro le spalle. Mi giro, ancora sconcertata da ciò dato che non sono un tipo molto sociale.
C'era lui con il mio portachiavi in mano, che mi era certamente caduto dalla borsa dove era appeso.
Ringraziai e mi ripresi il portachiavi che era estremamente imbarazzante dato che era un piccolo Winnie the Pooh con tanto di fiorellini sulle sue manine. Troppo imbarazzante.
O mi tolgo da questa situazione entro tre secondi o mi sotterro. Due minuti dopo ero già arrivata alla fine della strada e cominciai a ridere. Sembravo una scema, ridevo da sola e la cosa bella è che stavo ridendo di me stessa. Più pensavo alla figura che avevo fatto più mi veniva da ridere per l'imbarazzo, anche se alla fine era un semplice Winnie the Pooh. Se qualcuno mi avesse vista in quel momento, mi avrebbe sicuramente preso per una malata.
E guarda caso, me lo ritrovai accanto, quel ragazzo, aspettava che scattasse il verde per attraversare. Mi guardò e tentò di ignorare il fatto che ridevo da sola, dato che non era una cosa normale.
Prima di attraversare si voltò e mi disse: "Peccato che di solito non sorridi così."
Mi lasciò di pietra. Ero incollata al marciapiede e anche se avevo tolto le cuffiette mi fischiavano le orecchie. Ero certamente diventata più rossa del semaforo ma non mi importava.
Quel 'di solito' era il problema, perché per aver detto una frase del genere voleva dire che mi vedeva spesso.
Lui magari mi vedeva e io non vedevo lui. Quella semplice frase tolse la tristezza dai miei giorni per una settimana intera, e poi scoprii che lui frequentava la mia stessa scuola. Tre classi dopo la mia, stesso corridoio.
E non lo avevo mai visto. Eppure ero una grande osservatrice, ma mi era sfuggito lui.
Ma dopo quell'episodio credo che non mi scorderò mai di lui.
L'unico che non avevo notato ma che mi aveva notata.
Molte volte pensiamo determinate cose, pensando fossero delle sacrosante verità, ma sappiate solamente che se anche una semplice frase può rialzarvi, allora vuol dire che nell'amore e la speranza ci credete ancora.

E fidatevi, voi ci credete ancora.

Non pensate sempre che le illusioni deludono e che i sogni distruggono, perché non è così. Non pensate che alla fine finisce sempre tutto male, che alla fine non ne vale la pena.
L'intero mondo può odiarti, disprezzarti, ma se una sola persona si gira verso di te e dimostra di amarti o di apprezzare quello che tu fai, allora tu per quella persona vai avanti. Per quella persona dirai finalmente che ne vale la pena, perché quell'amore ti da la forza per continuare a camminare. Potrai sempre cadere, è ovvio, ma se cadere e magari soffrire è il prezzo da pagare, allora ne vale la pena.

Ne vale veramente la pena.

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