Nella foto: Leo Valdez
Tum.tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum tum
Sento qualcosa di freddo e umido sulla fronte, cerco di aprire gli occhi, ma l'unica cosa che incontro sono un muso peloso e due occhioni azzurri che mi guardano dall'alto.
- Ma porc... KILLUA!! Scendi dal mio letto! ORA!
Gli infilerò un coltello da burro in un occhio uno di questi giorni se non impara a evitare di farmi un lavaggio completo alla faccia ogni mattina, stupido cane.
Alle mie parole, quell'ammasso di pelo decide che forse è meglio scappare, una macchia bianca e rossiccia che sfreccia per la casa, lasciando peli ovunque.
Indovinate a chi toccerà pulire?
Non a me, sono in ritardo. Per fortuna quel quadrupede mi ha svegliato giusto in tempo per farmi rendere conto che le lezioni iniziano tra 15 minuti ed io mi sto ancora rigirando tra le coperte.
-Lex! Sveglia! Sei in ritardo, di nuovo! È Il primo giorno di scuola! Non vorrai che i professori trovino una scusa per prenderti di mira per tutto l'anno!
Cal.
Calum è il mio fratellone, fratellastro dovrei dire, sono stata adottata quando zia Clare se ne è andata.
Nonostante non siamo fratelli di sangue, siamo molto legati, è molto espansivo e sicuro, ma un po' impacciato, così lo aiuto con le ragazze e lui mi aiuta a non arrivare in ritardo il primo giorno di scuola. Nonostante il bell'aspetto, alto, moro, due pozzi neri senza fondo, lo rendano il classico ragazzo popolare, non è il tipo che va con tutte, si ubriaca, e di certo non è un animale da festa.
Ancora mezza assonnata biascico un -si- e prendo le prime cose simili a dei vestiti che trovo nel mio armadio grigio, che sembrano essere un paio di skinny jeans chiari e una felpa nera.
Corro in bagno e cerrco di rendermi meno simile ad uno zombie, un filo di eye-liner e mascara, lascio i capelli sciolti in riccioli che ricadono sulle spalle, fino alla clavicola.
Prendo lo zaino e corro al piano di sotto, non mangio niente, ho lo stomaco chiuso dalla notte scorsa e sono troppo in ritardo per pensare a qualsiasi altra cosa che non sia arrivare a scuola.
Mi infilo la collana di ciondoli e corro fino al grande edificio rossastro, che per fortuna dista poco da casa, giusto in tempo per vedere le ultime matricole entrare timorose, guidate dal preside.
Prendo l'orario e in un attimo sono davanti alla porta della classe di letteratura. Essendo chiusa, busso leggermente, ricevendo una risposta abbasso la maniglia, che, ovviamente, deve scricchiolare come le ossa di una novantenne, così da attirare ulteriormente l'attenzione su di me.
Il professor Harper alza lo sguardo verso di me e mi fa un veloce cenno con la mano per invitarmi a prendere posto.
Percorro la classe con lo sguardo e noto una faccia nuova in fondo all'aula, così mi dirigo con fare imbarazzato verso il banco vuoto, sotto gli sguardi disgustati dei miei "simpaticissimi" compagni di classe, che non esiterei un attimo a spedire nell'arena.
Jessie sporge la gamba troppo scoperta fuori dal banco, in un vano tentativo di farmi uno sgambetto, faccio finta di non notare niente, ma quando le passo difianco, le pesto il piede, gustandomi la scena di lei che cerca di rimanere impassibile, e ritrae la gamba, mandandomi un'occhiata che, almeno secondo lei e le sue amiche, ucciderebbe un elefante.
Per tutta risposta, la fisso con gli occhi puntati nei suoi, finchè lei non distoglie lo sguardo a disagio, ed io sento l'impatto del mio fondoschiena con la dura sedia di legno.
Lancio un'occhiata furtiva al mio compagno di banco, il quale fissa la pagina del libro di letteratura, ma senza leggerlo veramente.
Quando nota che lo sto guardando mi sorride e fa un cenno con la mano, trentadue denti splendenti mi abbagliano per un momento, ma sono sicura di averne contato qualcuno in più, i capelli scuri gli ricadono in piccoli ricci sugli occhi, anch'essi castani, ma di una sfumatura più chiara, più fresca ed estiva, del colore delle foglie che stanno cominciando a seccarsi nei primi giorni nuvolosi di settembre.
Vicino alla sua sedia, stazionano due stampelle e noto che non muove le gambe, se non facendo movimenti impercettibili.
Ascolto la lezione, estremamente noiosa devo dire, dato che ciò che sta spiegando il professore alla lavagna, è esattamente ciò che ho letto nel libro qualche mese fa, per interesse personale.
Non so perchè, ma memorizzare mi riesce molto facilmente, così come il ragionamento, potrei definirmi una secchiona, ma la verità è che non studio molto, come ho detto, memorizzare e ricordare di viene bene, una delle poche cose in cui sono brava. Scarabocchio sul quaderno, finchè non sento un ticchettio sul braccio sinistro e mi giro verso il ragazzo dai capelli scuri.
Aspetto che parli, ma lui si limita solo a studiarmi con gli occhi, mi fissa e sento il suo sguardo attraversarmi i vestiti, ma non è una sensazione spiacevole, è più irritante il fatto che mi abbia distratto dalla lezione che non stavo ascoltando, per fissarmi.
Proprio quando ho perso le speranze e sto per rigirarmi, apre bocca e mi stupisce.
- bella collana
Lo guardo con un soppracciglio alzato e uno sguardo un po' sorpreso
-bella collana? Tra tutte le cose che potevi dire, ti complimenti della mia collana? Comunque grazie, penso anche io che sia bellissima.
Spalanca leggermente gli occhi alla mia risposta, poi si lascia andare ad una risata soffocata per non farsi sentire, il suono è ritmico, sembra quasi imitare il verso di una pecora, ma è dolce e cristallina.
- scusa, noto subito i particolari delle persone.. E non gli aspetti più importanti.
Lancia uno sguardo ai miei occhi, ma lo lascia subito cadere sulle sue gambe, in fondo lo capisco, a chi capita di incontrare una ragazza con un occhio grigio e uno castano chiaro, o come piace definirlo a me, dorato?
-comunque, io sono Ryan e tu sei..
- Alexis, Alexis Lancaster.
Mi guarda per un attimo e sembra intrattenere una muta conversazione con se stesso, indeciso se parlare o no, ma prima che possa dire altro, suona la campanella, lo saluto con un cenno e mi incammino verso l'aula di Scienze.
Appena entrata prendo posto in seconda fila, e come sempre, la classe si riempie, ma il posto vicino al mio rimane vuoto, non che mi importi ormai, almeno ho più spazio per lavorare e appoggiare i miei libri.
La signorina Carter fa il suo ingresso e tutti i ragazzi della mia classe sembrano subito più interessati, essendo la nostra insegnante considerata la più "sexy" della scuola, a me fa solo venire il voltastomaco.
Pensare che dei sedicenni possano considerare una donna di almeno 20 anni più vecchia di loro, sexy solo perchè è formosa, mi fa venir voglia di vomitare ciò che avrei mangiato a colazione, se non fossi stata in ritardo.
Sulla soglia c'è una ragazza, i capelli biondi sono legati in una coda alta, ma qualche ciocca ribelle le scivola dall'acconciatura e cade mossa sulle spalle, gli occhi grigi tempestosi scandagliano la stanza con attenzione e curiosità, avidi di conoscenza.
Quando l'insegnante le fa cenno di entrare, si muove decisa, il mento leggermente rivolto verso l'alto le conferisce un'aria elegante e regale, i suoi occhi puntano subito nei miei e non li lasciano neanche dopo che si è presentata e seduta difianco a me.
Nonostante lei, e in parte io, abbia tutti gli occhi dei presenti, ragazzi sopratutto e qualche ragazza gelosa, Annabeth, se non sbaglio è così che si chiama, si mette comoda e non sembra per niente turbata da tutti gli sguardi che sta ricevendo.
Come la precedente lezione, non sto ascoltando granchè, e noto che la mia compagna, osserva una foto sul fondo del quaderno, mentre prende appunti o scarabocchia parole in una lingua strana.
La foto rappresenta due ragazzi abbracciati, tra cui uno dei due sospetto sia Annabeth, lei ha le braccia attorno al collo del ragazzo, che la tiene stretta per la vita e le da un bacio sulla fronte. Il ragazzo è moro, i capelli spettinati come se si fosse appena svegliato, gli cadono leggermente davanti agli intensi occhi verdi, pieni di sfumature dall'azzurro chiaro al verde bosco, che guardano la ragazza intensamente e pieni d'amore.
Le ozpioni sono due: sono fidanzati, oppure sono fratelli, ma dubito della seconda possibilità, comunque evito di chiedere, non vorrei fare figuraccie, magari poi scopro che sono i suoi genitori, sarebbe un momento molto imbarazzante.
Nella foto Annabeth e il ragazzo sono vestiti uguale, indossano entrambi una maglietta arancione, ma ciò che mi stupisce di più è ciò che entrambi portano al collo.
Una collana, esattamente come la mia, ma noto che la loro è più moderna e i simboli sono diversi, un tridente, un vello, un labirinto e altri che non riesco a identificare.
In tutta questa riflessione mentale, non mi accorgo di star fissando il punto in cui la foto dovrebbe essere, ma non c'è più, così come la mia compagna di banco e tutti gli altri ragazzi, mi accorgo che in classe sono rimasta solo io, corro verso la porta e passo alla lezione successiva. Dopo un'estenuante e noiosa lezione di storia,la materia che odio di più,durata due ore, mi siedo in un angolo appartato della mensa per pranzare, ma, visto il genio che sono, non ho niente di cui cibarmi, mi sono dimenticata il pranzo sul ripiano della cucina a casa mia.
Approfitto del tempo per ripensare agli strani avvenimenti di stamattina, i ragazzi nuovi, la collana e il mio incubo, era da un po' di tempo che non lo facevo.
Mi giro verso l'entrata della mensa, giusto per vedere un gruppo di studenti fare il suo ingresso.
Tra questi riconosco Annabeth e Ryan, il quale mi vede e fa un cenno con la mano, venendo verso di me, seguito a ruota da i suoi amici.
Cavolo.
- Alexis Lancaster! Possiamo sederci? Sai com'è, sono nuovo e tu sei l'unica ragazza che conosco, per adesso!
Mi fa un occhiolino complice e si siede pesantemente sulla panca di fronte a me.
Vicino a me si siede un ragazzo, i capelli sono del colore della sabbia, gli occhi sono azzurro intenso, come un cielo privo di nuvole, la mascella ben delineata, i lineamenti però sono dolci, il fisico marmoreo, si può definire un bel ragazzo, e noto che le ragazze della Carter High School sono d'accordo.
Alla sua destra, prende posto una ragazza, i capelli castani e gli occhi dello stesso colore, i lineamenti proporzionati e femminili la rendono probabilmente più "sexy", secondo i canoni maschili di questa scuola, di Jessie,considerata la numero uno, sopratutto per come non si veste.
Il ragazzo mette un braccio intorno alle spalle della ragazza, e subito tutti gli altri studenti distolgono lo sguardo, come niente fosse.
Alla mia sinistra si siede un'altra ragazza, la pelle scura in contrasto con gli occhi più chiari, i riccioli solleticano le spalle, di fronte a lei un ragazzo dai tratti asiatici si siede con fare nervoso, gli occhi scuri, di una tonalità che mi sembra di riconoscere, saettano da una parte all'altra della stanza, poi si rivolgono a me, a qualsiasi altra cosa intorno, ed infine si soffermano sulla ragazza davanti a lui, che ricambia lo sguardo, e stanno così, a guardarsi, senza bisogno di parole o gesti.
Annabeth e il ragazzo che riconosco essere quello della foto, si siedono uno accanto all'altro vicino a Ryan, che si sposta di fronte al ragazzo biondo, lasciando vuoto il posto davanti a me.
Questo viene però subito occupato da altri due ragazzi, uno si guarda attorno con occhi spalancati e pieni d'agitazione, peggio di un caffeinomane, l'altro è rilassato, quasi non curante di ciò che succede intorno a lui.
Il primo si siede esattamente di fronte a me, i capelli castani, perfettamente spettinati, gli ricadono sugli occhi ugualmente scuri, in cui danza una luce di vitalità, nell'oscurita di quegli occhi, in cui l'iride quasi non si distingue dalla pupilla.
Armeggia con una cintura, i muscoli visibili dalla maglietta bianca, sporca di quella che sembrerebbe fuliggine, le labbra sono sottili ma piene, il labbro inferiore mordicchiato, forse per stress, la mascella affilata, gli zigomi alti e ben definiti.
Quando alzo di nuovo lo sguardo su di lui, mi sta guardando, e wow,è bellissimo.
Distolgo in fretta gli occhi, imbarazzata che mi abbia trovata a fissarlo, e sento le guance farsi un po' più calde, la temperatura alzarsi.
L'altro ragazzo nel frattempo si è seduto e ora sta in silenzio, gli occhi neri come l'ombra fissano un punto impreciso sul tavolo, i capelli corvini sono abbastanza lunghi, ma non abbastanza da toccargli le spalle, gli incorniciano il volto pallido e magro. Il fisico è più snello e minuto degli altri ragazzi, ma nell'insieme è proporzionato.
- ragazzi, questa è Alexis Lancaster.
Vengo riportata alla realtà da Ryan, che mi introduce i suoi numerosi amici.
- Alexis, quel ragazzo biondo mozzafiato è Jason Grace, ma mi dispiace, è già occupato con Piper Mclean, la meraviglia difianco a lui.
A quella frase, Annabeth soffoca una risata, insieme a tutti gli altri, tranne i due diretti interessati, che arrossiscono violentemente e si allontanano leggermente
-Ryan, io e Jason non stiamo insieme, smettila di dirlo a tutti!
La sua voce è così persuasiva che quasi mi convince, ma scuoto la testa e riprendo ad ascoltare, è ovvio che quei due provano qualcosa per l'altro.
- alla tua sinistra, la bellissima Hazel Levasque e di fronte a lei, l'orientale Frank Zhang.
I due si girano e mi salutano con la mano, il mio sguardo cade di nuovo sugli occhi di Frank, e allora ricordo.
La sfumatura castana, è la mia.
Rimango leggermente scioccata, ma la voce squillante del ragazzo in stampelle mi risveglia.
- Quel tenebroso laggiù è Nico di Angelo, fratellastro di Hazel. È molto silenzioso, non ti preoccupare se ogni tanto sparisce, è fatto così. I due piccioncini più belli di sempre sono Annabeth e Perseus, ma puoi chiamarlo Percy.
Annabeth mi saluta con la mano libera, l'altra allacciata a quella del suo fidanzato, che mi saluta a sua volta.
-ciao Alexis, è un piacere conoscerti, scusa se non siamo molto socievoli ma questa è una scuola nuova per noi e tutti non hanno fatto altro che fissarci.
- tranquillo, vi ci abituerete, domani saranno già tornati per i fatti loro, a guardare qualcun'altro.
"E con qualcun'altro intendo me", ma questa parte la pensai solo.
Una voce calda e leggermente roca interruppe il silenzio creatosi, Jason puntò il dito verso il ragazzo moro.
-Ryan, non finisci neanche le presentazioni!
- giusto!! Il ragazzo difronte a te, stai attenta mi raccomando, è Leo Valdez, un ragazzo più iperattivo di un'ape finita dentro una lattina di bevanda energetica.
A quel punto tutti si lasciano ad una risata, persino Nico, che ha una bella voce, bassa ma melodiosa.
Sposto lo sguardo verso il ragazzo moro, i suoi occhi già fissi su di me, si incatenano ai miei, ed ho timore ad interrompere il contatto, ma non ce ne è bisogno, perchè è lui a spostare fulmineamente gli occhi su tutto il mio corpo, la pelle brucia sotto il suo sguardo, infine si guarda le scarpe, come se un paio di Vans nere potessero essere così interessanti.
- ciao, piacere di conoscerti. A te piace il burro d'arachidi? Io adoro il burro d'arachidi, è buonissimo vero? Mi piace tanto anche il sole, è caldo, la pioggia non mi piace proprio vorrei che non piovesse mai, ma se così fosse le piante non crescerebbero e ci sarebbe la siccità e noi moriremmo. Quindi, anche se la odio, la pioggia è utile.
Durante tutto questo discorso, ha nuovamente alzato gli occhi verso di me, quello strano luccichio si fa più intenso e gli occhi quasi risplendono, mentre gesticola con le mani e continua il suo monologo, la sua voce mi incanta, così vivace, eppure bassa e suadente, per un attimo smetto di ascoltarlo e mi ritrovo nuovamente a fissarlo, ipnotizzata.
Nico alza gli occhi dal tavolo e poggia una mano sulla spalla di Leo, il quale cessa subito di parlare, scuote la testa e sbatte gli occhi, le mani ora sono strette in due pugni, anche gli altri ragazzi ormai lo stanno guardando, nei loro sguardi vedo un pizzico di agitazione, ma soprattutto, hanno uno sguardo allarmato. Seguo i loro occhi e con sorpresa constato che è comparsa una piccola macchia di bruciato sul legno del tavolo, esattamente dove le mani di Leo erano un attimo prima.
Il ragazzo rilassa le spalle e lancia uno sguardo a Jason, che ricambia insieme a Piper, come se stessero intrattenendo una conversazione tra di loro, in silenzio, fatta solo di sguardi.
Si gira di nuovo verso di me, ma evita il mio sguardo, e se non avesse avuto la pelle coperta di fuliggine avrei giurato che fosse arrossito leggermente.
- S-scusa, ogni tanto mi capita di straparlare e agitarmi. Ora sto zitto, giuro.
- Non ti preoccupare.
Poi, le parole mi scivolano fuori dalla mente, e non ho nemmeno il tempo di fermarle che escono dalla mia bocca.
- Mi piace la tua voce.
Per fortuna esce più come un sussurro, che spero nessuno abbia sentito, abbasso lo sguardo sulle mie scarpe, e all'improvviso capisco cosa ci trovava lui di cosí interessante qualche minuto prima.
Cade un silenzio un po' imbarazzato, così non riuscendo a sopportare ancora la situazione creatasi invento una scusa per allontanarmi.
- M-mi dispiace, ma d-devo andare a recuperare i libri dall'armadietto prima della prossima lezione. Ci vediamo
Senza aspettare risposta, mi alzo e corro fuori dalla mensa.A/N
Ed eccoci con il primo capitolo!!
Ta-daaaaa ^_^
Questo capitolo è un po lungo, eheh😅, per le presentazioni, è un po' noioso lo so, ma vi prometto che la storia diventerà più interessante e avventurosa.
La nostra piccola Alexis conosce questi nuovi alunni e succede qualcosa di strano...
Cosa pensate dei personaggi, chi vi ha colpito di più, e chi secondo voi, ha colpito di più Lex?
Se li conoscete già, qual'è il vostro preferito?
Se la storia vi piace, lasciate una stellina e un commentino sul capitolo, non sentitevi obbligatevi solo... FATELO!! O manderò un dolente a prendervi ^^
Naaaah scherzo, non preoccupatevi, fatemi sapere se la storia vi piace o no, e cosa dovrei cambiare nel mio modo di scrivere, vorrei davvero migliorare nella scrittura e sapere cosa sbaglio mi aiuterebbe.
Con quest'ultima notizia flash è ora di chiudere. Alla prossima puntata!
||Hope
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Figlia della Sapienza
AdventureAlexis Lancaster. Figlia di Robert Matthew Lancaster. Le persone normali per il proprio 16 compleanno, ricevono regali costosi, una macchina, una carta di credito, un viaggio lontano da tutto e tutti. Io ricevo un dono che potrà salvarmi da me stes...