Superficie.
«Mai ti rincontrerò non è così?» chiese la sirena rivolgendosi al lupo che con un accenno di sorriso le risponde: «Sempre amor mio, troveremo sempre un modo per ricongiungerci»
ella con un sospiro lascia che delle gocce salate calino sul suo viso. Quella era una promessa che il suo amato le faceva, ma quanto era vera? Sentì il suo cuore esplodere dentro al petto, e la sua lunga coda squamosa tremare dalla paura di perderlo ancora.
Un sussulto e la sirena si svegliò dal suo sonno, si guarda intorno e si rassegna quando capisce che tutto quello era solo un sogno, eppure era tutto così reale.
Da quando lo vide quasi soffocare una settimana prima, non poté che ricordare giorno dopo giorno il volto del lupo. Oh, quanto avrebbe voluto saperne di più. E poi, sognarlo così costantemente tutte le notti, quel sogno che si ripeteva ogni sera, quando i suoi occhi vedono il buio.
È passata una settimana dal grande rimprovero ricevuto da suo padre Iken, Re dell'oceano, sapeva bene che era sbagliato quello che aveva fatto e che quella punizione era giusta. Ma come impedire ad una ragazza che ha compiuto poco giorni prima diciotto anni di età, di esplorare il mondo?
Tamlin sapeva bene il che correva quando scappando dal suo regno si cimentò nel mare libero, per poi voler andare a riva, ma non le importava perché tutto ciò che voleva era provare la sensazione dell'aria contro le proprie guance, e dei raggi puri del sole che riscaldavano la sua pelle.
Nel profondo Oceano non poteva gustare di codesti piaceri che invece il resto delle creature terrene potevano «Siamo creature marine Tamlin, non tastiamo il terreno, Dio ha voluto così e tu dovrai accettarlo» brontolava sempre Iken, ma lei era testarda e la sua ambizione faceva si di andare contro il volere del padre, e del suo stesso Dio.
Tamlin si trovava nella sua conchiglia, è li che si ritirava sempre quando voleva rimanere da sola, non che avesse tante compagnie, ma anche quando voleva allontanarsi dal padre troppo premuroso, si rinchiudeva li.
Si chiedeva spesso cosa ci fosse la fuori, quali avventure avrebbe potuto affrontare se solo tutto quello fosse svanito.
«Oh madre, voi che siete nell'alto dei cieli, mandatemi un segno ... mio padre non mi farà mai uscire dal nostro regno ed io ne ho bisogno, ho bisogno di esplorare l'Oceano, ho bisogno di esplorare la terra» diceva Tamlin alzando gli occhi, parlando con sua madre, o almeno con il suo spirito.
La madre di Tamlin rimase uccisa, nella guerra avvenuta anni Or sono tra le creature marine e quelle terrene, Iken promise lei che mai almondo avrebbe permesso che la propria figlia fosse in pericolo.
Tamlin ricorda bene sua madre, ricorda quando era ancora una piccola sirena, con la coda ancora non completa di squame, ricorda quando la veniva a trovare prima di calare nel suo sonno, posava su di lei una coperta di alghe per coprirla, diceva che lo aveva imparato in un posto magico, quel posto magico che anche la sua Tamlin un giorno avrebbe visto con i propri occhi. ''Bene ma quando?'' pensava.
Quando Tamlin avrebbe potuto godere della vista di quel posto? Iken non le avrebbe mai permesso di esplorare quel mondo che la madre le aveva lasciato nei suoi più remoti ricordi, e così Tamlin si rassegnava a sognarlo, sognare quel mondo.
Immaginava di essere sul terreno, che le squame scomparissero e a posto della sua lunga coda comparissero due gambe e due piedi proprio come il lupo che pochi giorni prima lei aveva visto. Nel suo sogno camminava su qualcosa di morbido di un colore verde vivace, un pianta enorme con dei fiori di color pesca, dei raggi solari che si poggiavano sul suo viso candido, e li sotto quella pianta maestosa che vi fosse seduto qualcuno che lei amava, e li poggiarsi sentendosi al sicuro tra le braccia dell'amore che lei sognava.
Ma purtroppo poi doveva svegliarsi e nella vita reale la sua vita era ben diversa, viveva nel più profondo degli Oceani, costretta a vivere dentro il suo regno, costretta a sposare Ixen, suo cugino di terzo grado, caporale dell'esercito del grande Iken, suo padre.
Si sentiva sola la sirena dai capelli color fuoco, aveva tante persone che cercavano attenzione da lei, ma non per , ma bensì per il titolo che portava, Oh, quanto avrebbe voluto non portare quel titolo, quanto avrebbe voluto essere LIBERA!
Tamlin uscì dalla sua conchiglia, nuotando si diresse verso la riunione che avrebbe avuto suo padre, sapeva che le era proibito avvicinarsi in una di quelle stanze, ma in quel momento non le importava, voleva girovagare e curiosare, d'altronde era ciò che le riusciva meglio.
Andare in quelle stanze, si sarebbe messa nei guai più di quando andò in mare aperto, era severamente proibito a lei e a chiunque non fosse nel consiglio di entrarvi, ed è proprio per quello che Tamlin voleva esplorarle, per lei, più qualcosa le era proibito, più quel qualcosa doveva essere fatto.
Aveva preso da suo padre, la testardaggine la ereditò da lui, Iken odiava tutto ciò, diceva sempre che quella era l'unica cosa che non voleva lei ereditasse da lui, e invece eccola li, che girovaga per il regno in cerca di guai.
La sirena si avvicina alla grande porta costruita tempi addietro, quando nemmeno lei era ancora nata, era imponente e le metteva soggezione al sol guardarla, ma era pronta ad entrarvi, si avvicinò alla grande porta dal color avorio e dai contorni marroni, con le sue piccole mani la spinse facendola aprire, per fortuna aprendola dinanzi ai suoi occhi non vi trovò suo padre, e nessun altra persona del consiglio.
Così entrò, facendosi spazio tra le mura di pietra che vi erano, c'era un altro ingresso dopo la grande porta, era qualcosa di strano, qualcosa che non aveva mai visto nei fondali marini, si avvicinò all'altra porta facendo attenzione a non far alcun rumore.
Sentì la voce di Iken, così ella si abbassò nascondendosi, poi però pian piano si rialzò guardando bene ciò che stesse accadendo e ahimè, quello che vide la fece rimanere a bocca aperta.
Iken, e il resto del consiglio vi era fuori dalla porta, e fuori da quella porta vi era il terreno, niente acqua, niente di niente, solo aria, luce e soprattutto lupi.
Ma non capiva, cosa stava accadendo realmente, non riusciva a vedere altro così si diede una spinta alzandosi ancora di più, per poter vedere l'intero corpo del padre, e quello che temeva era davanti ai suoi occhi, due gambe e due piedi teneva il padre, tastava il terreno e parlava con i lupi come se niente fosse, era serio però, la fronte corrugata e lo sguardo fisso davanti a se.
Tamlin rimase scioccata da ciò che appena le sue iridi azzurre avevano appena visto, sentì gli occhi bagnarsi di una strana sostanza, ma non dall'acqua salata che ogni giorno l'avvolgeva ma bensì dalle lacrime che stavano bagnando il suo viso. Si sentiva tradita, inorridita da ciò che aveva appena visto, suo padre l'unico di cui lei si sia mai fidata, era li con il sogno più grande che sua figlia potesse mai avere, e mai l'ha condiviso con lei.
Tamlin esce dalla stanza, furiosa, vorrebbe semplicemente scappare, ma come? E adesso ha un opzione, potrebbe andare via nella terra ferma, lontano da suo padre ed ai suoi segreti.
Doveva organizzare un piano, doveva farlo, e aveva bisogno di un complice, così subito le si accese la lampadina, pensò a Mary la sirena che le era stata affidata dal padre come sua ''confidente'', e da confidente le due sirene divennero amiche, molto amiche.
Chi meglio di Mary poteva aiutare Tamlin? Così con la sua lunga coda si precipita nella sala grande del suo regno, sperando di trovarla.
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The dawn broke.
Fiksi PenggemarElla vive negli abissi dell'oceano, la sua natura la costringe a rimanerci, la sua stirpe proviene da anni Or sono, la sua specie è in conflitto con le creature che vivono nella superficie da tempo immemore, ma la sirena quel pomeriggio fece un inco...