Capitolo 3

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Nella vecchia casa vicino alla foresta, un bimbo dormiva. Aveva pochi mesi ed era amato dai genitori che purtoppo però erano molto malati. Quando Sylphs bussò alla porta, le si presentarono davanti il padre e la madre con due piccole borse da viaggio. Sylphs sapeva giá tutto: i due, troppo malati e deboli per occuparsi del bimbo, avevano chiamato una fata madrina che lo accudisse al posto loro. Dopo un doloroso addio, i due si incamminarono nella foresta, poi scomparvero alla vista. Sylphs volle subito vedere il bambino. Per scendere sulla terra le era stato donato un corpo che aveva comunque i suoi tratti somatici: capelli castani, occhi verdi e penetranti, e un'altezza che si addiceva perfettamente a quella di una ragazza che non avrebbe mai compiuto i suoi diciassette anni. Sylphs entrò nella stanza da letto e non appena si avvicinò alla culla del bimbo, Jake aprì gli occhi e la fissò. Lei si specchiò in quegli occhietti neri, profondi come un pozzo senza fondo. Sylphs sentì una fitta al cuore: eccolo, finalmente. Il suo nuovo corpo tremava da capo a piedi per l'emozione e la gioia. E così rimase lì, l'intera giornata a cullare il bambino, che non pianse mai.

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