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Qella mattina Adeline si sveglio prima del solito a causa di un brutto sogno, un incubo tremendo dove tutte le sue paure e le giornate peggiori si mostravano e l'agredivano uccidendo un pezzo della sua anima, forse l'unica parte di lei che nella quale era ancora viva la speranza, la speranza di una vita migliore.
Appena aprì gli occhi fisso il soffitto per qulche secondo poi il suo sguardo sulla sveglia che segnava 5.00, un ora dopo sarebbe suonata come brava stronza, che ogni giorno le ricorda che è ancora viva, e che ha degli impegni, il che non lo sopporta.
Non le è mai piaciuto dormire, non ne sentiva il bisogno per cui non tentò di riaddormentarsi.
Si alzo dal letto e lentamente si avvicinò al lavandino del bagno in camera, aprì l'acqua e si scacquò il viso per svegliarsi un po. E poi si guardò allo specchio e restò a fissare la sua immagine per alcuni minuto fin quando suonò il telefono, un rumore breve è acuto. Lei si avvicinò al telefono con scarso interesse, ma con grande sorpesa lesse "auguri ade" il numero era sconosciuto e non le era un nero famigliare. Ma il fatto che qulcuno le avesse fatto gli auguri, la sorprendeva assai pensare che qualcuno si ricordasse del suo compleanno ma soprattutto che si ricordasse della sua esistenza.
Rispise um semplice
"Grazie"
Ma in realtà avrebbe voluto scrivere:
" chi sei? Come hai il mio numero?come sai il mio nome?"
E molte altre domande ancora.
Si allontanò per tornare in bagno.
Ma tempo di fare un passo e arriva un altro messaggio. Sempre dallo stesso numero
":)"
Lei guardò lo schermo facendo finta cue non le interesasse quando in realtà dento di lei ardeva un fuoco di curiosità che non voleva altro che sapere chi fosse.
A un certo punto non si trattenne più e rispose
"Devo aver perso il tuo numero. potresti dirmi chi sei?"
Lo inviò e stette lì ad aspettare una risposta. Aspettò col cellulare acceso ansiosa della sua risposta. Che continuava a non arrivare.
Adeline insoddisfatta tornò in bagno.
Nel frattempo arrivarono le sei e Adeline raggiunse il padre in cucina. Appena arrivò a tavola il papà gli pose una tazza di caffè e le fece gli auguri.
" Buon diciottesimo compleanno tesoro"
Le baciò la fronte e se ne andò. Adeline aspetto che il padre fosse lontano per gettare il caffè nel lavandino, glelo diceva ogni giorno che detestava il caffè, ma lui dopo diciotto anni ancora non l'aveva ancora capito; è strano come alcune persone per questo siano fisicamente vicine siano così lontane da te fino a non capirci proprio nente di ciò che ti piace e di ciò che odi.
Tenpo di vestirsi prepararsi
ed era alla fermata dell'autobus che l'avrebbe portata a scuola

come una fenice Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora