Capitolo 2

37 0 0
                                    


Stava correndo a perdifiato, i polmoni che le stavano esplodendo nel petto.
Per tre volte aveva rischiato di cadere e rompersi i denti ma era riuscita a fermare la caduta con le mani, con il risultato che adesso erano verdi e marroni di terra e rosse di sangue.

Erano giá le nove, non si era accorta di quanto il tempo fosse passato velocemente.

Suo padre l'avrebbe certamente rinchiusa, se avesse scoperto che scappava tutte le mattine.
E avrebbe punito anche Emma, la domestica, che non solo la copriva, ma le forniva cibo e vestiario per le sue scappatelle.

Entrò praticamente volando nell'ampio atrio della casa.
"Si sbrighi miss Charlotte, suo padre la aspetta giá da mezz'ora nel suo studio".
"Gli dica che in quindici minuti sono da lui".
Corse verso la sua stanza e trovò una cameriera che l'aiutó a liberarsi degli stracci e strofinó via velocemente tutto il fango dai piedi e dalle mani.

L'aiutó a indossare un morbido vestito da giorno e un paio di guanti per nascondere le escoriazioni.

Le acconció i capelli con un semplice chignon e tolse le foglie che vi erano rimaste.

Appena pronta corse di nuovo giú per le scale e si fiondò velocemente nello studio di suo padre.

Era seduto ad un imponente scrivania intagliata e mescolava una tazza di thé fumante.
Un raggio di sole batteva proprio sui suoi capelli biondi facendoli sembrare d'oro.
Emily era seduta di fronte a lui e sorseggiava il suo thé, sfogliando i programmi teatrali di Cambridge di quella settimana.

"Finalmente, Charlotte, temevamo che non ti saresti piú svegliata".
"Perdonatemi padre, questa notte non ho dormito bene e ci ho messo piú del solito per prepararmi".

Ormai le bugie fluivano dalla sua bocca da anni, senza che lei provasse piú rimorso.

"Va bene, tesoro. Emily é giá a conoscenza della questione. Purtroppo sono costretto a tornare d'urgenza a Cambridge per affari e voi tornerete con me".

Sentì la bocca dello stomaco che si chiudeva a quella notizia.
"Cosa?? Ma padre, io e Emily possiamo restare qui. Non c'é nessun pericolo e poi con noi ci sarebbe Duke".

Odiava interpellare quel viscido del suo fratellastro.
Suo padre lo aveva adottato quando la moglie era morta.

Sapeva che non avrebbe mai incontrato nessun altra come lei, cosí aveva ovviato alla mancanza di figli maschi con un trovatello.
Non lo odiava per il fatto che non fosse suo fratello di sangue, o perché avrebbe ereditato tutti i beni della famiglia.

Semplicemente odiava il suo carattere doppiogiochista e ingannevole e per il fatto che aveva piú volte importunato sua sorella.

"É questo il punto, Char, Duke parte con noi, ho bisogno del suo aiuto e non voglio vivere con la preoccupazione di non sapere che fate tu e tua sorella, sperdute in questo posto. Mi dispiace interrompere cosí le vostre vacanze, ma é necessario e spero che sará solo per quest'anno. Le industrie inglesi sono le migliori al mondo e c'é bisogno di tutti per mantenere questo primato".

"Non vi preoccupate, padre" intervení Emily. "Per noi non é un problema, ci terremo occupate anche a Cambridge, vero Charlotte?" e mi scoccó un occhiata che non ammetteva repliche.
"Certamente, padre" risposi, cercando di nascondere lo sconforto.
"Vi ringrazio, ragazze, non sapete che sollievo mi date. Andate pure, partiremo questa sera tardi, cosí saremo a Cambridge per le otto di domani mattina".

Il suo umore già sconvoltó peggioró ancora di più a quella notizia. Non avrebbe nemmeno potuto visitare un'ultima volta il bosco.

~~~

Quella sera, dopo una cena leggera, Emily la raggiunse in camera, come tutte le sere.

"Ehi, Char, posso?"
"Certo Emily, entra pure".
"Che fai di bello?".
"Preparo i bagagli visto che stanotte ce ne andiamo".
"Come mai sei cosí... sconvolta... per questa partenza? Tu odi stare qui, ogni volta cerchi di convincere papá a lasciarti a Cambridge".

Non voleva dirle del bel giovane che aveva incontrato quella mattina.
I suoi occhi verdi, continuavano a rispuntare tra i suoi pensieri.

"Forse é perché non andrai piú nel bosco alla mattina?"

Sapeva delle sue fughe e piú volte l'aveva coperta, anche se non capiva perché a sua sorella piacesse così tanto rifugiarsi tra gli alberi.

Vedendo che Charlotte continuava a non risponderle, continuó:" A Cambridge ci divertiremo anche d'estate: andremo a teatro e a fare compere e a prendere il thé da zia Matilda. Magari conosceremo anche qualche bel ragazzo, sarebbe ora per te" ridacchió.

Io l'ho già conosciuto un bel ragazzo, pensava Charlotte.

"Scusa Emily. Non sono dell'umore per chiacchierare. Vorrei riposarmi un po' prima del viaggio".
"Oh, d'accordo allora. Buonanotte sorellina" le diede un bacio sulla guancia e uscí dalla stanza.

Si sedette sul letto e appoggió il viso sulle mani aperte, per schiarirsi le idee, ma riusciva solo a pensare a quei bellissimi occhi verdi.

TOGETHERDove le storie prendono vita. Scoprilo ora