Mind

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Amy White apparteneva a quella categoria di persone che temeva di essere ignorata per sempre e di ritrovarsi abbandonata nell’ oscurità della propria mente; sapeva che le emozioni non erano scaturite dal cuore ma dalla mente. Ritrovarsi faccia a faccia con le proprie sensazioni la spaventava. Pur avendo quasi 17 anni, Amy non aveva ancora capito nulla di se stessa, si stava scoprendo poco alla volta.

Tutti i suoi compagni l’ avevano scambiata per una persona forte, imbattibile e sempre pronta a difendere gli altri; ma nessuno aveva compreso la sua vera indole, nessuno sapeva che quando si trattava di lei stessa diventava come il vetro e invece di difendersi si autodistruggeva.

Amy era consapevole di stare per perdere Jenna e di restare sola, ignorata, di nuovo.

-Forse dovremmo avvertire il signor White…- una voce sconosciuta si fece largo nella mente frastagliata della ragazza.

-Shh zitto Mark! Si sta svegliando! Amy! Mi senti?

La fanciulla scorse il viso dell’ amica con occhi nuovi, poi si guardò intorno notando tanti volti sconosciuti. Per un attimo non si sentì ignorata.

-Dove sono?- mormorò lei.

-Siamo a casa di Mark, ti senti bene?- domandò preoccupata Jenna.

Amy si sedette e si portò una mano davanti agli occhi: le bruciavano ancora; e di colpo ricordò tutto.

-Perché mi trovo qui?

Prima di rispondere, l’ amica congedò tutti gli sconosciuti e rimase sola con la bruna sul divano di camoscio di Mark. Si trovavano in un salotto accogliente con due divani beige e un tavolinetto da tè al centro. La stanza era arredata con gusto e le pareti erano marroncine.

-Prendi questo- Jenna prese un bicchiere d’acqua dal tavolino e lo porse ad Amy. Una volta che questa ebbe bevuto riprese la parola:

-Mi dispiace tanto per quello che è successo è stata colpa mia. Ti ho lasciato indietro nel viale e ti ho persa di vista…- Jenna volgeva lo sguardo a destra e a sinistra evitando gli occhi severi di Amy.

-Io ricordo di aver visto una luce abbagliante e di essere svenuta- disse con calma lei.

-Nel frattempo io ero arrivata a casa di Mark e avevamo iniziato la battaglia, poi dopo mezz’ora mi sono accorta della tua assenza e sono tornata indietro a cercati. Ero convinta che mi avessi seguita e che fossi nascosta nel giardino innevato da qualche parte.

Amy sbuffò:

-Ma se non sapevo nemmeno dove abitava questo Mark!

-Lo so ti chiedo scusa. Quando ti ho ritrovata a terra ho subito pensato al peggio e ho avuto un tuffo al cuore, fortunatamente Mark era con me e mi ha aiutata a portarti qui. Sono stata sbadata perdonami.

Mille pensieri attraversavano la mente di Amy in quel momento:

-Quando mi avete ritrovata a terra nel viale hai visto qualcosa di luminoso?- domandò Amy sperando di scoprire qualcosa di più su quella luce misteriosa.

-No, niente. Forse erano i fari di un’auto- disse Jenna guardando la bruna negli occhi.

-In pieno giorno?- domandò Amy.

-Sicura di star bene?-chiese nuovamente la bionda.

-Si non preoccuparti, un po’ stordita ma sto bene.

Jenna prese il viso di Amy tra le mani e la guardò intensamente prima di esclamare:

-I tuoi occhi Amy!

-Cosa?!- chiese subito lei spaventata.

-Guardati allo specchio- disse lei indicando il vetro sulla parete dietro il divano sul quale erano sedute.

Il marchio dell'angeloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora