Castle Of Glass

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-Ecco fatto, ora dovrebbe andare meglio.

Amy White spalancò gli occhi e si accorse di essere stesa a pancia in giù, con indosso solo il reggiseno e i jeans su un letto matrimoniale dalle lenzuola grigie. La stanza in cui si trovava le era sconosciuta e molto piccola. Le pareti erano dello stesso colore delle lenzuola, le mensole e la piccola scrivania alla sua sinistra erano strapiene di foto di una Keira più giovane e sorridente. L’unica persiana era alzata e la finestra spalancata, permettendo all’aria fresca di scivolare sul collo e sulla schiena nuda della ragazza, provocandole leggeri brividi.

-Ben svegliata!- disse la vicina con un caldo sorriso- ti piace questa stanza?- aggiunse poi.

-È…

-È?- chiese la donna, inarcando un sopracciglio.

-È grigia!- sputò la ragazza.

-Ah…- rispose Keira volgendo lo sguardo altrove.

Amy si mise a sedere e provò una fitta di vergogna non appena lo sguardo della donna scese sul suo piccolo seno.

-Keira dove sono?

-In camera mia.

La ragazza ricordò di essere svenuta:

-È tutto reale?- chiese sperando che l’altra le dicesse di no.

Lei annuì:

-Ti ho spalmato una sostanza su collo e schiena. Non dovrebbero più pizzicarti.

Amy si passò una mano sul collo e quando se la portò davanti agli occhi azzurri notò che era cosparsa di un liquido gelatinoso:

-Che genere di sostanza?

-Se te lo dicessi non mi crederesti- disse seria Keira.

-Tu dimmelo lo stesso.

La donna sbuffò:

-Lacrime di angelo.

Amy spalancò la bocca e prima che potesse aggiungere altro, Keira l’accompagnò nel salone.

-Le lacrime per la nostra stirpe sono miracolose, guariscono ogni tipo di ferita. Ma non prenderci troppo la mano, non possono guarire il cuore spezzato.

La donna prese dalla mensola accanto allo specchio una provetta di vetro e la consegnò alla ragazza:

-Raccoglile con questa.

Amy mise meccanicamente la provetta nei suoi jeans e si infilò la maglietta che, nel frattempo era rimasta abbandonata sul divano. Stette tutto il tempo in silenzio, a riflettere su ciò che aveva appena scoperto. Solo quando Keira spalancò il portone invitandola ad uscire, Amy disse:

-Hai detto nostra stirpe?

Keira sorrise:

-Si, sono anch’io un angelo addormentato. Non lo avevi capito?

Amy si grattò la testa:

-No.

La donna non rispose e Amy si appoggiò contro uno stipite del portone:

-Stamattina ho percorso 2 km in 10 secondi…- cominciò, ma Keira le tolse le parole di bocca.

-Si è normale. Gli angeli hanno svariati poteri sovrannaturali che presto proverai sulla tua pelle.

Ad Amy venne la pelle d’oca quando la lingua della donna scivolò sulla parola “sovrannaturali”:

-Che genere di poteri?

La donna fece un sorriso malizioso e poggiò una mano contro l’altro stipite:

-Scoprili da sola, non voglio rovinarti la sorpresa.

Il marchio dell'angeloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora