PENSATOIO, MENTA PIPERITA E BISCOTTI ALLO ZENZERO

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"D'accordo, signore. Dicevo, Voldemort cercherà qualche altro modo per tornare, non è vero?
Voglio dire, non se n'è mica andato per sempre, no?"

"No, Harry, non se n'è andato per sempre. È ancora là fuori, da qualche parte, forse in cerca di un altro corpo da abitare...

Visto che non è veramente vivo,è impossibile ucciderlo."

[…]
 

"Bene... Voldemort ha detto di avere ucciso mia madre soltanto perchè lei cercava di impedirgli di uccidere me.
Ma lui perchè voleva farmi fuori?"

Questa volta, Silente fece un sospiro ancora più profondo.

"Purtroppo, alla tua prima domanda non posso rispondere. Non oggi. Non ora.
Un giorno lo saprai... ma per adesso, Harry, non ci pensare.

Quando sarai più grande... Lo so che non sopporti di sentirtelo dire, ma... quando sarai pronto, lo saprai."

[Harry Potter e la Pietra Filosofale - J.K. Rowling]

La festa di fine anno era appena terminata e sul castello di Hogwarts calò un velo di malinconia. La fine della scuola, doveva essere un felice momento di esultanza, tuttavia questo evento non era mai proprio così gioioso. Tutto era ovattato, le grida degli studenti sembravano attutite, il castello stesso appariva più vuoto.
In fondo, ognuno a Hogwarts si sentiva come a casa e lasciare amici e affetti era sempre triste. Quel luogo aveva qualcosa di irresistibile: entra vai inconsciamente nel profondo ed era poi difficile da lasciare.

Silente, il preside della scuola, si sentiva in sintonia con l'atmosfera di quella sera.
Entrò nel suo studio lentamente, prese una delle caramelle alla menta piperita che teneva sulla scrivania (le sue preferite), e si sedette mestamente sulla poltrona. Aveva l'aria pensosa.La caramella non lo rincuorò affatto.
Osservò Fanny, che dormiva pacificamente sul trespolo.
Erano accadute troppe cose in questi ultimi giorni, affari che lo avevano occupato molto. Poi, come i fuochi d'artificio dei Babbani, tutto era tornato silenzioso e normale.
Tuttavia, anche se tutto era tornato alla consuetudine, Silente sapeva che le cose non erano esattamente come prima.
Altri tasselli si erano aggiunti a infittire i suoi sospetti. Aveva un tremendo bisogno di pensare. Nonostante fosse il più intelligente e dotato mago del mondo, Silente si sentì frustrato, perché i pensieri gli sfuggivano e non riusciva a trovare connessioni tra le conoscenze in suo possesso.
Il mago pensò nuovamente ai Babbani e a quello che loro chiamavano “puzzle”. Qualche pezzo del suo puzzle mentale era stato composto, ma altre tessere vagavano disperse senza apparente incastro. Tuttavia, rifletté Silente, il peggio era che addirittura molte delle tessere ancora mancavano. Era dannatamente consapevole che scarseggiavano alcune informazioni cruciali.

Si alzò improvvisamente e si diresse dall'altra parte dello studio. Aprì lo sportello di un armadio nero e ne trasse fuori un luminescente bacile di pietra, decorato con antiche rune. Quell'oggetto magico era chiamato Pensatoio. Lo posò sulla scrivania.
Poi, da un altro scaffale, Silente recuperò delle boccette di cristallo, vuote.
Tornò a sedersi, si puntò la bacchetta alla tempia e delicatamente aspirò fuori dalla sua mente un sottile filamento argenteo. Lo ripose poi con cautela in una delle boccette appositamente preparate. Silente, con piglio curioso, osservò il liquido lucente adagiarsi sul fondo del contenitore. In seguito ripeté l'operazione altre volte, riempiendo un discreto numero di boccette.

Aveva appena ripreso in mano la prima e stava per versarla nel Pensatoio, quando udì bussare alla porta.

Ripose di nuovo il recipiente sopra al tavolo e sospirò: "Sì?".

La punta nera di un cappello comparve da dietro la porta, immediatamente seguita dal resto del corpo di una donna con un lungo abito verde smeraldo.

"Buonasera professoressa McGranitt, prego si accomodi" la invitò Silente con un gesto eloquente. La strega si avvicinò e prese posto di fronte a lui, sedendosi in maniera elegante e composta.

"Mi scusi, Albus, per l'intrusione. Come immaginerà sono venuta per estorcerle maggiori dettagli sugli eventi di questi giorni. Harry... Raptor... La Pietra... Non pretenderà di tenere tutto per sé, non è vero?" esordì la McGranitt in tono già combattivo. Sapeva che Silente era restio a confidare i suoi pensieri.
Anche se lei era una delle persone più fidate e a lui maggiormente vicine, non sempre la professoressa McGranitt riusciva a carpirgli ciò che desiderava conoscere.

"Molto bene, cara professoressa. Immagino di non avere scelta, riesco già a vedere le sue narici che cominciano a fremere" ribatté lui in tono canzonatorio. "Ecco, posso offrirle una caramella, per cominciare?" e le pose una ciotolina in vetro colorato ricolma di dolciumi.
La McGranitt rifiutò con decisione. Silente allora, del tutto inaspettatamente, agitò la bacchetta e fece comparire una scatola in stile scozzese, piena di biscotti allo zenzero. Con una strizzata d'occhio e un tono compiaciuto, Silente disse: "Conosco bene i suoi gusti, Minerva, e sono sicuro che stavolta accetterà".
In effetti la professoressa prese un biscotto e lo addentò, sorpresa e lusingata. "Non creda di rabbonirmi, o di farmi dimenticare il motivo della mia visita..." avvertì la strega, ma aveva già un tono più raddolcito.

Nonostante si conoscessero da lungo tempo e fossero molto amici, i due colleghi si davano ancora del lei, per via del grande rispetto reciproco che li legava.

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Scusatemi se è un po' corto ma risolverò.... La vostra Minerva

LA FENICE E IL GATTO SORIANODove le storie prendono vita. Scoprilo ora