Erano le 21.15, il giorno dopo sarebbe iniziata la scuola, ero felicissima,nei giorni precedenti eravamo andati in giro con mia madre per comprare tutto ciò che servisse per la scuola.
Alle 21.30 ci sedemmo a tavola e cenammo, non avevo molta fame, forse per l'ansia, e andai a letto presto, verso le 22.15.
Mi svegliai di soprassalto, era suonata la sveglia, erano le 6.30 e alle 7 sarei dovuta essere giù alla fermata per andare a prendere il pullman che mi avrebbe portata a scuola.
Andai subito in bagno e mi lavai, aprii l'armadio e presi un paio di jeans a vita alta, e una maglietta bianca con una scritta nera sopra "OBEY", misi le converse nere e presi lo zaino. Scesi le scale e andai in cucina, mia mamma era già sveglia, mi aveva preparato un'abbondante colazione, ma mangiai solo un cornetto e un bicchiere di latte.
Prima di uscire di casa mia madre disse "Tesoro, vuoi che ti accompagni io a scuola almeno il tuo primo giorno?"
"No mamma grazie, preferisco andare con l'autobus come fanno tutti gli altri", mia madre non si arrese e disse "ma almeno fatti accompagnare alla fermata, non mi va di lasciarti sola qui, non conosci ancora il posto è potresti perderti"
"Mamma ma la fermata è qui sotto! Fammi andare altrimenti rischierò di perdere l'autobus e arrivare in ritardo a scuola!"
"Va bene, ma ti vengo a prendere io, ti aspetto di fronte al cancello! Buona giornata!"
Per fortuna me ne andai, e anche velocemente per evitare che mia madre cambiasse idea o le venisse una delle sue preoccupazioni.
Arrivai senza difficoltà alla fermata, era piena di ragazzi di tutte le età.
Nemmeno 5 minuti dopo arrivò l'autobus e insieme agli altri salii. Mi sedetti ad uno dei primi posti, uno dei pochi liberi e dopo 15 minuti di tragitto arrivammo a scuola.
Era un grande edificio, con un enorme giardino e tanto finestre, era un edificio maestoso.
Tutti i ragazzi si erano radunati in piccoli gruppetti e aspettavano il suono della campanella.
Io non conoscendo nessuno aspettai su una panchina accanto all'entrata e presi il telefono, avevo ricevuto un messaggio.
*DIN DIN*
MAMMA:
Hai dimenticato la merenda, vuoi che te la venga a portare?In tutta fretta le risposi:
Non fa niente mamma, per oggi potrò anche farne a meno, se proprio sto morendo di fame compro qualcosa dalle macchinette che ci sono a scuola. Ci vediamo dopo è suonata la campanella!
MAMMA:
Okkei, buona giornata!Era arrivato il momento di entrare, la mia classe era la seconda A.
Chiedi ad un uomo abbastanza anziano che era seduto dietro una scrivania all'entrata, probabilmente un collaboratore scolastico, dove fosse e lui mi guidò fino all'aula.
Appena entrai restai in piedi accanto alla cattedra in attesa della professoressa, tutti gli alunni presenti mi fissavano e parlavano tra di loro, era molto imbarazzata anche perché pian piano la classe iniziò a riempirsi fino a quando la campanella non suono nuovamente ed entrò la professoressa.
Mi disse:
"Tu devi essere la nuova alunna! Piacere di conoscerti, io sono la professoressa Rossi, insegno italiano e latino. Tu sei..?!"
"Io mi chiamo Beatrice"
"Piacere di conoscerti, poi farai amicizia con i tuoi nuovi compagni, intanto vatti a sedere in fondo accanto a Leda"
Tutti mi fissavano. Mi ero seduta appena seduta quando La mia compagna di banco mi dice "ciao Beatrice, io sono a Leda, è un piacere conoscerti"
Abbozzando un piccolo sorriso le dico " ciao Leda"
Dopo 5 minuti in silenzio la professoressa mi chiede "Beatrice, da dove vieni? E se è possibile saperlo come mai sei venuta qui in California?"
Ho raccontato tutto ciò che potevo alla classe, tralasciando il vero motivo per cui siamo venuti qui.
Le altre 3 ore volarono, e conobbi il professore Rana di Matematica e la professoressa Bianchi di educazione fisica.
Alla fine della lezione mi si avvicinò una ragazza e mi disse "Ciao Beatrice, io sono Valentina, spero diventeremo ottime amiche"
Mi presentai e uscii dalla classe. Fuori c'era mia madre che mi aspettava così tornammo a casa raccontandole nei minimi dettagli la mia giornata.
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Volevo solo averti accanto
General FictionL'adolescenza è per i ragazzi come in gioco, ricco di emozioni positive e negative, che possono essere vissute con serietà o come un gioco, a seconda di come ti si presenta. Questa è la vita di Beatrice, una 15enne che aspetta una vita come tutti gl...