Capitolo 6

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Louis sale i gradini della torre, uno per uno, per quello che sembra un tempo infinito.Con ogni passo strisciato, lo stomaco gli sprofonda sempre di più: che sta facendo? Perché ci sta andando, poi? Le sole esperienze avute con Zayn, sono state: 1) aveva preso ingiustamente quella che era la sua bevanda del the, 2) aveva vomitato su di lui.

E da questa prospettiva, la sola idea che, sta andando da lui gli sembra ridicola.

Eppure eccolo lì, vestito di punto (si col cazzo, erano i vestiti di Niall), e ha finalmente raggiunto la cima, nervi a fior di pelle, e mani in tasca. Davanti a lui, una vecchia porta di quercia a forma di arco, socchiusa, e la luce del sole che si propaga in tenui raggi.

Cazzo. Bussa? Lo chiama? E' molto più semplicemente con Niall, busserebbe oppure chiamerebbe il suo nome finché non viene notato. Non è abituato a relazionarsi con persone reali.

Con la sensazione di essere parecchio impreparato riguardo ogni cosa della vita, Louis poggia le mani contro il legno freddo e sbircia dentro. 

Di fronte a lui si staglia la stanza più sofisticata, più ridicolmente lussuosa che abbia mai visto. È al contempo antica e moderna (un qualcosa che non sarebbe mai stato capace di concepire prima, ma che chissà come funziona) ed è raffinata, chic, e schifosamente snob. Fa impallidire il suo stesso appartamento. Idea difficile da digerire.

Sparsi per la stanza vi sono dipinti ampi e splendidi di immagini color antracite spruzzate di viola, rossi, e smeraldi, alcuni sui muri e altri per terra, accatastati uno sull'altro, in attesa di essere appesi. Scaffali carichi di innumerevoli libri sono allineati sulle pareti, il lucido dorso di pelle che luccica sotto le ombre ambient dei lampadari di cristallo, e sparpagliati sui muri vi sono quelle che hanno tutta l'aria di essere prime edizioni di fumetti, protette da un vetro spesso, sospese in aria con le loro pagine consumate ferme, mute. Ci sono casse acustiche scintillanti e grandi finestre di vetro limpido e dei tappeti decorativi ebano e caraffe di cristallo e leggii musicali e – è mica un cazzo di pianoforte, quello? Ma sul serio? Sono un prerequisito dei ricchi?

E nel bel mezzo dell'opulenza generale, c'è un gigantesco tavolo di legno rettangolare, stretto, pieno di posate e cestini straripanti di frutta, formaggi, bottiglie di vino e uova. E al centro, a versare vino in ogni bicchiere, c'è il ragazzo di ieri sera con le sopracciglia spesse e il volto sereno. All'angolo, poco più in là, c'è il ragazzo del vomito in persona, accomodato su una sedia di camoscio che sembra stata costruita per un dio, intento a fumare languido una sigaretta.

Louis resta immobile, impacciato, ormai dentro la stanza, vero com'è vero che i padroni di casa non se ne sono accorti. Completamente all'oscuro sul da farsi, bussa alla porta senza tante cerimonie, malgrado sia già entrato, e cerca di essere ottimista.

Come una persona sola, i due alzano entrambi lo sguardo.

Mentre il ragazzo con i capelli tagliati corti sorride beato, Zayn Malik a malapena gli dà un'occhiata e piega la testa di lato, con il più spoglio dei sorrisi a sfiorargli l'angolo delle labbra.

'Ti avevo detto che sarebbe venuto, Liam' si limita a dire.

'Meraviglioso!' esclama Liam (?) alzando festosamente la bottiglia di vino, mezza vuota. 'Non ci speravo!'

Louis si schiarisce la gola, consapevole del fatto che nessuno dei due conosce il suo nome, mentre lui conosce entrambi. Dovrebbe presentarsi?

'Beh, come avrei potuto darvi buca?' si accontenta di dire, con un sorriso disarmante sul volto. 'Sarebbe stato maleducato con tutti quei bei fiori che mi avete mandato. Grazie ragazzi. Siete riusciti a scacciare via il vomito.'

Liam fa una risata, educata ed asciutta.

Zayn abbozza un sorrisetto, spegnendo la sigaretta, ed alzandosi.

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