At First Sight

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Il portachiavi tintinnava mentre lo estraevo dalla tasca posteriore dei miei jeans, ovviamente neri; se c'è una cosa di cui sono totalmente sicuro è il mio abbigliamento: composto essenzialmente da due colori, nero e bianco, questi mi danno un senso di ordine e compostezza, inoltre il nero smagrisce! Non che questo mi servi, sono sempre stato un ragazzo dalla corporatura magra-atletica, sin da quando ho ricordi nella mia vita lo sport è sempre stato presente, pallavolo, nuoto, hip-hop, karate ed ora palestra.
Un altro passatempo che ho quando devo togliermi la tensione di dosso ed ho bisogno di sfogarmi è la corsa, tiene la mia mente occupata, incredibile come un paio di cuffie ed un parco possano farmi sentire a mio agio, senza preoccupazioni.
Chiusa la porta, sentii immediatamente l'odore familiare del famoso arrosto di mia madre, subito seguito dalla sua voce.

- Zack, sei tu? La cena è quasi pronta!
- Arrivo subito! Mi cambio in un secondo, avevo perso il treno, ecco perché ho tardato.

L'arrosto era impeccabile, come sempre, e dopo aver finito la cena salutai la mamma, feci una doccia veloce e me ne andai in camera.
Acceso il PC controllai subito il suo profilo Facebook.
"Eccola qui, la persona che ha messo in dubbio tutta la mia esistenza..."

Tutto era cominciato circa 1 mese fa, mi trovavo all' Heaven, un club di Londra localizzato nei pressi di Trafalgar Square, una delle più belle piazze di tutta la capitale a mio avviso.
Molto frequentata ogni giorno della settimana questa discoteca gode di 3 sale da ballo molto grandi, ognuna delle quali ha un tipo di musica diversa che può variare dall'house all'hip-hop, fino a riscoprire anche i grandi pezzi degli anni '80.
Una delle caratteristiche eccellenti di questo club è che non si fanno distinzioni di sesso, abbigliamento, orientamento sessuale, ecc. permettendo così a qualsiasi persona di entrare, persino i bodyguard all'entrata sono sempre sorridenti e accoglienti.

Il lunedì sera era cominciato divinamente, avevamo bevuto qualche drink e ballavamo senza freni in pista circondati da centinaia di persone.
- Toney, mi accompagni in bagno? Chiesi insistente al mio compagno di corso con cui avevo stretto amicizia negli ultimi anni.
- Si certo, andiamo.
- Vengo con voi, non vorrei essere preda facile per questi ragazzi.

Karen era la ragazza più estroversa che conoscessi, era una malata delle tendenze, sempre a scattarsi selfie con l'ultimo modello di iPhone in commercio, una bellezza da urlo, capelli castani e occhi verdi chiari come due smeraldi, pelle bianca come il latte e labbra super carnose. Ci conosciamo da quando eravamo all'asilo, e siamo cresciuti insieme attraverso grasse risate, enormi litigi ma sostenendoci sempre a vicenda nei periodi più difficili.
- Okay, meglio sbrigarsi o rischio di bagnare tutta la pista. Dissi mettendomi a ridere insieme a loro.
Usciti dal bagno andammo a prendere un altro drink, e poi ci ributtammo in pista. Fu in quel preciso istante che lo vidi per la prima volta, alto poco meno di me, capelli biondi molto chiari quasi albini e occhi celesti, freddi come il ghiaccio. Stava ballando al ritmo di una canzone deep house, tema del lunedì, almeno nella sala principale, indossava una cannotta verde fluo, tipica dei ragazzi che fanno palestra, quelle molto scollate e con dei buchi enormi al posto delle maniche i quali ti permettono di vedere tutto il costato della persona. Si poteva notare un bel fisico palestrato e sulle costole aveva un tatuaggio, forse una scritta, ma indecifrabile con la scarsa luce di quell'ambiente. Jeans lunghi, anche troppo, e delle scarpe da skater semi-slacciate.
Karen e Toney mi presero per mano e iniziammo ad entrare nella mischia e a fonderci con essa.
Un'unica massa, guidata dal suono delle casse, generata da quel piccolo DJ in fondo alla sala.
La vista iniziava a fare brutti scherzi, insieme ai giochi di luci e al fumo tipico dei club, fui costretto a scostare lo sguardo dal DJ per ritrovarmi a guardare il ragazzo biondo. La canzone si stava calmando, niente più bassi, questa volta incrociai il suo sguardo, e per un attimo che mi parve un infinità, mantenemmo quel eye-contact...mi sorrise.

I bassi ripresero e mi sentii trascinare altrove da Karen.

Per il resto della serata non lo rividi, tutto quello che avevo provato era una nuova sensazione, mai provata prima. Non mi ero mai posto questa domanda, finora non mi era mai servito, ma ero forse attratto da un uomo? Chi era quel ragazzo? Non lo avevo mai visto prima di quella notte ed ora quell'incognita mi uccideva. Dovevo sapere.
A fine serata salutai i miei amici e presi un Uber, un taxi che puoi prenotare facilmente da un applicazione, per tornare a casa e gettarmi sul letto.
Quel azzurro ghiaccio però mi attanagliava la mente e quel sorriso, quei denti perfetti...ci misi un paio d'ore prima di riuscire a chiudere occhio.

-

I giorni successivi ripresero il tipico ritmo da ventunenne londinese, ogni mattina seguivo i corsi di fotografia presso il London College of Comunications e di pomeriggio per qualche oretta lavoravo in un bar a 10 minuti a piedi da casa mia, un part-time ma che almeno mi permetteva di aiutare mia madre con tutte le spese.
La scuola inoltre è molto costosa, e non volendo chiedere il sussidio allo stato, mamma ha deciso di pagare ogni anno prima dell'inizio dei corsi per non voler trovarsi sommersa dai debiti dopo questi 4 anni.
Ora mi trovavo al secondo anno e c'era da impegnarsi, ma lo facevo con piacere. Quando una cosa mi piace sul serio, non mi stanco mai di perseguirla fino al raggiungimento dello scopo prefisso.
- Ciao a tutti, ci vediamo domani! Urlai ai miei colleghi mentre mi annodavo la mia grossa sciarpa di lana al collo e imboccavo la porta d'uscita del bar.
Il freddo di Ottobre mi invase il corpo appena misi il naso fuori dall'edificio.
"Dai sono solo 10 minuti, puoi resistere!" Dissi a me stesso pensando al caminetto di casa che mi aspettava.

-

Una settimana passò e il Lunedì tornai all' Heaven con Toney, Karen e altre persone che avevo già visto in varie serate, ma di cui non ricordavo mai i nomi.
Passati i bodyguard, pagammo l'entrata, lasciammo le giacche nel guardaroba e ci dirigemmo verso il barista per iniziare la serata al meglio.
-Un disaronno-cola, grazie! Il mio drink preferito in assoluto.
-Un vodka-lemon!
-Un invisibile alla fragola!
-Per me solo una coca, grazie!
Con i drink in mano affrontammo la folla e la notte trascorse come la precedente, ballammo allo sfinimento, divertendoci come matti e verso metà serata rividi persino il ragazzo "albino". Una scossa attraversò il mio corpo, mi sentivo euforico e felice, per tutta la settimana lo avevo cercato con lo sguardo camminando per strada, correndo nei parchi, sperando che il prossimo cliente del bar fosse lui...ma nulla di questo accadde.
Nonostante la mia enorme attesa, non riuscivo a compiere il primo passo ed andare a parlargli, ma almeno presi il "mio" gruppo e lo portai nella sua direzione. In questo modo avevo più chance che lui mi notasse. E infatti fu cosi, mi guardò mentre ballava, ma senza fermarsi. Fece solo un piccolo cenno con il viso e si volto dalla parte opposta, continuando a muovere le braccia a destra e a sinistra.
Rimasi perplesso, ma dopotutto cosa potevo aspettarmi?

-

Il Lunedì seguente fu quello decisivo, era il 17 Ottobre e mi ero assentato per qualche minuto su un divanetto per riposare le gambe, ormai come Dante, avevo lasciato ogni speranza prima di entrare all'Heaven. Feci un giro nella sala hip-hop e assistetti a una scena che si può paragonare a quella del film "Step-Up", un ammasso di gente era concentrata al centro della sala, lasciando uno spiazzo in mezzo per chi voleva fare del freestyle.

"My anaconda don't, my anaconda don't
My anaconda don't want none unless you got buns, hun!..."


Le casse spararono a massimo volume una delle hit più conosciute di Nicki Minaj e dentro la sala esplose il caos, nella zona freestyle iniziarono ad accumularsi ragazzi e ragazze che twerkavano al livello di Nicki, la persone intorno lanciarono fischi e urla di incoraggiamento e mi ritrovai ad esultare e a ridere come non facevo da molto.
Tutto accadde molto velocemente, sentii una mano prendere la mia e trascinarmi fuori dalla massa e, appena alzai lo sguardo, il mio cuore ebbe un sussulto. Era lui.
Mi sorrise e cercò di dirmi qualcosa, ma non riuscivo a sentirlo. Fece segno di prendere il cellulare, obbedii ancora sconcertato e senza esitazione, me lo prese dalle mani, aggiungendo il suo numero alla mia rubrica.
Subito dopo mi sorrise, mi abbracciò, mi rimise il cellulare in mano e da quello che capii mi disse all'orecchio che doveva andare. Fatto ciò si voltò e uscì dalla sala quasi di corsa.

Ancora sconcertato controllai subito tra i miei contatti, fino a trovare quel nome da me tanto desiderato, mi balzò subito agli occhi.

Lucas ;-)

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 01, 2020 ⏰

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