Capitolo II

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Cap 2: Quando il tuo posseduto fratello decide di mettere le zampe su una macchina, per portare il resto della tua assurda famiglia al supermercato, capisci di essere in pericolo di vita.

Ero sdraiata a pancia in giù sul letto, tra le mani un libro e l'insopportabile dolore al naso che Natsu mi aveva gentilmente procurato. Il mio setto nasale si era gonfiato, appurato dopo averlo coraggiosamente tastato, ma avevo comunque il terrore di andarmi a guardare allo specchio.

C'era di buono che la villetta dei Dragneel era piuttosto grande, non come la mia chiaramente, ma era a due piani. E oltre alla camera di Natsu, di Wendy e quella che avrebbero condiviso mamma e il mio patrigno, c'erano altre due stanze per gli ospiti che erano state arredate per me e mio fratello. Dovevo ammettere che la mia era molto graziosa, sicuramente molto femminile, ed ero rimasta piacevolmente sorpresa dal fatto che l'arredamento fosse stato scelto dalla mia nuova sorellastra (o dalla bambina con la paralisi facciale, così da me ribattezzata). La stanza era grande, c'era un lungo armadio in legno che percorreva tutta la parete di sinistra, al centro era presente un tappetino rotondo e peloso color rosa shocking, sopra di esso un divanetto color panna, davanti un tavolino del medesimo colore, basso e finemente lavorato. Al di sopra di quest'ultimo c'era un laptop, regalo di Igneel.

"Tsk, voleva solo comprarmi."

Nel lato destro c'era una specie di rientranza chiusa da delle vetrate che, se facevi scorrere, mostravano un letto da una piazza e mezza con le coperte color rosa antico, decorate da alcuni piccoli fiori bordeaux. Quella parte la trovai semplicemente fantastica.

La parte frontale rispetto all'entrata o alle spalle del divano centrale, dipende dai punti di vista, era un'intera vetrata che forniva una visuale parziale del giardino di casa Dragneel. Il muro era alternato da degli scaffali dove potevo appoggiare tutti i miei libri e alcuni ritratti di persone che ammiravo. Il tutto comunque, a livello di colori, rientrava nella famiglia del rosa, non era il mio colore preferito, ma mi piaceva.

Quando sentii che il sangue non raggiungeva più le mani e cominciai a sentirle formicolare, mi dovetti mettere seduta a gambe incrociate. Lanciai un'occhiata al vestito da damigella abbandonato sul pavimento e chiusi il libro con un gesto secco, alzandomi. Il sangue era colato anche sull'abito, per cui era da lavare. Prima di uscire aprii le ante dell'armadio per cambiarmi, non era il caso di uscire in intimo, non ero più a casa mia. Scelsi una vecchia maglietta blu scuro che mi stava enorme e un pantaloncino tuta grigio chiaro. Dopo essermi vestita uscii da camera mia con il vestito macchiato in mano e andai all'esplorazione, in cerca di una lavatrice.

Trovai il bagno, gettai l'abito da lavare e trotterellando tornai in camera mia. Prima però, feci una tappa nella camera di mio fratello. Non mi preoccupai nemmeno di bussare, spalancai la porta e Sting saltò in aria, producendo uno strillo che di mascolino aveva ben poco. Il biondo aveva lanciato dietro di sé il joystick dell'Xbox mettendosi davanti al televisore ricurvo per nascondere il gioco appena messo in pausa. Impresa piuttosto ardua dato che la tv era enorme.

«Giuro che non stavo giocando!» squittì lui.

Lo guardai con aria di sufficienza.

"Sì, ero ancora arrabbiata con Natsu e quando sono arrabbiata me la prendo con tutti, problemi?"

«E immagino che quello che tu hai appena gettato fuori dalla finestra sia il fantomatico peluche di Wendy, per il quale sta praticamente ribaltando la casa per trovarlo.»

Sting annuì deciso, poi si bloccò immediatamente, sbiancando. «F-f-f-finestra?»

Inarcai un sopracciglio. «Hai aperto te la finestra. O è stato sempre il peluche di Wendy?»

Scommettiamo? || Fairy TailDove le storie prendono vita. Scoprilo ora