Capitolo XIV

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Cap 14: Halloween in villa Heartphilia, alias il paese degli orrori!

Sollevai piano le palpebre, sbattendole più volte per mettere a fuoco l'ambiente circostante. La testa mi doleva in modo insopportabile, così come la schiena. Abbassai lo sguardo, percependo ciò che era rimasto del mascara sulle ciglia, ormai totalmente pastoso, la mia pelle chiara veniva risaltata dalla luce filtrante dal finestrino della macchina, abitacolo parzialmente oscuro. Tra l'altro mi sentivo un sostanzioso peso addosso. Per non parlare della terribile emicrania che mi era venuta.

Ci impiegai più del previsto per comprendere dove realmente fossi, tanto che fui abbastanza sicura di aver trascorso almeno dieci minuti in stato vegetativo a fissare un punto non ben definito del luogo in cui ero rinchiusa. Non volli sapere quanto alcol avesse assunto il mio organismo, giusto per quel minimo di decenza che volevo conservare. Non che me ne fosse rimasta molta effettivamente, per cose che nemmeno riuscivo – o forse non volevo – ricordare.

Quando il mio cervello si mise finalmente in moto, registrai di essere all'interno del bagagliaio di una macchina, la quale non ero nemmeno riuscita a riconoscere. Ma diciamo che non fu proprio questo a scatenare il mio panico. Sì, be', non che fosse effettivamente molto rassicurante svegliarsi all'interno di un baule sconosciuto. Notai di essere legata, la pelle dei polsi bruciava a causa dei probabili segni rossastri che il materiale mi aveva provocato. Davanti alla bocca avevo una cravatta allentata, il nodo dietro la testa era ormai praticamente sciolto. Strinsi meglio le palpebre e osservai il peso che gravava sul mio petto. Una fulva chioma sbarazzina mi solleticava l'epidermide esposta del seno, il suo respiro pesante e ritmato, preda del sonno, era l'unico suono che potevo percepire.

Dunque, riepilogando la situazione; ero legata nel bagagliaio di una macchina a me totalmente sconosciuta, il mio corpetto era allentato, permettendo, non una totale, ma buona visuale delle mie generose grazie, cosa che faceva supporre che qualcuno col mio indumento ci aveva avuto a che fare. E sopra il mio corpo ce n'era un altrettanto, maschile per di più. Magari era anche l'artefice del mancato – grazie a Mavis – tentativo di slegarmi il corpetto.

Immediatamente sentii il suo respiro farsi più corto, insieme ai suoi primi movimenti.

"No, no, no, no! Non ti svegliare ti prego!"

Fortunatamente il ragazzo mosse appena le labbra e poi rimase immobile. Tirai un lungo sospiro di sollievo. Sfruttando il fatto che il nodo che mi legava i polsi fosse ormai completamente sciolto, diedi uno scossone e finalmente fui libera. La pelle segnata dallo spesso nastro bruciava e quando tirai giù gli arti superiori sentii scrocchiare le ossa delle spalle. Dalle mie labbra sfuggì un gemito dolorante. Fortunatamente la zona frapposta tra il bagagliaio e l'abitacolo era accessibile, permettendomi così di sgusciare fuori e raggiungere i sedili posteriori. Cercai di muovermi il più lentamente possibile per non svegliare il ragazzo, il quale non avevo ancora avuto il coraggio di provare a identificare. Con la mia magnifica prontezza di riflessi riuscii persino a cadere di faccia contro i tappetini a terra. Repressi un grugnito per evitare di fare casino. Con un colpo di reni mi tirai su svelta e nell'alzarmi per poco non mi scivolò a terra il corpetto, ormai completamente slacciato. Me lo tenni stretto contro al seno con una mano, mentre con l'altra frugavo nell'abitacolo alla ricerca di chiavi per poter uscire. Lanciai un'occhiata distratta al mondo esterno; il sole era ormai sorto da un po'. Il mio orologio da polso segnava le 9:40

Dopo un quarto d'ora di ricerca dovetti arrendermi, prima o poi qualcuno sarebbe venuto a recuperare la sua auto, o a cercare me, o l'altro malcapitato rimasto nel bagagliaio, insomma! Mi accasciai contro il sedile del guidatore e socchiusi gli occhi, la testa mi girava ancora a causa dell'alcool, inoltre ogni mio arto era preda di fastidiosi formicolii a causa della posizione innaturale assunta fino a poco prima. Vidi le mie ciglia abbassarsi appena, fino a quando non mi crollarono le palpebre senza nemmeno rendermene conto.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 17, 2020 ⏰

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