•Capitolo 8•

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Quella stessa sera a cena, Hermione, Ron ed Harry si sedettero uno accanto all'altro come sempre. L'atmosfera era tesa come una corda di violino, a causa della discussione di quel pomeriggio. Dopo quella ramanzina di Harry, Ron si era sentito in colpa. Era ancora arrabbiato e continuava a disapprovare quella situazione, ma aveva capito che doveva rispettare le decisioni di Hermione che non faceva mai nulla per caso, senza averci prima riflettuto razionalmente.
Prese coraggio e le parlò.
《Hermione io... ti chiedo scusa. Non avrei dovuto aggredirti e, anche se non approvo completamente che tu aiuti Malfoy, rispetto la tua scelta.》
Hermione non si aspettava quelle scuse spontanee, anzi stava proprio pensando ad un modo per cominciare una conversazione con Ron al fine di chiarire.
《Non preoccuparti, ti capisco. Avrei dovuto dirvelo prima, magari consultarmi con voi prima di prendere una decisione affrettata.》
《Be', adesso non importa. È tutto chiarito, giusto?》chiese Harry, speranzoso. Era un record che un litigio tra quei due durasse così poco.
In sala comune, alla fine di quella giornata stancante per tutti, si concessero un pò di tempo per chiacchierare e rilassarsi prima di andare a dormire.
《Allora Hermione, parlaci un pò di questa prima lezione con il biondo ossigenato. Com'è andata?》le domandò Ron ridacchiando.
《Be', come vi ho detto oggi pomeriggio, è andata meglio di quanto mi aspettassi. Davvero, si è molto impegnato.》rispose lei, cercando di rassicurarli.
《Ma la mia domanda è... da quando Malfoy ha bisogno di ripetizioni? E da quando chiede aiuto?》esclamò Ron.
《A dire il vero non lo so. Effettivamente è strano.》disse lei sovrappensiero. 《Pensate che oggi mi ha anche ringraziato.》aggiunse Hermione. Ron ed Harry si girarono di scatto con gli occhi sbarrati.
《Sei sicura di star parlando di Malfoy? Cioè, ci stiamo riferendo alla stessa persona?》ironizzò Harry.《Comunque sia, inutile dire che noi resteremo i tuoi allievi preferiti.》aggiunse il ragazzo dai capelli corvini.
《È ovvio, non potrei mai preferire lui a voi.
《Credo sia arrivata l'ora di andare a dormire.》annunciò Ron, stiracchiandosi e lanciando un'occhiata alla sala comune, che ormai si era quasi completamente svuotata.
《Buonanotte, ragazzi. Vi voglio bene.》ripeté Hermione, dando un bacio sulla guancia ad entrambi, facendo arrossire Ron, e si ritirò nel dormitorio femminile.

Intanto, nel dormitorio maschile dei Serpeverde, Draco raccontava del suo incontro di quel pomeriggio con la Granger in lacrime. Non sapeva perché, ma quell'episodio l'aveva... interessato. Cercava di capire se aveva veramente ragione su ciò che aveva detto, e cioè che la causa del pianto della ragazza era Ron Weasley, e se lei non l'avesse preso in giro dicendogli che la vera causa di quella situazione fossero le loro ripetizioni.
Dopotutto a lui cosa importava? Non erano fatti che lo riguardavano. Se la Granger aveva deciso di aiutarlo, non poteva di certo incolparlo dei problemi che aveva con i suoi amici sulla questione.
Mentre pensava, rispondeva con voce monotona alle domande curiose di Zabini, che era ignaro del fatto che la maggior parte di quelle stesse domande se le stava ponendo da solo, nella sua testa.
《Sei sicuro che piangesse proprio per Weasley?》
《Quasi.》
《Sei sicuro che non ti stesse prendendo in giro quando ha detto che il vero problema sei tu?》
《Abbastanza.》
《Mi faresti capire perché ti importa così tanto?》
《Mah, non lo so. C'è qualcosa, credo, che mi ha colpito. Era così... dispiaciuta. Stava male.》
《Tutto ciò non ha senso. Che differenza fa per te che stesse piangendo per un motivo o per l'altro? Se ben ricordi, talvolta sei stato tu stesso ad insultarla e farla star male. Quindi ora cosa c'è di diverso?》Draco non sapeva come rispondere e, davanti alla sua esitazione, a Blaise venne un tremendo dubbio. Doveva domandarglielo.
《Ti piace la Granger?》
《COSA STAI BLATERANDO, ZABINI?》
《Nulla, è una sem-》
《Sta zitto e non dire mai più una sciocchezza del genere o giuro che ti uccido con le mie stesse mani!》
infastidito da quella domanda, senza rifletterci su, Draco si alzò dal divano della sala comune e uscì, dirigendosi verso i corridoi.
《Touchée.》disse semplicemente Blaise, nonostante l'altro fosse ormai troppo lontano per poterlo sentire.

Senza rendersene conto, Draco si ritrovò davanti alla Stanza delle Necessità. Quando aprì la porta, trovò la stanza immensa degli oggetti perduti.
Camminò fra le enormi cataste con calma, fino ad arrivare all'armadio svanitore, senza non cominciò a lavorare. Il sudore freddo gli imperlava la fronte e il battito del cuore era tanto forte da sentirlo pulsare nelle dita delle mani. La domanda di Zabini gli rimbombava nella testa e cercava disperatamente una risposta. "Ti piace la Granger?". Ma era impossibile! Cosa gli stava succedendo? Perché la ragazza che aveva odiato per anni compariva frequentemente nei suoi pensieri? Doveva fare attenzione. Stava cadendo in una trappola dalla quale sarebbe poi stato impossibile liberarsi.
Diede le spalle all'armadio, vi si appoggiò e si sedette per terra, con la testa adagiata alla superficie dura del legno e si addormentò.
I soliti incubi popolarono la sua mente e lo portarono a svegliarsi più volte, facendolo sobbalzare.
Dopo aver dormito relativamente bene per circa due ore, Draco si alzò di scatto e, controvoglia, ritornò nella sala comune Serpeverde. Non c'era ancora nessuno per i corridoi e le aule erano vuote, ma dalla luce che filtrava dalle finestre, intuì che erano quasi le 6:00.
Zabini dormiva ancora. Non si distese sul letto perché sapeva che sarebbe stato inutile tentare di addormentarsi a quell'ora, perciò andò in bagno a farsi una doccia gelata per svegliarsi definitivamente.
Quando uscì dal bagno, con solo l'asciugamano in vita, si aspettava di trovare Zabini già sveglio, ma, per sua spiacevole sorpresa, trovò Pansy Parkinson.
《Che diavolo ci fai qui, Pansy? E dov'è Zabini?》non si sentiva in imbarazzo, era solo innervosito dall'invasione della privacy da parte di quella stupida ragazza.
《Calma, non c'è bisogno di scaldarsi tanto.》la ragazza aveva un sorriso malizioso dipinto in volto che non gli piaceva per niente. 《Sono venuta qui per Zabini, devo dargli questo libro.》disse sollevando il volume che reggeva in mano. 《Ma vedo che non è qui. Sai dove posso trovarlo?》
《No, forse è uscito mentre ero in bagno. Non avresti potuto darglielo in classe?》
《Ieri mi ha detto che lo rivuole indietro prima dell'inizio delle lezioni, non so perché. Glielo darò quando lo incontrerò. Grazie lo stesso.》
Detto questo, uscì dalla stanza e Draco tirò un sospiro di sollievo. Di solito era più difficile scollarsela di dosso.

Nell'aula di Difesa Contro le Arti Oscure, Piton distribuiva ad ognuno dei fogli sui quali c'erano delle domande a cui rispondere. Un compito in classe. Piton non ne dava molti, ma erano parecchio difficili. Hermione era preparatissima, anche se a volte aveva bisogno di riflettere un pò più a lungo su qualche domanda-trabocchetto. Fu comunque la prima a consegnare. Harry saltò due o tre domande più complicate, Ron rispose a qualche domanda in meno rispetto ad Harry e inoltre fu il penultimo a consegnare.
Quando uscirono dall'aula, Hermione era poco tranquilla perché aveva paura di aver sbagliato tutto, mentre Ron ed Harry erano decisamente sollevati dalla fine di quell'ora infernale.
Camminando per i corridoi, diretti alla lezione di Incantesimi, Ron chiese ad Harry di lasciare per un pò da soli lui ed Hermione. Harry approvò e si avviò in classe con Neville.
Hermione si chiedeva cosa le avrebbe detto Ron e attese paziente che lui trovasse le parole giuste.
《Hermione, quello che devo dirti è una cosa... molto delicata e difficile da dire. Ma ho bisogno di parlartene e se tu non approverai io capirò, ma non ce la faccio più a tenerlo dentro e-》stava farneticando. Hermione lo guardava incuriosita, cercando di cogliere un senso nelle sue parole, ma con scarsi risultati. Continuò a stare in silenzio, per evitare di dire qualcosa di sbagliato.
《Okay, vado dritto al sodo.》esitò un altro pò per poi trovare il coraggio.《Mi piaci. Molto. Cioè, voglio dire, da molto tempo. Cioè, voglio dire... mi piaci.》arrossì. Anche Hermione arrossì violentemente, perciò abbassò immediatamente lo sguardo facendo finta di guardarsi la punta delle scarpe. Non sapeva cosa dire. Anche a lei piaceva Ron, da circa due anni, ma non pensava che lui ricambiasse.
《Per me è lo stesso, sul serio, ma non pensavo che fosse lo stesso per te.》
Ron spalancò gli occhi. 《No, ero io a pensare che non fosse lo stesso per te.》ci fu un attimo di silenzio imbarazzante, poi Hermione fece una cosa inaspettata. Lo abbracciò. Si strinsero forte, come se non aspettassero di fare altro da tutta la vita.
《Però andiamoci piano. Non so se...》cominciò lei, ma le parole le si bloccarono in gola.
《Cosa?》
《Non so se sono pronta per una vera relazione. Ho bisogno di un pò di tempo.》Hermione si sentiva un pò in imbarazzo, ma le parole di lui che seguirono la tranquillizarono molto.
《Non preoccuparti. Tutto il tempo che desideri.》
Insieme, si incamminarono verso l'aula di Incantesimi, dove la lezione era appena cominciata.

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