Capitolo 19

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<<Mi spiace non essere stato presente alla tua laurea a Toronto.>> Gabriel teneva per mano Julia mentre visitavano l Ashmolean Museum,che si trovava di fronte al Randolph Hotel.
<<Ti ho cercato. Ero sicura che saresti venuto.>>
Lui scosse il capo. <<Non sarei riuscito a starti lontano,se mi fossi trovato nella tua stessa stanza. E davanti a Jeremy e al rettore Aras... Alla prossima discussione della tua tesi però ci sarò.>>
<<Promesso?>>
<<Ma certo.>>
Si protese verso di lui e gli diede un bacio. <<Grazie.>>
Continuarono a passeggiare per il museo,fermandosi ad ammirare alcune opere esposte. Quando si ritrovarono davanti a un pannello su cui era in mostra un dipinto medievale di santa Lucia,a Julia venne in mente Rachel.
<<Tua sorella mi ha mandato un e-mail per sapere com è andata la conferenza.>>
<<È incinta?>>
<<Non me l ha detto. E se non lo è, il problema non sono gli scarsi tentativi.>>
Gabriel arricciò il naso. <<Preferirei evitare d immaginare questo genere di cose.>>
<<Sono sicura che nemmeno a Rachel piace pensare a te in quel senso. Però è stata quasi felice quanto me quando ha saputo che avevamo consumato il nostro amore.>>
<<Non mi sembra molto plausibile>>,mormoró lui,prendedola tra le braccia in un angolo buio.
<<Ha detto che non vede l ora di venerci a trovare a Cambridge,nel weekend del Labor Day.>>
<<Si,ma adesso sta zitta. Sto cercando di baciarti.>>
Julia rise. <<Aspetta un attimo. Non ho ancora finito.>>
<<Sbrigati>>,fece lui,avvicinando le labbra a un centimetro dalle sue.
Gli diede un occhiataccia. <<È una cosa importante Rachel e Aaron vorrebbero che accendessimo una candela ad Assisi per loro,e che preghiamo perchè riescano ad avere un bambino.>>
<<Credo che le preghiere di Richard siano piú efficaci delle mie. E poi anch io ho una preghiera da fare.>>
Gabriel non riuscí a nascondere la luce di speranza che gli brillavana negli occhi,come se la preghiera che voleva esaudita fosse un tesoro che desiderava con tutto se stesso.
Julia notò quel cambiamento in lui,ma non disse nulla.
Aveva ottenuto il suo primo successo accademico solo il giorno prima,e Gabriel aveva già ricominciato a suggerire l idea di avere un figlio. In qualche modo,quella sua espressione speranzosa rese l imbarazzo di Julia ancor piú doloroso.
La luce negli occhi di lui si offuscò.
<<Perchè mi guardi cosí?>>le chiese lasciandola andare.
<<Cosí come?>>
<<Come se ti facessi orrore.>>
<<Non dire sciocchezze.>>Si costrinse a sorridergli.
<<Ti dà tanto fastidio l idea di avere un figlio con me?>>domandò,facendosi scuro in volto.
Julia intrecciò le dita alle sue. <<Certo che no. Solo che faccio fatica a pensare a dei bambini quando vorrei concentrarmi sulle conferenze e sul dottorato.>>
<<Non si tratta di un aut aut,Julianne. Non ti chiederei mai di rinunciare ai tuoi sogni. E credo di avertelo già dimostrato a sufficenza>>,disse,in tono glaciale.
<<Ma ricorderai anche che un tuo sacrificio è già stato fonte di sofferenza per entrambi.>>
<<Anche questo è vero.>> Lasciò la sua mano e indicò il corridoio. <<Andiamo.>>
Lei gli posò una mano su un braccio. <<Gabriel...ti ho già detto prima del matrimonio che l idea di avere tanti piccoli dagli occhi azzurri mi rendev felice. È ancora cosí.>>
<<E allora perchè non possiamo nemmeno parlarne? Santo cielo,Julianne. Se dovessimo fare un viaggio in Africa,ne parleremmo. Se dovessimo costruire una casa,idem. Perchè non possiamo nemmeno nominare l idea di un figlio?>>
<<Perchè non sono capace di dirti di no,soprattutto se so che ti renderebbe cosí felice. Non sopporto di essere un ostacolo tra te e i tuoi sogni,come una megera insensibile.>> Le si riempirono gli occhi di lacrime.
Lui l avvolse in un forte abbraccio. Con la mano trovò la pelle del collo,sotto l attaccatura dei capelli,e l accarezzò con dolcezza. <<Tesoro...nulla protrebbe essere piú lontano dal mio modo di vederti. Questo non è il luogo migliore per affrontare il discorso,ma ti assicuro che non è cosí che ti giudico. Capisco benissimo che vuoi portare a termire il programma. Se penso a come te la sei cavata ieri,posso dirti che non sono mai stato tanto orgoglioso di te. Sei stata fantastica. E quando tiro fuori l argomento famiglia,non lo faccio per metterti sotto pressione,te lo giuro. Parlo solo di qualcosa che mi rende felice,sperando che renderà felice anche te. Possiamo parlare del futuro e fare progetti senza dover cambiare i programmi immediati. Quella di mettere su famiglia è una decisione importantissima,soprattutto per due persone che hanno alle spalle una storia come la nostra. So bene che hai bisogno di pensarci su. Ti chiedo solo di poterne parlare. Certo,non è necessario farlo in questo momento,e mi spiace se ho tirato fuori l argomento a un solo giorno di distanza dalla tua conferenza. Promettimi solo che ne riparleremo,anche se sarà in termini molto generali>>,le sussurrò,con le labbra appena sotto il suo orecchio.
<<Certo,Gabriel. È solo che l argomento mi rende nervosa.>>
Si tirò indietro per guardarla negli occhi. <<Allora dovrò evitare d importi la questione,e trovare il modo di presentarla meglio. Ma nln descriverti mai piú come una megera o un insensibile. Non sono parole che ti si addicono,e poi non mi piace per niente sentirti parlare cosí di mia moglie.>>
Lei annuí.
Le prese la mano e cominciò a camminare.
<<Bene. Allora,mi stavi raccontando dell e-mail di Rachel.>>
<<Le parole esatte erano: 'Mi sto giocando il tutto per tutto. Ho chiesto preghiere a cristiani,musulmani,ebrei e perfino a una zoroastriana'.>>
Gabriel sembrava confuso. <<Rachel conosce una zoroastriana? Com è possibile? Ne esistono meno di duecento mila in tutto il mondo.>>
<<Era una sua collega. Come fai a sapere quanti ne esistono?>>
<<L ho cercato su Wikipedia.>> Le rivolse un occhiata solenne,poi le fece l occhiolino.
<<Non dovresti dar credito a Wikipedia,professore.>>
<<Non potrei essere piú d accordo,Mrs Emerson. Qualcuno ha inserito una voce su di me in quel maledetto sito,e sono state scritte cose abominevoli. Wikistronzi.>> Le diede un bacio gentile ma deciso. Poi sentirono qualcuno che si schiariva la gola.
Un guardiano era mezzo metro da loro. <<Circolare>>,disse loro con uno sguardo di fuoco.
<<Scusi>>,fece Gabriel, ma il suo tono non era affatto contrito. Cinse la vita di sua moglie con un braccio e si spostò in una sala attigua.
Julia camminava sentendosi il viso in fiamme. <<Dobbiamo essere piú discreti.>>
<<Dobbiamo trovare un angolo meno illuminato.>> Le rivolse un occhiata provocatoria,e lei arrossí ancora di piú. <<Ho chiesto a John Green di mandare a Christa una lettera di diffida>>,le disse mentre riprendevano il corridoio.
<<Credi sia una buona idea?>>
<<Secondo John,si. È solo un avvertimento. Per farle capire che nln tollereremo le sue calunnie. Quella donna è pericolosa.>>
Julia inspirò a fondo e trattenne l aria prima di espirare lentamente. <<La conferenza è andata meglio di quanto pensassi.>>
Lui si portò la mano di lei alle labbra. <<Sei stata eccezzionale.>>
<<Quindi forse non dobbiamo preoccuparti troppo delle sue calunnie.>>
<<Le calunnie non vanno mai prese sottogamba. Come si dice nell Otello, Chi mi ruba la borsa,ruba robaccia,qualcosa che vale poco o anche nulla,che era mia,ora è sua,è appartenuta a migliaia. Mi chi mi toglie il buon nome mi ruba ciò che altrui non arricchisce e rende me ben povero.>>
<<Mi sembra di averti già sentito citare questo passo. Ma davvero puoi far smettere Christa di spargere voci maligne su di noi?>>
Lui la guardò rassegnato. <<Non lo so. Ma dopo il modo in cui si è comportata alla conferenza,dovevo almeno provare.>>

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