Capitolo 22

204 7 0
                                    

Julia si svegliò nel cuore della notte seguente per andare in bagno. Quando tornò, sentì Gabriel che si muoveva nel letto, mormorando qualche parola confusa.
Non era una novità. Di solito aveva il sonno profondo,ma a volte non faceva rigirarsi nel letto,arrivando perfino a parlare nel sonno.
Di solito Julia non se ne preoccupava. Quella notte,però, Gabriel cominciò ad agitarsi e imprecare. Corse al suo fianco. << Gabriel ?>>
Mormorò di nuovo.Poi,all'improvviso,prese a tirare le lenzuala,lottando e agitandosi fino a liberarsi. Spalancò gli occhi di colpo e si mise a sedere,respirando a fatica.
<<Ti senti bene?>> Julia decise di restare un pò a distanza e parlargli a voce bassa.
La guardò,confuso, e si portò le mani al petto.
<<È il cuore? Riesci a respirare?>>
<<Un incubo>>,riuscì a dire lui con voce rotta.
<<Vado a prederti qualcosa da bere.>> Tornò in bagno,prese un bicchiere e lo riempì d'acqua dal lavandino.
Gabriel lo prese senza dire una parola.
Lei si sedette sul bordo del letto e aspettò,osservandolo con attenzione.
<<Che cosa hai sognato?>>
Lui finì di bere e posò il bicchiere sul comodino. <<Dammi un momento.>>
Julia avrebbe voluto scostargli i capelli scuri dalla fronte,ma pensò che lo avrebbe infastidito.
Gabriel sbatté le palpebre e poi puntò gli occhi al muro alle spalle di lei. <<I miei genitori biologici.>>
<<Oh, tesoro...>> Cercò di abbracciarlo,ma lui s irrigidí ,così Julia si fermò e si alzò, spostandosi verso il suo lato del letto.
Lui non si mosse. Non cercò nemmeno di spegnere la luce,ma restò semplicemente seduto,la schiena poggiata contro la tastiera.
Julia scivolò sotto le lenzuala,accanto a Gabriel. Avrebbe tanto voluto consolarlo. Ma l'aria intorno a lui era carica di una strana energia.
Gabriel non voleva essere toccato.
Lei chiuse gli occhi, ed era sul punto di cedere al sonno quando la voce di lui squarciò l'oscurità.
<<Ero con mia madre,nel nostro vecchio appartamento di Brooklyn. Sentivo lei e mio padre litigare.>>
Julia aprì gli occhi di scatto.
<<Ho sentito un tonfo. Mia madre piangeva. Sono corso in cucina.>>
<<E stava bene?>>
<<Era in ginocchio sul pavimento. Lui le era addosso, e gridava. L'ho preso a pugni. Gli ho gridato contro. Lui mi ha spinto via ed è andato verso la porta. Mia madre gli strisciava dietro, implorandolo di non andarsene. Maledetto bastardo>>,imprecò, gli occhi che gli brillavano di una luce gelida,la collera che gli distorceva i bei lineamenti.
<<Tesoro>>,sussurrò Julia. Spostò una mano sul lenzuolo,toccandogli un fianco.
<<Lo odio. È morto da anni,eppure se sapessi dov'è sepolto andrei a pisciare sulla sua tomba.>>
Lei premette con la mano sul suo fianco per confortarlo.
<<Mi spiace tanto.>>
Lui non rispose,così Julia cominciò ad ad accarezzarlo piano,come a voler placare la sua collera.
<<La picchiava. È già abbastanza orribile che l abbia sedotta e abbandonata. Ma quello stronzo lo picchiava.>>
<<Gabriel,era soltanto un sogno>>,gli sussurrò.
Lui scosse il capo,lo sguardo fissò nel vuoto. <<Non credo.>>
<<Pensi fosse un ricordo reale?>>fece lei,bloccandosi.
Gabriel si coprì gli occhi,premendosi le dita sulle orbite.
<<Non credo fosse la prima volta che litigavano. Né la prima volta che intervenivo.>>
<<Quanti anno avevi?>>
<<Ero piccolo. Cinque,forse sei anni. Non so.>>
<<Eri un bambino coraggioso, a voler difendere tua madre.>>
Lui lasciò ricadere le mani sulle gambe. <<Non è servito a niente. L'ha distrutta. Riesci a immaginare cosa significhi strisciare dietro a un uomo dopo che ti ha picchiata? Davanti a tuo figlio?>>
<<Doveva amarlo.>>
<<Non cercare scuse>>,gli disse in tono gentile.
Si voltò verso di lei con occhi spiritati.
<<Io stessa stavo con Simon>>,gli fece notare,parlando piano.
Lui sbatté le palpebre, e lentamente il suo sguardo si placò.
<<Non ho conosciuto tua madre. Ma so quanto fossi confusa quando ero con Simon.>>
<<È un altra questione. Eri giovane.>>
<<Non credo che tua madre fosse molto più grande di me,quando ti ha avuto. Quanti anni aveva?>>
<<Non lo so>>,ribatte seccato.
<<Pensava di amarlo. Ha avuto un bambino da lui.>>
<<Era sposato.>>
Julia giocherellò col lezzuolo che la copriva.<<Non possiamo cambiare il passato. Possiamo agire solo sul futuro.>>
<<Mi spiace se ti ho svegliata.>> Le diede un bacio sulla testa.
<<Ero sveglia.>>
Si tirò indietro per guardarla in viso. <<Davvero?>>
<<Avevo un problema da donne.>>
Un istante dopo, lui capì. <<Ah. Ti senti bene?>>
<<Non al meglio,ma passerà.>>
<<In effetti prima mi sei sembrata ipersensibile>>,le disse sfiorandole il seno con la mano,e lei l'afferrò, fermandolo.
<<Mi dispiace per il tuo incubo.>>
Lui si voltò per spegnere la luce. Poi scivolò sotto le lenzuola,accanto a lei.
Lo sentì digrignare i denti,serrando la mascella.
<<Pensi davvero che sia un ricordo,e non un semplice sogno?>>,gli chiese.
<<A volte non so distinguerli>>,ammise Gabriel.
<<Ti è già capitato?>>
<<A volte. Da un pò.>>
<<Non mi hai mai detto nulla.>>
<<Julianne, faccio fatica a parlarne. I pochi ricordi d'infanzia che ho sono molto vaghi. E quello che ricordo...cerco di dimenticarlo.>>
<<Ne hai parlato col dottor Townsend?>>
<<Un pochino. Non so quasi nulla dei miei genitori.>> Accarezzò Julia facendo scorrere la punta delle dita sulla sua schiena, sovrappensiero.
<<Comprendo la rabbia che provi nel loro confronti. Ma non ti fa bene arrovellarti.>>
Smise di toccarla e si voltò su un fianco,guardandola. <<Lo so. Nell'armadio della mia famiglia potrebbero esserci scheletri orribili. Mi amereai lo stesso?>>
<<Non ci sarà mai niente a ostacolare il mio amore per te. Ti amo e basta.>>
Le coprì la bocca con la sua,ma solo per un attimo. Si rilassarono sul letto,accoccolandosi sotto le lenzuala.
Un attimo prima di scivolare nel sonno,Julia sentì la voce di Gabriel che le sussurrava in un orecchio: <<Grazie>>.

Seduzione ed EstasiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora