L'ultima volta che ti vidi avevi i capelli biondi ondulati che arrivavano fin sopra le spalle.
Il tuo viso era pieno di lividi e le tue soffici labbra avevano perso il loro colore roseo fragola e si erano riempite di tagli.
Forse lo sono tutt'ora.
Il tuo corpo era inerme e bianco, sdraiato come una salma su un letto d'ospedale gelido.
Ogni giorno andavo a trovarti e ti riscaldavo le mani fredde, come tutto quello che ti circonda; ti parlavo in continuazione e ti raccontavo i nostri vecchi tempi e, giuro, ti ho vista sorridere qualche volta.
Mi dispiace di averti lasciata sola, ma hai una famiglia e tanti amici che ti vengono a trovare tutte le settimane.
Tutti pensano che sono fuggito per " non sanità mentale", ma non è così.
Ho bisogno di fuggire dai problemi della vita, tutti lo fanno.
E io, che sono un attore, non posso?
Sarei veramente impazzito se non l'avessi fatto.
Ed ho anche un altro motivo: mi manca la voce di quella ragazza sempre gioiosa, che ha sempre una voglia matta di vivere.
E proprio quella ragazza doveva finire così?
No, ma a tutti succede nella vita qualcosa di inaspettato e ingiusto.
Io lo so.
E a voglia se lo so.
Sono stato due anni a pensare che quello che ti era accaduto fosse colpa mia, ma ho capito che non lo è, almeno non del tutto.
Non è colpa di nessuno; se vogliamo dare una colpa a qualcuno allora io la darei al fato, al destino.
Ma io non ci credo molto al destino.
Mi manca Jennifer Shrader Lawrence.
Mi manca la tua voce... mi manca tutto di te.
Tutto.
Tutti i tuoi pregi e tutti i tuoi difetti.
Sono fiducioso che ti sveglierai, perché tu devi svegliarti, non puoi dormire ancora, dormi sempre Shrader.E a pensare che ti hanno trovata in fondo al mare... tu adori il mare...
Ti hanno trovata in tempo in tempo,sai?
E io ero con i ricercatori.
Non potevo stare con le mani in mano.
Ti abbiamo trovata con gli occhi chiusi sporchi di trucco, le labbra violacee e la pelle piena di graffi e ferite.
I tuoi genitori,quando sei arrivata in ospedale, hanno voluto che ti fossero tagliati i capelli perché erano tutti bruciati a causa dell'aereo che era andato in fiamme.
Hanno chiesto a me come farteli,perché dicono che abbiamo certi gusti simili.
Hanno ragione.
Credo che se ti ripetessi tutti i gusti che abbiamo in comune ci metteremo a ridere .
Credimi: in questo momento io sto sorridendo come quando eravamo insieme.
Non riesco nemmeno più a ridere senza di te.
Ora i tuoi capelli sono come l'ultima volta che ti ho vista: corti fin sopra le spalle ondulati naturali.
Tu quando li portavi così dicevi che li adoravi perché non sono né troppo corti ne troppo lunghi.
Concordo.
Mi manchi.Scrivendo quelle parole a Josh gli spuntava, come un fiore appena nato, un sorriso, ma gli scomparì subito.
Era giorno e doveva mangiare qualcosa, ma non aveva niente con sé oltre al suo quadernino con l'inseparabile penna.
Si avviò verso un paesino vicino, in cerca di un po di cibo.
Josh, in fondo, non era così disorganizzato: si era portato anche dei soldi per permettersi cibo per una settimana.Così, fece l'unica cosa che da un mese sapeva fare meglio: camminare.
Cammina Joshua.
Siamo quasi arrivati.
Non ti arrendere: Jennifer non l'avrebbe mai voluto e non lo vorrebbe tutt'ora.
Sai che le manchi, ma tu cammini sempre più lontano da lei. Perché?
Perché mi manca, e devo chiarire sui sensi di colpa che ho e sulla mia vita.
Ma cosa stai dicendo?
La verità.
Forse stai impazzendo veramente Josh.
No, ne sono sicuro."Comandante, i suoi uomini l'hanno trovato?"
Chiese Jim in ansia.
"No... nessunissima traccia, hanno detto..."
Disse deluso l'uomo.
"Sono sicuro che oggi stesso lo troveremo, signore!"
Urlò Fred a dieci metri di distanza al comandante.
"Come fai ad esserne così sicuro...?" Chiese scocciato Jim.
"Lo so e basta! Non mi stressare anche oggi Jim..."
"Come vuole mio signore!"
Disse in modo teatrale Jim.
"Okay ora basta. Partite e riportatecelo!" Strillò l'uomo.
I due piloti avanzarono verso l'elicottero, salirono e accesero il motore.
Fred era sicuro che avrebbe trovato Josh, bisognava solo entrare nella sua resta e provare a capire dove lui sarebbe andato.Jennifer era sdraiata a pancia in sù a osservare il cielo, non era un cielo qualunque: era azzurro come di giorno, ma era trapuntato di stelle.
Quelle stelle luccicanti le ricordavano i denti splendenti di Josh.
Ad un tratto, Jennifer sentì un dolore acuto alla pancia, da farla mettere in ginocchio e tenersela.
Poi incominciò anche la testa, poi le braccia, i muscoli, le ossa...
Si lasciò cadere a terra: non vedeva più niente.
Stava per morire?
Lei voleva resistere, voleva rivedere tutta la sua famiglia, i suoi amici, Josh.
Non poteva permettersi di morire.
Eppure tutto il suo corpo era pervaso dal dolore e non vedeva più il bellissimo cielo, i fiori tropicali che la circondavano e i "Non ti scordar di me".
Jennifer,allora, decise di urlare,in modo tale che, quando non avrebbe sentito più la propria voce, sarebbe finito lo strazio.La madre di Jennifer stava dormendo nella stanza accanto a quella di Jennifer quando, all'improvviso, sentì un urlo straziante provenire dalla stanza d'ospedale della figlia.
Si alzò di scatto dal letto e,correndo, arrivò nella stanza di Jennifer.
Era lei ad urlare.
"Dottoriii!!!" Strillò la donna.
Urlò quella parola fin quando essi non la raggiunsero e portarono via la figlia in una stanza a parte, dove la signora non avrebbe visto.Jennifer d'un tratto iniziò a vedere qualcosa.
C'era tantissima luce, forse troppa per i suoi gusti.
-----------------------------------------
Hey¡
Questo capitolo è un po' più corto del precedente ma vi prometto che il prossimo sarà lungo quanto il primo.I due piloti troveranno Josh?
Jennifer vivrà o no?Chi lo sa!
Al prossimo capitolo!!!Ps: Continuo con quattro stelle!
STAI LEGGENDO
ESCAPED
FanficUna Short story sulla Joshifer. *** Jennifer è in coma, Josh è scappato e la polizia lo cerca. Due cuori spezzati dalle proprie azioni che cercano disperatamente un po' di pace nelle loro anime. Non avranno mai la pace che desiderano, non avranno...