Parte 3: Incontro

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Il giorno successivo Toby subì, come previsto, l'interrogazione di matematica. Riuscì a strappare un sette e mezzo: meglio del previsto e con la mente rivolta all'incontro del pomeriggio per giunta! Le lezioni passavano sempre più lentamente, l'orologio probabilmente avrebbe inizato ad andare al contrario se Toby l'avesse guardato ancora più frequentemente.
Iniziava a friggere. Era impaziente di incontrare PwrBall.
Mentre si disinteressava della mortalmente noiosa lezione di filosofia si divertì ad immaginarselo... sarà stato più grande o più piccolo di lui? Oddio, gli venne in mente, speriamo non sia un undicenne o un dodicenne! E soprattutto speriamo sia in qualche modo interessato AD ALTRO oltre ai manga... Sarà biondo? Sarà moro? Toby aveva gli occhi di un nero profondo, sperava che PwrBall li avesse più chiari... magari grigi... gli piacevano tanto gli occhi grigi!
E che corporatura avrà? Sarà un tipico nerd grassone? O un nerd secco secco? O un ragazzo normale? Chissà... tra tutte queste domande, aspettative e ammonizioni mentali a non aspettarsi troppo, l'ora di filosofia finalmente terminò.
Era l'ultima della giornata. Toby mandò al diavolo quel genio che aveva avuto la brillante idea di mettere filosofia all'ultima ora: ma erano mai andati a scuola?! Filosofia dopo quattro ore di lezione e prima di pranzo. Come invitare a farsi una dormita, altro che seguire la lezione!

Mentre metteva via la roba lanciandola nello zaino però si risvegliò completamente. Tornò a casa, mangiucchiò qualcosa con poca convinzione e si fiondò a vedere se per caso PwrBall avesse lasciato altri messaggi. Non ce n'erano. "No news good news", pensò. Fino alle tre cercò di fare i compiti per il lunedì, dato che era venerdì non avrebbe voluto avere poi il weekend impegnato dai troppi compiti. Ma alla fine rinunciò: aveva fatto poco o niente. La sua mente si rifiutava di concentrarsi. Alle tre e venti uscì di casa, il centro commerciale era a mezz'ora da casa sua, c'era un autobus che avrebbe potuto portarlo lì, ma decise di andare a piedi. Voleva respirare un po'. Trasse di tasca il cappello di One Piece, se lo calcò in testa e si avviò sotto il sole.

Mark corse verso il grande magazzino. Era stato trattenuto da delle faccende che i suoi lo avevano costretto a fare. Si maledì. Erano già le quattro e mezza, chissà se il suo contatto lo stava aspettando o era già andato via furente.
Entrò dalle porte automatiche e si guardò intorno. Era un posto immenso, cinque piani di negozi di ogni tipo. Non c'era mai entrato, sapeva dov'era perchè era stata fatta molta pubblicità all'epoca della sua apertura, ma ora non sapeva dove fosse la gelateria luogo dell'incontro. Avvistò un grande pannello con l'elenco di tutti i negozi, vi si precipitò a controllare. Scorse i nomi e finalmente lo trovò: "Mondo gelato", primo piano, ala est. Memorizzò le indicazioni e si fiondò sulle scale mobili, salendole due gradini alla volta. Arrivato in cima voltò a sinistra, verso l'ala est. Mentre correva guardava le vetrine dei negozi... ma dove cavolo era? Mentre stava per girare la faccia per l'ennesima volta da una parte all'altra, si bloccò.
Un ragazzo alto poco meno di lui e moro, col cappellino recante il logo del manga di Eiichiro Oda impresso sulla visiera stretto nella mano destra, il volto angelico rigato di lacrime e rivolto verso le punte dei propri piedi, gli era appena passato di fianco.
Si girò e gli afferrò il polso sinistro.
Il ragazzo si fermò, si girò piano, guardò il proprio polso, risalì con lo sguardo il braccio di Mark e finalmente gli guardò il viso.
Mark fece un timido sorriso, il petto ansante per la corsa.
"PwrBall?" chiese incerto Toby.
Mark annuì, sperando che le lacrime del ragazzo che aveva di fronte non fossero solo per una sfumata trattativa per lo scambio di manga. "Mi chiamo Mark. Scusa se ho fatto tardi, mi hanno trattenuto. Sono corso qui appena ho potuto."
Toby lo guardò bene in volto, gli sorrise tra le lacrime e gli disse: "Ciao, io sono Toby. Ti perdono." "Meno male!" fece Mark ridendo. Lasciò andare il polso e gli afferrò con entrambe le mani la mano destra scuotendogliela con allegria.
"Allora presentiamoci per bene: piacere, Mark!"
Toby rise e rispose: "Piacere, sono Toby!"
"Mangiamo un gelato?"
"L'idea era quella!"
Sorridendosi andarono a prendere un gelato.

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