Capitolo 1: Disperazione tot.

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Non mi importava di quanto male facesse,avevo deciso di farlo e da li a pochi secondi la mia vita sarebbe cambiata, ma ancor di più la mia pelle, il mio corpo, non perché mi odiassi,anzi mi reputavo anche una beh 'bella' ragazza: alta un metro e sessantacinque, occhi azzurri come il ghiaccio, capelli rossi folti con una frangetta molto provocante, e come fisico sono abbastanza magra ma  non così tanto per essere anoressica.

Non mi era mai capitato prima di farlo e avevo paura, ma penso che sia normale averne se una si taglia per la prima volta no?!

Sicuramente non mi rendevo nemmeno conto di ciò che avrei fatto seriamente, ma lo feci e rifeci: sui polsi, sulle cosce, sulla pancia, sui palmi delle mani; non riuscivo a fermarmi, e non mi importavano le conseguenze, se continuavo a sanguinare o se le ferite bruciavano, volevo dimenticare il dolore che provavo dentro perché non ne potevo più di soffrire per ragioni del mio passato, dovevo andare avanti ma non ci riuscivo;ero come bloccata nei miei ricordi.

Ormai stavo soffocando nelle mie lacrime e decisi di smettere di tagliarmi, in qualche strano modo cercai di alzarmi, mi aggrappai al tavolo e lentamente cercando di non cadere, tenendomi alla ringhiera salii le scale e andai in bagno, aprii il rubinetto della vasca e quando fu quasi piena d'acqua, spensi il rubinetto, mi tolsi quei pochi vestiti che avevo tutti sporchi di sangue e mi immersi nella vasca con il corpo ancora tutto sanguinante.

Non ci volle molto tempo prima che l'acqua da trasparente cambiò colore in rosso sangue; non mi pentivo di ciò che avevo fatto, ma mi sentivo strana, forse per tutti quei tagli che avevo nel corpo, non so però mi sentivo sollevata, come se dopo essere stata così male, il bene era in arrivo ed era strano da pensare visto che ero arrivata al culmine delle assurdità, mancava solo il suicidio ma non credo che sarei arrivata a tal punto.

Dopo due ore, tutta addolorante uscii dall'acqua e mi disinfettai le ferite e le coprii con delle fasce da medicazione, poi mi diressi verso la mia stanza da letto, mi vestii e mi misi a letto cercando una posizione comoda senza appoggiarmi sulle ferite, presi il telefono, mi misi le cuffie e feci partire la musica:
  < è un'altra notte che mi sveglio e vivo un incubo

L'altra sera ho visto sorridere un angelo

Ho fumato i miei sogni,ho bevuto i ricordi

Ho fermato il mio cuore mentre aspettavo che ritorni

Sorrido anche se so che non ritornerà

Beviamo l'alcol che ci svuota l'anima

Ricordami che cosa sono i sentimenti ... > e lentamente mi addormentai.

La ragazza che viveva tra le nuvoleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora