Capitolo 3 : gli raccontai tutto

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Feci come mi disse: lo aspettai sul marciapiede senza muovermi da li pregando Dio che quegli orribili tizi che mi hanno rapito, non tornassero; 'Ti prego Kevin muoviti'

Dopo dieci minuti circa, vidi la sua macchina fermarsi, iniziai a piangere dalla felicità, lui scese dalla macchina e mi venne in contro e mi consolò coi sui abbracci teneri che ti fanno stare bene, lo ringraziai infinite volte poi una volta calmata per modo di dire salimmo in macchina e mi riaccompagnò a casa.

Gli raccontai tutto, lui era l'unico che sapeva la storia completa della mia orribile vita e non saltai alcun particolare degli ultimi fatti accaduti in questi (che scoprii essere) due giorni.

Mi vergognavo di ciò che mi era accaduto, ero terrorizzata che potesse risuccedere e per settimane non uscii di casa: mandai Kevin a prendermi le cose di cui avevo bisogno, ed ero contenta che lui c'era e che potevo contare su di lui.

Da quando era successo, Kevin mi è stato sempre accanto e ha passato un intera settimana a dormire sul piccolo divanetto scomodo di casa mia controllando che stessi bene e riuscissi a dormire, ma ogni notte avevo gli incubi, sognando la scena di quell'uomo che mi violentava; sudavo, mi muovevo di scatto e urlavo.

Kevin mi consigliò di parlare con uno specialista, secondo lui uno strizza cervelli poteva aiutarmi a superare il dramma: seguii il suo consiglio, e per un anno andai a tutti gli appuntamenti che mi dava lo strizza cervelli ma poi smisi di andarci per il semplice fatto che non notai grandi miglioramenti come un anno prima che iniziai ad andarci.

La ragazza che viveva tra le nuvoleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora