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Andavano avanti di baci nascosti, di abbracci sperduti e di tenute per mano tra la massa. Matteo e Andrea. Matteo, sicuro di essere quello che è, Andrea, più insicuro e triste. Erano perfetti insieme. Erano la neve il ghiaccio, la panna sulla fragola, le sigarette e l'accendino, i tagli e i braccialetti. Erano innamorati, innamorati persi. Era brutto, anzi, bruttissimo quando si guardavano in classe. Due occhiate, come per dire "ti amo".
Era bruttissimo quando camminavano insieme e non si davano la mano. Lo fecero una volta, qundo erano in città e quindi nessuno li conosceva. Era bellissimo, si tenevano la mano, ridevano e si baciavano. Nessuno gli diceva qualcosa a loro due, innamorati persi. Condivisero tramonti, giorni di neve e passeggiate in montagna, solo da "amici" però. Quella volta, in cui si distesero nell'erba e guardavano il cielo. Non resistirono, dovevano baciarsi. Era perfetto, tutto perfetto. Gli occhi chiari di Andrea riflettevano le montagne, quelli di Matteo riflettevano gli occhi chiari di Andrea. Quella volta, sulle montagne, lo fecero. Senza troppe smancerie. Matteo gli sbottonò la camicia e Andrea slacciò i pantaloni a Matteo. C'era amore in quello che facevano. Amore puro. Non fu una cosa buttata li, per caso. Era una cosa che volevano fare. Finirono e Matteo si accasciò al petto nudo di Andrea. Si baciarono e guardarono un ultima volta le montagne insieme, da soli, come fidanzati. Successe, successe quello che successe. Successe che nulla va per il verso giusto. Fu un attimo, successe velocemente. Erano alla fermata del bus, a scuola. Era buio e non c'era nessuno, forse. Saltarono fuori, come delle cavallette quel gruppetto di drogati e bulli. Successe a loro, come se non bastassero i problemi che hanno. Non bastò molto per metterli al tappeto, qualche pugno e qualche calcio. Si tenevano la mano e non se la staccavano, nemmeno quando li stavano picchiando. Stretta, sempre più stretta e loro cercavano di staccarli ma non riuscivano, non riuscivano a staccare quella fottuta mano dall'altra mano. Non concepivano il perchè e non riuscirono nemmeno concentrandosi a staccarli. Si guardarono negli occhi ogni tanto ma mai abbastanza. Sapevano perchè li stavano picchiando e sapevano che il loro amore era sbagliato. Era contro natura, contro la religione e contro qualsiasi regola etica o morale e sapevano, che era una 'malattia'. Erano distesi tutti doloranti. Non avevano paura più di niente ormai. Andrea si sedette tutto dolorante. Cercò di nascondere le lacrime ma non ci riuscise. Matteo lo abbraciò e gli disse che andrà tutto bene. Andrea no. Andrea era arrabbiato con tutti. Non vedeva nulla tranne che l'odio di essere quello che si è. Non voleva essere quello che era, non voleva esserlo anche perchè la credeva una cosa sbagliata. Parlarono a lungo su questa cosa. Andrea non la voleva smettere di pensarla in quel modo e Matteo non ce la faceva più perchè non poteva non dargli ragione. Gli occhi azzurro ghiaccio di Andrea si spensero, distrutti dalle lacrime e dagli abbracci della persona giusta solo per lui. Anche Matteo scoppiò. Rimasero sdraiati, vicino ma non abbracciati. Si sentivano i loro respiri, i loro affanni. Matteo si accasciò addosso ad Andrea e Andrea, dimenticò. Dimenticò per poco quello che era successo. Decise di provarci lo stesso. Si alzò e andò a scuola in cerca di una fidanzata. La scuola era deserta, ma non perchè non c'era nessuno, ma perchè non c'era lui. Successe, come ho già detto, quello che successe. Lo vide, seduto sul muretto della scuola vicino ad una ragazza. Bastò un attimo per capire che non gli piaceva. I baci di Andrea facevano male, facevano soffrire ed erano veri. Erano veri perchè poche persone baciano in quel modo, poche persone lo fanno. E se lo fanno, lo fanno con la persona giusta. Ad Andrea non piaceva veramente lei. Non perchè fosse antipatica o brutta. Ma semplicemente perchè era una ragazza.

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