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Io e te non sapevamo come ci si doveva amare, però lo facevamo bene. Io ero un po' quella fuori dalle convenzioni, che non ti ha mai mandato un messaggio dolce, che era capace di non scriverti per ore, che non si arrabbiava se uscivi con altri. Io ero quella che ti lasciava la tua libertà e poi ti stringeva così forte da imprigionarti. Tu non eri da meno: una settimana, in estate, fummo capaci di scriverci soltanto un buongiorno ma ci baciavamo tanto. Una sera tornai a casa con le labbra gonfie e livide,mia madre voleva chiamare la polizia ed io ,ubriaca, la mandai a quel paese. Giurò di volerti denunciare, giurai di amarti tanto. Avevamo uno strano modo di dimostrarci le cose, parlavamo di filosofia tra un giro in moto e una birra in mano. Non mi hai mai pagato un drink e questa cosa mi piaceva da matti: mi lasciavi scegliere, decidere, con te non ero mai costretta a dirti "grazie" o "scusa". Le cose belle accadevano perchè le volevo, quelle brutte anche.
Mi riaccompagnavi a casa ed ogni volta sentivi il bisogno di scrivere sui muri la data, di segnare quella sera. Mi baciavi un'altra volta e ripetevi "sei l'amore della mia vita".
Tornavo da mia madre che mi aspettava sul divano e pensava fossi fatta ma se lo ero, era solo di te.
Mi venisti a prendere una mattina di agosto all'alba, senza preavviso. Viaggiammo in motorino, uscii di casa senza permesso , senza avviso e cellulare. Due ore dopo eravamo in spiaggia a scrivere la data sulla sabbia. Mi dicesti piangendo "sei l'amore della mia vita".
Tornai da mio padre che mi diede della stupida e mi proibì di uscire per 3 settimane ma non riuscivo a pentirmi di niente.
Comprasti una bomboletta la seconda settimana, scrivesti la data sotto casa mia. In rosso risaltava "sei l'amore della mia vita" sull'asfalto. Sorrisi , di quelli belli, poi chiusi la finestra e aprii il portone. Ti baciai davanti agli occhi di mezzo paese e sapevo che stavano pensando: "non ce la faranno mai".
I miei amici continuavano a dire che avevo perso la testa ma così mi piacevo di più. Andammo in un locale tutti insieme, c'eri anche tu, andasti dal dj, misero la nostra canzone. La dedica sempre la stessa "sei l'amore della mia vita". Sopravvivemmo un anno o due, al nostro anniversario non avevamo mai dato importanza, poi tu fosti costretto da tuo padre a trasferirti per un lavoro dignitoso, una casa bella, una ragazza giusta. Noi eravamo "quelli che hanno preso la cattiva strada". Non ci furono addii in stazione, non ti baciai, feci finta che non saresti dovuto partire il giorno dopo.
Uscii da un negozio di tatuaggi, 3 giorni dopo la tua partenza, senza piangere. Al braccio avevo una borsa comprata alla bancarella del paese, 5 euro e 20, non mi era mai piaciuto spendere soldi per qualcosa che non fossero i biglietti del treno per venire da te.
Avevo la scritta " sei l'amore della mia vita" tatuata sotto il seno sinistro, vicino al cuore, e l'ultima possibilità di rivederti in fondo a quella borsa da poco.
Venni da te, sorridesti, facemmo l'amore su un letto scomodo, guardasti il tatuaggio e ti mancò il fiato. Mi mostrasti una data, che avevi inciso sulla testiera del letto "12/11/2012": la prima volta che me lo avevi detto. Ce ne incisi un 'altra con il coltello con cui avevamo tagliato le fragole , rosse come il peccato o la benedizione di esserci amati " 18/03/2014", la data di quella mattina. Poi non ci rivedemmo più ma questa sarà la storia che racconterò a tutti, la storia di un'adolescenza sbagliata vissuta con la persona giusta, la storia di me e te che prendiamo altre strade, la storia dell'amore della mia vita.

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