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1mese dopo
"Certo che potevi trattarmi meglio"
"Ti tratto come devi essere trattato"
"Allora come va con il tuo ragazzo?"
"Non è il no ragazzo, usciamo solo insieme"
"È uguale, e ti trovi bene?"
"Non troppo, litighiamo spesso ma mi piace molto. Come mai tutta sta curiosità?"
"Tu mi piaci, lo sai bene ma ti lascerò stare fin quando non ti lascerai"
"Come credi"
E misi via il telefono.
Andai sotto la doccia e mi accorsi che ero veramente in ritardo, la corriera per la scuola partiva tra 40 minuti ed io avevo 20 minuti per uscire di casa. Feci le cose in fretta e furia e con un ritardo di 5 minuti uscii di casa. Presi la bici e mi precipitai alla fermata che fortunatamente ero ancora in tempo per prenderla.
Essere gli ultimi a salire equivale ad essere fissati da tutti, e dal momento che avevo fatto le corse, precisamente vuol dire essere fissati da tutti mentre hai i capelli spettinati, la faccia sudata e la bocca aperta mentre fai dei respiri come se stessi partorendo.
Salutai alcuni amici e presi posto in fondo la corriera dove una mia amica mi aveva tenuto il posto.
"Alla buon ora, oggi hai la verifica di matematica e l' interrogazione di francese"
"Oh bene, come se non fosse partita male questa giornata"
"Almeno vedi Pietro, sei fortunata ad avere il fidanzato nella stessa scuola"
"Basta! Non è il mio ragazzo"
"Mi sembri un po' stressata, va tutto bene?"
"Tra il ritardo, le verifiche, con Pietro ci ho litigato già ieri sera e in più ci si mette Tommaso"
"Quello ci sa fare con te però, ti riesce a prendere"
"Forse è così, ma mi voglio concentrare su Pietro, il resto non conta"
Arrivati a scuola, scesi e mi avviai verso la mia classe e lo vidi.
Volevo che fosse lui a salutarmi, tutti i giorni sono io che vado da lui ma questa volta volevo che fosse lui a venire da me, ma non successe. Anzi non mi degni neanche di uno sguardo.
La verifica di matematica è andata, onestamente ho copiato qualche cosa, ma avevo studiato.
La campanella suona e tutti si precipitano di sotto per l'intervallo, io invece dovevo rimanere di sopra perché Pietro sarebbe arrivato e saremmo andati giù insieme, ma neanche questo successe. Lui andò di sotto con alcuni suoi amici, era strano perché non lo aveva mai fatto prima perciò decisi di parlarne con una mia compagna di classe che mi disse di stare tranquilla, che magari era un giorno no. Gli diedi retta e tornai in classe per ripassare francese, non sapevo nulla.
"Bonjour Madame" tutti in coro
Ci interrogò tutti e quando fu il mio turno bussarono alla porta.
Lui? Cosa voleva?
"Volevo chiedere se qualcuno aveva una calcolatrice"
Un mio compagno si alzò e gliela porse, poi lui mi guardò e mi sussurró un 'dopo ti devo parlare'.
L interrogazione andò così così, ma io non aspettavo altro che il secondo intervallo per sapere cosa avesse avuto da dirmi.
Fui la prima a scendere e lo trovai seduto su degli scalini ad aspettarmi.
"Cosa è successo oggi?"
"È proprio di questo che ti devo parlare, ultimamente abbiamo litigato un po' troppo e onestamente mi sono stancato della nostra relazione, non provo più quello di prima"
Sul lo momento non dissi nulla, salii in classe e mi misi a piangere, tutti che mi chiedevano se stavo bene. Incredibile, un'altra storia buttata via così, sicuramente non ne voglio più sapere per un po.
Finite le lezioni, io e le mie compagne andammo a riprendere la corriera, tutti si preoccupavano di me, mentre un giorno prima non gliene fregava niente. Pieno di falsi.
"Buongiorno, tutto bene?"
"Tommi, non è un buon momento"
"Vi siete lasciati vero?"
"Si."
"Mi dispiace"
"No, non è vero"
"Hai ragione, ma mi dispiace vederti così"
"Passerà"
A quanto pare oltre che iniziata, è pure finita male la giornata.

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