CAPITOLO 3 ⓡ

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Aprii lentamente le palpebre, rimanendo confusa quando non vidi altro che oscurità intorno a me.
Ero forse diventata cieca?
O ero in quello che molti dicevano fosse il Nulla successivo alla morte?
No, era impossibile.
Percepivo una sorta di tessuto intorno a me, morbido e vellutato.
Mi toccai il braccio che mi ero slogata durante la lotta, e mi stupii nel sentirla totalmente guarito.
"Ok, ora devo capire dove sono finita".
Scostai quelle che dovevano essere coperte e appoggiai i piedi nudi su un pavimento gelido che mi fece rabbrividire.
Camminai per qualche secondo, tastando qualunque cosa incontrassi, quando nelle mie mani capitò una piccola scatoletta.
"Fiammiferi!" Pensai concitata.
Presi in fiammifero e sfregai la capocchia sulla striscia ruvida.
Subito un tenue bagliore rossastro illuminó la stanza in cui mi trovavo.
Non riuscivo a scorgere quasi niente, la situazione non era certo migliore di prima.
Scorsi una specie di foglietto su un comodino in legno scuro.
Su esso v'era scritto:
"Si informano i gentili ospiti di portare sempre con sé una torcia elettrica per illuminare la stanza, o, in alternativa, di usare la vista notturna, non abbiamo voglia di pagare le bollette

-i maggiordomi"

Sperai di aver letto male.
Stavo per urlare un'esclamazione poco signorile per l'indignazione, quando un rumore di passi mi fece irrigidire sul posto.
"Devo nascondermi, ORA" pensai.
Solo quando, due secondi dopo, mi resi conto che non riuscivo a vedere una ceppa, e quindi non avrei potuto trovare un nascondiglio, andai nel panico.
"Ok, piano B :ARMA "
tastai velocemente ovunque potessi appoggiare le mani e mi ritrovai quattro secondi più tardi con una padella in mano.
Una padella.
Padella.
PADELLAH.
che diamine ci faceva una padella in una stanza da letto?!
Il rumore di passi fu sostituito da un rumore di chiavi che giravano nella toppa, e una figura entró nella stanza.
Non riuscivo a distinguerne i lineamenti, per colpa del buio.
-Fai sul serio? Tu, punti contro di me una padella?-
Scoppió a ridere fragorosamente.
-Cosa c'é di male in una padella? Sono letali, se usate in maniera corretta-
Inarcai le sopracciglia, mentre quello che immaginavo fosse un "lui" se la rideva di gusto.
-E la sai una cosa? Ora le daró anche un nome!
Si chiamerà Dolly. -
Non ci voleva un genio per capire che stava ormai soffocando dalle risate, e fu lì che mi infuriai.
Alzai il manico in aria per tirargli una padellata, ma ancor prima che potessi anche solo calarla lui era già dietro di me, facendomi inclinare la testa, in modo da mettere in vista il collo, a cui i canini stavano minacciosamente puntando.
-Attenta a quel che fai, meticcia, qui non sei in territorio amico-.
Stava per uscire dalla porta, quando con un'imprecazione mi lanció una piccola torcia.
-Stupidi maggiordomi, più tirchi di zio Paperone-.
E se ne andó sbuffando.
Certa gente proprio non la capivo.
Il suo odore...non era come quello di tutti gli altri succhiasangue, era fresco e buono.
Solo la famiglia reale dei vampiri aveva un odore gradevole al nostro olfatto, perció il tizio dalla risata facile doveva essere un reale.
Solo allora mi vennero in mente le mie amiche.
Dov'erano? Erano vive? Stavano male?
Dovevo assolutamente trovarle, ed escogitare un modo per evadere da quel posto di anti-bollettisti per poter tornare a casa.
Il tutto entro tre mesi, quando avrei dovuto prendere il posto di mio padre come Alpha dei
Fire Tempest.
Se non mi fossi presentata... sarebbe potuta scoppiare una rivolta da parte dei lupi ambiziosi che purtroppo bramavano da tempo un posto come Alpha.
E lì sarebbe stata la fine, lo sapevo.
Bisognava solo sperare nelle mie capacità di ninja distruttrice...


... tanto valeva suicidarsi subito.

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