- I, myself, am... Strange and unusual. -

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"I tried my best to scare you, but you just laughed! So in that moment I knew... I'd found a friend."

« Lyyyydiaaaaa! Tesoooorooo! »

La voce squillante della signora Deetz penetrò nelle orecchie di Lydia come il più fastidioso dei suoni. Acuta, raggiante e piena di vita come colei che la possedeva. Lei al contrario, in quella mattina di Settembre, pareva tutto meno che un essere vivente. Non che di solito lo sembrasse visto il pallore del suo incarnato, su cui risaltavano carnose labbra di un rosso sanguigno, e i suoi occhi neri come la pece costantemente adornati da quelle violacee occhiaie, accentuate dal pesante trucco del medesimo colore. Sintomo evidente che la giovane amava perdere il sonno, e magari svolgere attività differenti al calare delle tenebre, come dilettarsi in macabre e strane letture. Ed era proprio quello che aveva fatto la notte prima, motivo per cui non riusciva ad alzarsi dal letto.

« É ora si svegliarsi, cara! Non vorrai far tardi il primo giorno spero! »

Il primo giorno all'inferno sarebbe stato più piacevole, che passare un'intera giornata chiusa in prigionia in compagnia di perfette sconosciute. Esatto, si trattava del primo giorno di scuola, in un istituto femminile. La corvina non era una ragazza assai pessimista, nonostante i suoi "singolari" gusti facessero credere il contrario. L'aura scura e spaventosa che la giovane portava con se come lo strascico di una sposa /cadavere/ era fortemente in contrasto con la sua personalità dolce e gentile. Non si giudica un libro dalla sua copertina, ma con la povera malcapitata spesso accadeva. Ecco perché, sovente, si ritrovava sola. Lydia si portó le coperte a celare il suo viso assonnato, infastidita da quel raggio di sole che aveva preso a baciare la sua pelle di porcellana. Come un vampiro che reclama le tenebre, ella si girò dalla parte opposta alla finestra, tentando di nascondersi nell'ombra. Sua madre però spalancò la finestra, insistente, e la stanza scura e tetra venne invasa dalla luce del giorno. Si grattó moggiamente gli occhi, stirando poi il suo esile corpicino. Uno sbadiglio voló dalle sue rosse labbra, prima che le animasse un sorrisetto leggermente assopito.

« 'Giorno mamma.. »

Biascicó, più qui che là.

« Stavo facendo un bel sogno, peccato. Te lo racconto? É stato bellissimo, c'ero io che-! »

« Oh, per favore Lydia, niente più sogni raccapriccianti su vampiri, spiriti, scienziati pazzi e licantropi! »

La donna si portò una mano tra i rossi capelli ben curati, esasperata. Sua figlia abbassó lo sguardo di conseguenza, spegnendo l'entusiasmo iniziale ed estinguendo l'enfasi che avrebbe messo in quel racconto. Storse le labbra, fuoriuscendo dalle lenzuola e dirigendosi verso l'armadio per prepararsi. Poteva sembrare una cosa da niente, ma quel "niente" era bastato per mutare il suo umore. Non era la prima volta che provava una simile sensazione di vuoto, d'incomprensione. Come se si trovasse fuori posto. A fatica represse la voglia di urlare, cosa c'era in lei di tanto sbagliato? Perché la sua stessa madre non voleva ascoltare ciò che aveva da dire? Le sarebbe bastata un po' di attenzione e d'interesse, non voleva che anche lei vedesse il mondo a modo suo.

S'infilò la divisa grigiastra, tirando un lungo sospiro. La giornata era cominciata maluccio, doveva ammetterlo. E sperare in una rischiarita in quella mattinata buia era come attendere la pioggia durante la siccità: inutile e deludente. Ma ormai Lydia aveva imparato a non farsi illusioni. Nessuno pareva comprendere il suo piccolo insolito mondo. Certo, un'altra persona persona che possedesse un gusto eccentrico e singolare come il suo era difficile da trovare. Ma da che mondo e mondo, se qualcuno è realmente interessato a te, non ti ascolta comunque se hai qualcosa da dire? Percy miagolò malinconicamente, quasi avvertisse il malessere della sua padroncina. La corvina si girò verso di lui, regalandogli un sorriso raggiante. Sua madre aveva continuato a parlarle prima di uscire dalla porta e lasciarla sola, regalandole le solite raccomandazioni. Ma la sua voce era apparsa ovattata alle orecchie della giovane, che in quell'istante aveva ben altro per la testa.

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